VENEZIA – Smaltita la sbornia per la conquista dei playoffs e per la stagione incredibile disputata, per la Reyer è ora di guardare al futuro. Nell’estate che sarà tristemente ricordata per la scomparsa dal basket che conta di squadre storiche, fra tutte Treviso, Venezia si distingue per il progetto a cui sta dando vita. Infatti, il presidente Brugnaro ha dichiarato di voler far crescere il progetto e di puntare a far diventare Venezia la terza realtà cestistica italiana, dietro alle inarrivabili Siena e Milano, già dal prossimo anno.
Solitamente sparate di questo tipo, vengono seguite da campagne acquisti sbagliate o da stagioni da dimenticare, che generano incomprensioni e problemi che alcune volte sfociano nel fallimento del progetto stesso. Spesso ci siamo trovati d’innanzi a presidenti che per guadagnare qualche titolo sul giornale, hanno sparato davvero in alto. Eppure alle parole di Brugnaro stanno seguendo molti fatti, che confermano la validità di un progetto che ha riportato l’anno scorso il grande basket nella terra dei Dogi.
La campagna acquisti è cominciata nel migliore dei modi, ovvero firmando Eric Williams, giocatore di sostanza e di cuore che va a rinforzare il reparto lunghi, che è stato l’unico punto di debolezza di una squadra solida e combattiva. Seppur Williams sia un giocatore fortissimo, il vero colpo di mercato è l’ingaggio di Diawara. Diawara è un ala di 201 centimetri, in Italia ha già vestito le maglie di Varese, Brindisi e Fortitudo Bologna. Vanta inoltre 196 partite in quattro stagioni in NBA, dal 2006 al 2010, con le maglie di Denver Nuggets e Miami Heat, partendo spesso in quintetto base. Medaglia d’oro agli Europei Under18 del 2000, in Italia è stato finalista scudetto nel 2006 con la Fortitudo, dove ha giocato anche 5 partite in Eurolega. Insomma la Reyer si è assicurata un top-players.
All’arrivo di Williams e di Diawara si sono succedute le conferme di due giocatori fondamentali come il capitano Alvin Young e di Keydren Clark. I due giocatori da soli hanno risolto un gran numero di partite e costituiscono lo zoccolo duro da cui Venezia deve ripartire. I giocatori sono fondamentali, ma come il basket insegna non sono le individualità che vincono i campionati ed è per questo che la conferma di tutto lo staff tecnico guidato da coach Mazzon, rappresenta il miglior acquisto che la Reyer poteva mettere a segno. La conferma di uno dei migliori allenatori che circolano sulla piazza è di sicuro un segnale forte per il proseguo del progetto Reyer.
Come insegnano le grandi squadre europee, una squadra che vuole costruirsi un futuro longevo deve dedicare tempo e risorse al settore giovanile. La Reyer questo lo ha capito da molti anni. Il lavoro che la società sta operando con le nuove leve e davvero significativo e lo scudetto recentemente ottenuto dai ragazzi del under15 e dimostra che gli sforzi che si operano nel settore giovanile sono fondamentali per crescere e sviluppare il progetto.
Siamo a fine luglio e manca ancora molto all’inizio del campionato, ma la Reyer sembra sulla via giusta per dar vita ai progetti del proprio presidente e l’attenzione che riversa sui fattori ambientali, quali palasport, settore giovanile, crescita del basket nella città, dimostrano che questo progetto è destinato a durare.
Francesco Codato