BOLOGNA – Il miracolo di Sassari si compie nel modo più incredibile, bello crudele, spietato, a seconda della sponda da cui lo si guarda. E la beffa per Bologna si ripete dopo sole 48 ore.
Diener aveva vinto gara due con un canestro pazzesco a 8 decimi dalla fine. Oggi è toccato a Vanuzzo: 53 centesimi di secondo alla fine. Rimessa dal fondo per Sassari. Bologna avanti 71-69. L’idea è quella di cercare un pallone in prossimità dell’area, ma la Virtus nega l’opzione. Rimane solo la palla all’ex Montecatini, da otto metri, per confermare che il destino quest’anno ha scelto, a ragione, la sfrontata Sassari. E’ il trionfo di Meo Sacchetti che vede i suoi vincere anche in una serata pessima di tiro andando a dominare la partita a rimbalzo, là dove Bologna, solitamente, tritura i suoi avversari.
E’ una semifinale conquistata con le unghie e i denti. Nonostante i cugini Diener da 10/30 al tiro, nonostante una partenza ad handicap che poteva spezzare subito le gambe. Termina la stagione in modo beffardo una Virtus che, dopo tutti i problemi avuti, non meritava di chiudere con una delusione simile. Ma troppe sono state le sbavature nel corso delle tre gare di Playoff. Dalla partita approcciata malissimo in gara 1, ai vantaggi gettati sabato sera, errore commesso nuovamente oggi, quando tutte le magagne di una squadra troppo incerta nel tiro pesante si sono manifestate. Il futuro è da costruire. Sabatini ha annunciato un taglio importante del budget la prossima stagione, quando quasi certamente non ci saranno Koponen e Sanikidze.
Minuto di silenzio per ricordare un’ultima volta Maurizio Cevenini, consigliere del comune di Bologna, da sempre tifoso della Virtus, ma soprattutto simbolo della città scomparso da qualche giorno, e per mandare il miglior pensiero alle persone rimaste colpite dal sisma di sabato notte. Poi è tempo di palla a due. Sassari approccia la gara con una tattica difensiva ben chiara: area piena all’inverosimile e metri di spazio per chiunque non si chiami Koponen da dietro l’arco. Bologna non si pone problema nel tirare ogni volta in cui c’è occasione, ma inizialmente i risultati sono deleteri. Gli ospiti, nell’altra metà campo, hanno le polveri ugualmente bagnate, così, dopo due gare a punteggi molto alti, al 5° si è ancora fermi sull’8-8. Poi la Virtus aggiusta la mira: tripla di Paunic, tripla dal palleggio di Koponen. La coppia sciogli lingua Hosley e Easley, nel frattempo, accumula un 1/6 dalla linea della carità e così al primo intervallo il risultato è un solido +7 per la Canadian Solar (21-14).
L’inerzia sembra essere girata. Koponen segna ancora da tre, Werner lo imita siglando il 29-14 Bologna, ma proprio sul più bello il motore bianconero si inceppa. Time out Sacchetti da cui i padroni di casa rientrano in campo malissimo e restano a secco per 8 possessi filati, tra cui c’è il terzo fallo, molto dubbio, di Chris Douglas Roberts. Sassari, allora, senza strafare ricuce lo strappo. Hosley segna qualche canestro dei suoi, mentre fioccano i rimbalzi offensivi (8 all’intervallo, 20 alla fine). Easley mette il -1, prima che la Canadian Solar finalmente trovi qualcosa da Gigli e Poeta per riprendere un po’ di ossigeno. Gli uomini di Finelli, che nel frattempo ha perso Kris Lang per infortunio a una caviglia, vedono la possibilità di andare all’intervallo con un buon margine, ma concedono prima un appoggio facile a Travis Diener e infine il lay up del 37-34 proprio sulla sirena del 20° minuto a Brian Sacchetti.
Alla ripresa delle ostilità la partita diventa un barrage di tiro da tre punti. Plisnic, Koponen due volte, Hosley altrettante. Bologna è sempre avanti di qualche lunghezza, ma Sassari non molla un centimetro, continuando a controllare i rimbalzi offensivi, ma anche a sbagliare quantità di tiri liberi imbarazzanti. Koponen e Hosley mettono in scena un duello realizzativo indiretto bellissimo, ma attorno a loro si comincia a sentire il clima Playoff. La partita diventa via via sempre più dura e spigolosa. Sanikidze e Werner combinano qualche pasticcio di troppo, ma dall’altra parte i cugini Diener continuano ad essere alle prese con serate di tiro stortissime. Il dominio a rimbalzo dei sardi continua ad, anzi, aumenta. Easley dalla lunetta pareggia, prima che Koponen, con la stessa moneta tenga Bologna avanti di 1 al 30°.
