CREMONA – ‘La migliore partita del campionato’, così Caja introduce le dichiarazioni post-partita sulla vittoria della sua squadra. Grande prova di forza e grande prova mentale della Vanoli Braga Cremona, che si assicura la permanenza nella massima serie, contro cui nulla ha potuto la Umana Venezia priva di Clark e con l’intero pacchetto lunghi condizionato dai falli per l’intera ripresa. Break decisivo nel primo quarto e partita controllata fino alla fine per i lombardi; alcuni tentativi di riavvicinamento nel corso dell’incontro siglati da Slay e Szewczyk puntualmente respinti dai padroni di casa. Venezia conserva la sesta posizione in classifica, valida per la qualificazione ai Playoffs, in attesa di recuperare Clark per il prossimo turno di campionato. Alla salvezza della Vanoli Braga manca solo la matematica che potrebbe arrivare anche senza più successi, solo con il semplice trascorrere del calendario.
Senza Clark Venezia in avvio di gara soffre già e dopo pochi minuti e diverse palle perse si trova sotto, mentre Cremona grazie al contropiede si porta +5 a metà quarto. Time out di Mazzon sul 24-13 con la Vanoli Braga che trova in Rich un incontenibile terminale offensivo. Solo Szewczyk è in grado di rendersi pericoloso per i lagunari con un 3/3 dall’arco limita il passivo fissando il punteggio a fine parziale sul 27-20 per i biancoblu che dimostrano l’atteggiamento mentale giusto fortemente voluto da coach Caja alla vigilia del match.
D’Ercole sostituisce Rich ed è 2/2 da tre: 33-20 in un amen. La Reyer fatica a penetrare nell’area avversaria e sceglie la via del tiro dalla lunga distanza; la scarsa precisione sortisce l’innescarsi del contropiede avversario, ed il distacco rimane praticamente immutato fino al 17’, quando arriva il terzo fallo di Szewczyk a gravare ulteriormente sulla già precaria situazione dell’ Umana. Puntuale, ne approfitta immediatamente Milic che propizia la tripla di Cinciarini del 42-26. Cinque punti di Slay riducono il passivo: 42-31 e time out Caja al 18’. Ancora cinque punti dalla distanza di Slay, che sfrutta molto bene la blanda marcatura di Milic sull’arco, realizzando il 19esimo punto sulla sirena per il 44-36, risultato sul quale si chiude il primo tempo.
Riparte forte Cremona con la premiata ditta ‘made in USA’ Lighty-Rich che sigla l’allungo del 32’: 50-36 e timeout Mazzon che manda in campo Szewczyk al posto di Slay che collezziona, al pari del polacco, il terzo fallo personale. Al 25’ bomba di Tabu per il massimo vantaggio cremonese, +17. Parziale di 3-12 propiziato da Szewczyk e gli orogranata rientrano in partita: 60-52 al 27’ per l’entusiasmo dell’encomiabile curva veneziana. Sale in cattedra Perkovic: poderosa stoppata a Slay, lancio a Rich per il contropiede, realizza, subisce fallo e trasforma il libero supplementare: 63-52 al 28’. 2/2 Rich dalla lunetta, risponde Slay e la frazione si conclude con Cremona in vantaggio 65-56.
Inizia l’ultimo periodo di una partita avvincente, tirata ed equilibrata, con il quarto fallo di Slay, la bomba di Tabu, l’appoggio di Lighty ed un’altra tripla di Tabu: parziale di 8-0 e 73-56 al 32’. Timeout Mazzon. Al 34’ spettacolare schiacciata volante di Milic a correggere la conclusione di Tusek. Lo sloveno rimane un istante di troppo appeso all’anello: pane per i denti del famigerato arbitro Lanzarini che sanziona senza indugio il fallo tecnico. Puntuale la trasformazione di Slay dalla lunetta; ma Cremona è padrona della partita e l’incessante tifo dei sostenitori veneziani ne è testimone evidenziando un leggero calo (81-69). Ancora l’arbitro Lanzarini in evidenza, mentre attribuisce un fallo antisportivo a Young che conclude definitivamente una partita condotta dalla Vanoli Braga per l’intera durata. Siparietto nel finale: nel tentativo di schiacciata, Milic subisce fallo danneggiando la retina. Eccellente riparazione a tempo di pit-stop del gestore del PalaRadi Franco Vagni che esce dal rettangolo di gioco tra l’ovazione del pubblico.
Vanoli Braga Cremona – Umana Venezia 89 – 80
Parziali: 27-20, 17-16, 21-20, 24-24
Progressione: 27-20, 44-36, 65-56, 89-80
Roberto Scandolara