E così, tra l’11 ed il 13 di maggio gli unici italiani a godersi l’approdo finale sul Bosforo saranno i (pochi, dopo il triste fallimento di Superbasket; ma questa è, purtroppo, un’altra storia…) giornalisti e gli addetti ai lavori: all’ultima boa, Siena ha pagato duramente le controindicazioni del mantenere negli anni il nocciolo di una squadra, che in questo modo diventa vincente ma rischia anche il calo improvviso.
Come già per l’Olimpia Milano degli anni ’80, un team che ha molte analogie – per impostazione, carattere e influenza sull’ambiente – con l’attuale Mens Sana, gli ultimi successi hanno mascherato le crepe che si insinuavano nella costruzione, anche nei muri portanti; in Italia il colpo di reni dei grandi vecchi potrebbe forse bastare ancora, come fu per l’Olimpia lo scudetto thrilling a Livorno nel 1989, ma in Europa le rughe hanno lasciato segni decisivi proprio nel momento cruciale.
Al contrario, i problemi economici di Atene hanno accelerato il rinnovamento di squadre vincenti (beh, l’Olympiacos meno, ma solo per essersi trovata il Panathinaikos di mezzo…) senza mutarne la filosofia, col sorprendente risultato di trovarle entrambe alla volata finale. Certo, potersi concentrare sull’Eurolega senza disperdere energie nervose in campionato aiuta anzichenò, come dimostra pure il rendimento sincopatico di Fotsis e Bourussis alle prese col ben più elevato livello medio della nostra serie A; ma non si può negare l’ammirazione per due squadre ormai inferiori, per mezzi e sulla carta, a svariati altri top team, che riescono comunque a raggiungere l’obiettivo principale.
E’ il rovescio della medaglia del clamoroso flop turco (ok, un refrain…), quasi a sottolineare che non necessariamente lo sport segue le dinamiche dell’economia: la “fallita” Grecia con due finaliste su quattro, la “pericolante” Spagna con la terza, e la rampante Turchia ridotta a mero ospitante. Se non fosse per il CSKA, oltretutto fortemente indiziato per la vittoria finale, ci sarebbe da compiere qualche riflessione (magari, passando attraverso la constatazione che il basket europeo rappresenta ormai uno sport povero, snobbato dai grandi capitali che si dedicano alla NBA o, in Europa, al calcio…).
Chi intanto piange, oltre a Siena – ché per Bilbao era già fenomenale l’approdo ai playoff, mentre il Khimky partiva comunque contro ogni pronostico –, è il Maccabi, rispedito a Tel Aviv da un meraviglioso Pana in una meravigliosa gara5. Forse con qualche ragione gli israeliani si lagnano per qualche fischio equivoco negli ultimi minuti ad Atene, ma la verità è che, se un rammarico ci deve essere, è per aver perso in casa quando si dovevano chiudere i giochi.
Alle spalle i playoff e proiettandoci sull’atto finale, logica vorrebbe che ad Istanbul le sorelle ateniesi si presentino come banali ostacoli, che Barça e CSKA hanno solo l’onere di superare quale condizione per arrivare alla disfida finale, nel mirino da mesi; ma l’esperienza, anche recente (ahi, Siena!) insegna che di Obradovic ed Ivkovic non ci si può fidare, anche senza scomodare le terribili impressioni suscitate dal loro abbigliamento, per non parlare della proverbiale affabilità dei due personaggi…
Prima ancora, la curiosità riguarda i tifosi, in termini di accoglienza e numeri.
Scontato il sollievo turco per l’esclusione del Maccabi, che certamente avrebbe garantito la consueta muraglia gialla dentro il palazzo, ma probabilmente avrebbe nel contempo generato più di un problema diplomatico fuori, data l’attuale tensione nei rapporti tra i due Stati. Resta, però, il fattore squadre greche: se i tifosi verranno, a dispetto della crisi economica nazionale ma giovandosi dei costi ridotti della trasferta non lunga, potrebbero presentarsi non pochi problemi gestionali, tra loro e nei confronti dei locals.
Da inguaribili ottimisti, confidiamo in folle festanti ed inoffensive, e che il colore sospinga le due ex-corazzate almeno a dar fastidio alle due corazzate attuali; se non altro, non potendo tifare per il tricolore, che almeno ci si possa godere lo spettacolo davanti alla TV.
Maurizio Zoppolato