Ultima frazione e per i primi tre minuti non si segna, poi Travis Diener firma il primo sorpasso ospite, subito respinto dalla tripla di Paunic. I contatti si moltiplicano e con loro le fischiate al limite. Il pubblico è in partita, mentre in campo il caos, almeno offensivo, è totale. Bologna è troppo ferma, mentre Sassari fatica a trovare tiri puliti, rimanendo a contatto sempre grazie ai rimbalzi. Gigli e Koponen prendono in mano la Canadian Solar. Il lungo romano segna quattro punti che danno l’allungo ai bianconeri. Vanuzzo viene stoppato da Sanikidze, Koponen e Poeta dalla lunetta fanno 71-66. Drake Diener mette un libero su due, ma recupera il suo stesso rimbalzo e trasforma il -2, riportando alla realtà una Virtus che pensava di aver chiuso la questione. Circa 30” da giocare. Koponen pesca Sanikidze che avrebbe comodo l’appoggio della vittoria, ma sbaglia clamorosamente. Rimbalzo di Hosley che parte a razzo per cercare il pareggio ma viene stoppato dallo stesso georgiano. Time out Sacchetti. 53 centesimi di secondo. 27 in meno di quelli necessari a Diener in gara 2. Ma bastano a Vanuzzo, che scatena la festa sassarese.
Canadian Solar Bologna – Banco di Sardegna Sassari 71-72
Tabellini
Parziali: 21-14; 16-20; 18-20; 16-18;
Progressione: 21-14; 37-34; 55-54; 71-72;
MVP: Non può che essere Manuel Vanuzzo l’eroe della serata. Magari avrà meno impatto di altre serate, ma il suo tiro rimarrà per sempre nella storia della Dinamo. E quello basta e avanza.
WVP: Nella serata più importante manca Chris Douglas Roberts. 1/8 al tiro, -3 di valutazione. I problemi di falli non sono una scusante sufficiente.
Sala Stampa
Sacchetti
“Partita presa per i capelli, ma al di fuori dell’ultimo tiro questa è la dimostrazione che ce la giochiamo comunque fino alla fine con tutti. Abbiamo preso 50 rimbalzi e tirato 6/17 ai liberi, cose mai successe in campionato. E’ una gara che rimane nella storia del basket sardo e credo che uno spettatore neutrale stasera abbia visto una bella partita, giocata all’arma bianca. L’abbiamo fatto tutto l’anno e siamo arrivati qui. Abbiamo subito un piccolo break all’inizio, ma queste sono partite in cui è difficile riuscire a scappare e, a parte gara 1, tutta la serie è stata equilibrata. Su Diener la Virtus cercava di non fargli prendere la palla e quindi noi abbiamo cercato di tutelarlo un po’ per non stancarlo eccessivamente. I Diener hanno tirato male tutta la sera, ma usciamo vincenti con il canestro da tre punti di un ragazzo di 37 anni, che nel tiro da fuori ha la sua arma principale. Ed è stata la cosa migliore, perché con la situazione di falli che avevamo il supplementare, eventualmente, sarebbe stato un problema. A noi piace giocare questo basket, dove si fa canestro, facendo onore al nome del gioco. Abbiamo anche dimostrato di poter fare affidamento sulla difesa in alcune occasioni, ma soprattutto abbiamo lasciato che i nostri giocatori potessero giocare senza pressioni. Chiaro che è un basket che viene maggiormente apprezzato quando si vince. Entriamo in semifinale come sfavoriti, ma abbiamo un grande entusiasmo che vogliamo trasmettere col nostro gioco. Eravamo considerati sfavoriti da alcuni anche in questa serie, e questa cosa mi è servita per caricare i ragazzi. Alla fine abbiamo scelto il tiro da fuori perché gli arbitri ci hanno detto che in 53 centesimi si poteva fare catch and shoot. Non era il tiro che avevamo deciso nel time out però, è venuto fuori perché la difesa ci ha chiuso le altre soluzioni. Qua a Bologna eravamo andati sotto pesantemente anche in campionato ma eravamo riusciti a recuperare e ce la siamo giocata alla fine, perché ho dei ragazzi che non si arrendono e non si vogliono vedere sostituiti prima che la partita sia finita per davvero. La polemica con Sabatini in fin dei conti ci ha aiutato. Quelle frasi ci hanno dato una carica extra che magari io da solo non avrei saputo dare. “
