Si comincia subito con tre conigli estratti dal cilindro del mago Obradovic: insieme a Diamantidis e Sato partono in quintetto Maric (l’ultimo lungo delle rotazioni quest’anno), Kaimakoglu (ala grande di grande intensità, utilissimo per lo più per spezzare ritmi) e Jasikevicius (il panchinaro di maggior lusso della competizione).
Manco a dirlo e il Pana domina i primissimi minuti portandosi rapidamente sul 11-2 (con 6 punti iniziali dello stesso Maric); la forza d’urto greca non si placa nei successivi minuti tanto che coach Kazlauskas è costretto a chiamare timeout dopo solo 5 minuti (tardando comunque troppo questa scelta), quando il punteggio dice già 19-7.
Il dominio però continua ancora: da una parte il CSKA continua ad essere timido e bloccato (emblematico quanto accade a circa 2’30” dal termine, quando l’attacco russo non riesce a fare canestro nonostante 5 tentativi consecutivi dovuti a una serie interminabile di rimbalzi offensivi caduti lunghi); dall’altra invece i greci continuano a giocare in scioltezza e continuano a mietere canestri tutto il quarto (Logan riesce a sfruttare anche gli ultimi 4,4 secondi per farsi tutto il campo e segnare altri 2 punti.
Il primo periodo si chiude sul 29-15 (in gran spolvero Jasikevicius che ha già a referto 7 punti e 2 assist in neanche 10 minuti di gioco)
Dopo solo 30 secondi dall’inizio del secondo quarto, coach Obradovic mette in campo Tsartsaris e con questa mossa fa tastare il campo già a 11 giocatori (solo Steven Smith non è ancora entrato) dopo così poco tempo di una semifinale di eurolega.
La mossa è di per sé geniale, anche perché le riserve del Pana reggono abbastanza bene il campo; con il passare dei minuti però il CSKA riconquista vigore ed arriva addirittura alla parità a poco più di un minuto al termine.
I greci riescono comunque ad andare in vantaggio all’intervallo, ma solo con il punteggio di 34-32 (il che significa che hanno segnato la miseria di 5 punti nell’intero secondo periodo).
Ricapitolando: primo quarto dominato dal Pana, secondo dal CSKA e il terzo? Finalmente entra in gioco l’equilibrio e resta protagonista fino al termine del match.
Il CSKA infatti comincia a sciogliersi e a giocare la propria partita (donando anche pregevoli giocate spettacolari), il Panathinaikos invece è bravo a restare sempre in partita grazie a quell’intensità e durezza che lo contraddistinguono (e grazie anche al signor Jasikevicius…).
Si assiste anche ai primi vantaggi del CSKA grazie al risveglio di Kirilenko e all’intelligenza cestistica di Khryapa, mentre dall’altra parte Diamantidis stenta a decollare, a dispetto del suo compagno Kaimakoglu che per lunghi minuti si porta la squadra sulle spalle.
All’ultimo intervallo il tabellone dice comunque ancora 55-51 per i greci.
Il quarto periodo continua all’insegna dell’equilibrio, ma gli attacchi faticano molto di più, con nessuna delle squadre che riesce ad allungare: è come assistere agli ultimi minuti di gioco di una partita punto a punto, ma per l’intero quarto.
E anche qui sorge spontaneo la terza citazione per Sarunas Jasikevicius che sembra davvero di un altro livello rispetto a tutti: atteggiamento del corpo perfetto, nessuna emozione e ripetute giocate offensive perfette (per lui al termine 19 punti); grazie ad un suo arcobaleno e a una tripla nell’azione successiva, il Pana arriva sul + 4 a due minuti dal termine.
I big russi stenano (Teodosice e Krstic su tutti) ed è quindi il gioiellino Shved a dover riportare in partita i suoi, fino al – 1.
Inizia a questo punto un ultimo minuto e mezzo tatticissimo: dopo il timeout di Obradovic, entrambe le squadre entrano con quintetti bassi, alternando Teodosic e Jasikevicius nelle azioni di attacco e di difesa e facendo ampia profusione di timeout.
Una penetrazione di Jasikevicius senza successo costringe i greci a spendere un fallo tattico su Shved: segna il primo e sbaglia il secondo a causa della smanacciata di Batiste, che però butta la palla direttamente fuori regalando una rimessa dal fondo agli avversari che si ritrovano sul + 2 a 21” dalla fine.
Timeout CSKA per organizzare l’ultimo attacco e Obradovic ancora dimostra il suo coraggio non cercando il fallo tattico immediato, ma dando mandato ai suoi di difendere forte. Passano 10 secondi con la palla a Teodosic quand’ecco che il fischio arbitrale arriva, ma non per l’infrazione di passi che reclamano i greci, bensì per un fallo che porta il play serbo in lunetta.
10 secondi al termine, + 2 CSKA, Teodosic in lunetta: tripudio russo. E invece la più che discreta macchina da liberi fa 0/2 e a rimbalzo offensivo la palla termina fuori donando rimessa e possibilità di contro-timeout ad Obradovic.
Ultima azione, il Pana rischia l’infrazione di 5”, ma alla fine la palla riesce ad arrivare a chi deve arrivare: Diamantidis.
Il quale incredibilmente perde troppo tempo e pasticcia alla grande palla in mano: i sogni dei greci si spengono senza neanche riuscire a provare un ultimo tiro… finale pazzesco!
E’ quindi il CSKA la prima finalista. Risultato meritato? Impossibile rispondere, visto che le squadre si sono equivalse totalmente: potevano meritare entrambe la vittoria, ma allo stesso tempo hanno commesso entrambe anche troppi errori (troppi liberi sbagliati per i russi, mentre i greci hanno pagato delle prestazioni non ottimali di alcuni suoi giocatori chiave).
Per noi pubblico neutrale è stata invece una partita con i fiocchi che non ha deluso assolutamente le aspettative che si riponevano in questa battaglia tra grandi.
Barcellona e Olympiacos: ora tocca a voi divertirci!
Maurizio Musolino