…Ma personalmente non riesco a dissimulare la gioia quando gioca la Nazionale e soprattutto quando vince, ovunque essa disputi gare più o meno importanti contro questo o quell’avversario.
Questa sera è infatti andata in scena una gara, nello splendido scenario del Palaserradimigmi di Sassari (proprio stamane intitolata definitivamente alla sfortunata atleta sarda), che forse conterà poco ai fini della qualificazione per i prossimi Europei di Slovenia ma che mi ha emozionato, e non poco, come ai bei tempi.
Lo confesso, sono quasi sulla soglia della cinquantina e sono un innamorato cronica di quella canotta Azzurra che mi ha regalato da ragazzo emozioni vere, positive e negative: l’oro di Nantes, le mazzate per i tornei di qualificazione bucate come quelle per le Olimpiadi di Barcellona ad esempio, o la sconfitta negli Europei greci di quei fenomeni di Galis e Yannakis, il nuovo trionfo sempre in Francia con i Myers ed i Galanda ed i Fucka, e la delusione, sorda, per il mancato oro alle Olimpiadi di Atene in finale contro l’Argentina dopo quella impareggiabile semifinale vinta contro la Lituania, quella del 18/28 da tre tanto per capirci….
E sto soffrendo per il buio di risultati che da quel lontanissimo 2004 ha tenuto il nostro basket fuori da ogni manifestazione importante, frutto di disinibite e scellerate politiche federali e di Lega, che hanno strozzato lo sviluppo del nostro sport in Italia, annichilendo il nostro vivaio e mortificandolo in questi ultimi anni.
Ma questa sera come non poter gioire per la maschia vittoria contro quella Turchia allenata da quel Maestro autentico di Tanjevic ? E’ vero, ai turchi mancavano fior di giocatori per diversi motivi ma la prova di carattere, di grinta, di cattiveria agonistica e, perchè no, anche di tattica difensiva (perchè in attacco abbiamo sofferto e non poco), mi ha veramente regalato momenti di autentica serenità, quasi a voler pensare per pochi minuti che siamo sulla strada giusta per riprenderci quel posto che avevamo nel panorama quantomeno continentale della palla a spicchi.
Forse sarà un fuoco di paglia ma questa sera voglio per un attimo pensare che Cinciarini sia simile a Marzorati, che Il Gallo possa somigliare a Fucka e, soprattutto, che Gigi Datome possa imitare e superare fior di ali che si sono succeduti in questi anni nel ruolo di ala piccola o grande, da Meo Sacchetti a Cecco Vescovi, da Jack Galanda a Carlton Myers sino a figlio del Presidente Meneghin e mi scuso se al momento dimentico tanti altri indimenticabili attori in maglia Azzurra.
Già dicevamo, Gigi Datome. Un trascinatore vero questa sera, un leader emotivo di spessore internazionale, un ragazzo vero che si carica sulle spalle una squadra a tratti intimorita dallo strapotere tecnico e fisico dei giganti turchi e la scuote con i suoi canestri (uno addirittura alla Lebron James andando a far scoppiare quasi il pallone in schiacciata ad una mano nel cotone contro Erden partendo dalla linea dei liberi in terzo tempo!). Non lo so se è nata una stella, forse sì ma la sensazione che ho provato è stata di irrefrenabile, bambinesca gioia per questo ragazzo umile, taciturno ma maledettamente concreto, finalmente profeta in Patria della Sua Terra.
Se lo merita Gigi per chi ha creduto in lui e nel suo talento cristallino. Non andrà forse in NBA a combattere contro i Durant, i James ed i Wade per l’Anello ma mi piace pensare che quando indossa quella Maglia lui pensi, forse, che questa sia la sua vera NBA, senza dimenticare la Virtus Roma.
Godiamoci questa vittoria al mirto di Sardegna stasera che, ripeto, forse sarà anche effimera ma che bello vedere una stella come Il Gallo esultare come non lo avevo mai visto per ogni canestro, o vedere un Dani Hackett finalmente libero delle paure trevigiane che due anni orsono avevano fatto dubitare del suo talento e delle sue qualità.
Ma aldilà dei meriti dei singoli, ha vinto una squadra intera contro una superpotenza cestistica come la Turchia, capace di mostrare gioco e qualità a tratti spumeggianti ma poco decisa e convinta. E mi piace pensare che questa caldissima serata agostana possa aver restituito a Noi, che amiamo questa Maglia Azzura così spesso a volte bistratta, due ore e più di occhi lucidi e cuore colmo di felicità. Stop.
Fabrizio Noto/FRED