Finelli
“Mix di rabbia e dispiacere per come è finita. Partita costellata da tanti errori da entrambe le parti, ma giocata col massimo dell’abnegazione. L’avevamo in pugno, ma abbiamo lasciato un rimbalzo offensivo importante sul libero di Diener e abbiamo sbagliato l’appoggio da sotto che poteva chiudere il discorso. Perdiamo ancora con un canestro allo scadere e questo fa ancora più rabbia, aggiungendoci che abbiamo giocato con percentuali scadenti una partita persa di uno e con poche palle perse per una gara dura come questa. Il 13/32 da due grida davvero vendetta. Voglio ringraziare la squadra, che ha sempre messo un grande cuore. Ci sono giocatori che sono bandiere per questo club, alcuni che ci saranno anche l’anno prossimo, altri invece no, come magari Koponen o Sanikidze. Ringrazio poi la società e il nostro proprietario che ci ha dato fiducia per tutta la stagione, insieme al nostro GM. Loro sono stati i primi ad essere uno sprone per la coesione del gruppo. Infine, voglio ringraziare tutto lo staff societario, in particolare Gigi Terrieri che ci trasmette ogni giorno lo spirito Virtus che ha imparato direttamente da Porelli. Dispiace per come siamo usciti proprio perché ci tenevamo tanto tutti a portare la Virtus in semifinale. Purtroppo abbiamo incontrato una squadra che sta vivendo una favola, gioca leggera, già ha buoni tiratori che in questo modo fanno ancora meglio. Hanno dimostrato di essere migliori di noi. E’ il bello e il brutto dello sport. Abbiamo perso due partite con meno di un secondo da giocare. Potevamo essere qua a parlare di un 2-1 per noi e, invece, altrettanto giustamente, siamo eliminati, anche se non credo che ce lo meritassimo. Tutte le decisioni sui giocatori che hanno formato il roster sono state prese assieme alla società. La panchina, che è stata a lungo vituperata, in gara 2 è stata importantissima e anche oggi quelli che sono andati in campo non hanno fatto mancare il loro apporto. Però anche Sassari ha distribuito i minuti come noi, perché siamo squadre costruite per giocare in questo modo, una volta alla settimana. Abbiamo preferito tenere assieme il gruppo invece che, magari, correre dietro a quello che poteva offrire il mercato. Tutto senza dimenticare che abbiamo perso due giocatori che dovevano essere fondamentali come McIntyre e Homan. Questo gruppo credo potesse fare un pochino meglio, ma ha impersonificato lo spirito che volevo vedere, giocando sentendo la maglia che vestiva. Poi, in off season faremo i ragionamenti adeguati sui singoli, ma ora non è il momento. Non ho ancora pensato al futuro, nè della squadra, nè della società. Non vedo nubi all’orizzonte: abbiamo due italiani come Poeta e Gigli che sono legati contrattualmente a noi ancora per delle stagioni, il settore giovanile è ottimo, abbiamo giovani come Gaddefors in prestito ad Avellino o Imbrò che è il miglior ’94 d’Italia e il management è forte. C’è di sicuro chi sta peggio di noi. Oggi credo che sia giusto celebrare giocatori come Koponen e Sanikidze, comunque, piuttosto che parlare di questioni societarie. Douglas Roberts ha avuto problemi di adattamento, soprattutto al gioco con le aree molto piene. Ma come persona è stato estremamente positivo nonostante la giovane età. Ha lavorato bene, integrandosi con il gruppo e rispettando i giocatori più esperti. Poi sul campo la sua atipicità gli ha concesso momenti di grande esaltazione e altri complicati come in questa serie. Il lock out Nba ha portato a scelte particolari in estate, perché si aspettavano i giocatori in uscita, situazione che ha portato a strategie societarie particolari e quindi il prossimo anno magari si sceglierà un americano in maniera diversa”.
Nicolò Fiumi