SASSARI – E’ inevitabile, per chi vi scrive, raccontare questa partita da ciò che si è visto nei minuti finali e in quelli immediatamente successivi al suono della sirena. Una interminabile standing ovation, sulle note di “Urlando contro il cielo” di Ligabue, ha certificato in maniera definitiva il folle amore del pubblico del PalaSerradimigni, per i ragazzi che hanno catapultato la Dinamo, la Città di Sassari ela Sardegna intera nell’olimpo del basket nazionale. Uno scenario meraviglioso in cui a molti giocatori è scappata anche la classica lacrimuccia, subito nascosta, perché come i sardi e il loro condottiero Meo Sacchetti, orgogliosamente discreti.
La partita è finita com’era ipotizzabile alla vigilia. Sassari arriva a gara 3 ormai in riserva di energie, fisiche e mentali, mentre Siena attraversa un ottimo stato di forma fisica, che permette di innalzare l’intensità di gioco su entrambi i lati del campo.La Montepaschi doveva e voleva chiudere la serie al più presto possibile, e ci è riuscita controllando il match sin dalle prime battute. Alcuni fischi arbitrali, che in gergo calcistico vengono definiti di “sudditanza”, hanno rischiato di sporcare l’esemplare correttezza del pubblico del PalaSerradimigni. Meo Sacchetti non le manda a dire a Cicoria e compagnia, ma la sua squadra subisce la fisicità di Siena, non trovando le soluzioni offensive sperate, chiudendo il primo parziale con un eloquente 0/5 dalla lunga distanza. Pianigiani dal canto suo, pur riuscendo a spazientire buona parte del pubblico per via delle sue continue lamentele verso la terna arbitrale, riesce ad ottenere dai suoi ragazzi un’ottima circolazione di palla, che porta a delle conclusioni facili sotto canestro o piedi in terra dalla media distanza. Le due squadre rientrano negli spogliatoi con Siena in totale controllo del match (28-44).
Al rientro dagli spogliatoi, la Dinamo cerca orgogliosamente di non andare alla deriva. Il gioco è più fluido e grazie a delle ottime percentuali dalla lunga, Capitan Vanuzzo e compagni si avvicinano pericolosamente e Siena capisce che dovrà sudare sino al termine del match. Il pubblico del PalaSerradimigni chiede l’ennesimo miracolo della stagione e a un certo punto, sul 60-71 e palla in mano, inizia a crederci anche coach Sacchetti. La partita si chiude su un gioco da quattro punti di Zizis, che segna dall’angolo e poi vola letteralmente, dopo aver subito un leggero tocco sul petto da Hosley. Gli ultimi due minuti del match servono a tributare la giusta ovazione ai protagonisti di questa splendida stagione. La partita si chiude sul 64-79. Siena aspetta la vincente dell’altra semifinale tra Milano e Pesaro, mentre Sassari inizia le vacanze con la leggerezza di chi sa di aver compiuto una autentica impresa. I tifosi intonano già il ritornello “quanto mancaaa?” e pensano all’inizio della prossima stagione.
Dinamo Banco di Sardegna – Mens Sana Montepaschi Siena 64-79
Parziali: 12-23; 16-21; 17-17; 19-18.
Progressione: 12-23; 28-44; 45-61; 64-79.
MVP: Bo Mc Calleb Lester. Letteralmente devastante. Domina, grazie ad una brillantissima forma fisica il duello contro un Travis Diener che arriva a gara-3 molto stanco. Nonostante la mira da rivedere dalla lunetta 0/2 e dalla lunga 1/5, chiude con 21 punti in 28 minuti di utilizzo.
WVP: La meravigliosa atmosfera del PalaSerradimigni ci rende tutti più buoni, non facendoci individuare il protagonista della poca ambita segnalazione.
Sala Stampa
Sacchetti
“Siena è stata l’unica squadra che non siamo riusciti a battere quest’anno. L’abbiamo affrontata sei volte e qualcosa vorrà pur dire. C’è quindi poco da dire, sennonché è la squadra che ha dominato le ultime cinque stagioni. Noi ci abbiamo tentato e ci viene subito in mente che all’ultimo quarto abbiamo avuto la palla del -9, ma così non è stato. Sembrerà un caso, ma quando noi abbiamo fatto canestro, siamo riusciti anche a fare delle buone difese. E’ finita una bellissima stagione che volevamo cercare di finire in un altro modo, però non ci siamo riusciti e ci resta un pizzico di amarezza. Ci siamo scontrati contro un muro. Non ci lamentiamo dell’arbitraggio perché non lo abbiamo fatto durante tutto l’anno, però è vero che ci piacerebbe avere qualche fischio a favore. Comunque la storia di questa serie è un’altra, ed è ben evidente davanti agli occhi di tutti. C’è solo da fare i complimenti a loro anche perché si sono presentati in uno stato di forma invidiabile. Queste partite servono perché danno ai giocatori l’esatta dimensione del loro livello. Sono consapevole che abbiamo fatto un’ottima stagione, però la pallacanestro ci ha insegnato che i valori qualche volta non sono rispettati. Noi sicuramente non eravamo al livello di squadre come Avellino, come struttura di gioco. Siamo stati protagonisti di un grande girone di ritorno, ci abbiamo creduto perché i ragazzi sono orgogliosi e siamo arrivati a centrare questo traguardo. Nel nostro mondo non pensiamo fortunatamente tutti alla stessa maniera, ma il mio modo di vedere il basket è chiaro. Ora stacchiamo la spina per due o tre giorni e poi ci mettiamo al lavoro per organizzare la prossima stagione.”
Pianigiani
“Prima di tutto penso sia doveroso fare i complimenti a Sassari, che è stata protagonista di una stagione eccezionale, perché sulla carta molte squadre erano alla pari o più accreditate. E’ arrivata tra le prime quattro e questo vuol dire che ha fatto qualcosa di importante. Per questo motivo sono molto contento e orgoglioso dei miei giocatori perché abbiamo raggiunto la sesta finale consecutiva. Giocare una finale non è mai scontato, perché nel mezzo ci sono stati tanti fattori come infortuni, partite di coppa Italia e Euroleague che hanno cambiato più volte il nostro cammino. Noi vogliamo vincere il sesto scudetto consecutivo, perché non ci è mai riuscito nessuno e perché difficilmente si ripeterà nel tempo. Siamo arrivati alla serie con Sassari cercando di recuperare e gestire con il bilancino i giocatori vittime di infortuni. Moss, Kaukenas e Lavrinovic sono gli esempi. Sono molto contento di aver chiuso in tre partite la serie, dove siamo stati bravi a non rischiare. Con Sassari si deve giocare con costante attenzione perché squadra capace di piazzare un break in brevissimo tempo, perché abituata ad andare al tiro nei primi sei-sette secondi dell’azione. Sono molto felice di tornare a Sassari con la nazionale perché si respira una splendida atmosfera. Spero che questo aiuti i nostri ragazzi a restituire questa carica.”
Hosley
“Non ho ancora parlato con nessuno del mio futuro. E’ stata una buona stagione in cui avete visto forse non il migliore Hosley perché penso sempre di poter dare di più. Siamo usciti perché Siena ha un gioco duro e difficile da contrastare, però se perdi la serie per 3-0, sicuramente penso che si poteva far meglio. Ora mi godo le mie vacanze in Messico, mi sposerò e poi penserò alla prossima stagione.”
MARCO PORTAS