Ed ora che facciamo? Ci preoccupiamo e iniziamo a viverla malissimo? O facciamo spallucce, consci del fatto che in un campionato che dura otto mesi ci siano normali cali di tensione e di intensità? In medio stat virtus, ci insegna Aristotele e nemmeno stavolta ci sentiamo di contraddire il filosofo. Già, Reggio non ha disimparato a giocare ne’, come è stato scritto, è diventata prevedibile o rimane ingabbiata nei propri schemi togliendo spazio al talento. Reggio semplicemente, sta attraversando un momento poco brillante, sia a livello atletico che psicologico, ed il tutto si traduce in magre figure in campo. Il motivo non è da ricercarsi negli astri o in chissà quali analisi nanotecnologiche, semplicemente la squadra di coach Menetti è stanca. Stanca perché non è stata creata per lottare al vertice in un campionato così equilibrato, stanca perché, negli ultimi mesi, ha subito infortuni e stop di svariata natura (vedi il dramma Filloy) che non possono che averne minato la tranquillità, aspetto fondamentale per poter lottare al vertice con squadra più attrezzate. Attenzione però: che non sia stata costruita per competere per il salto di categoria non significa che non debba lottare per provarci, soprattutto alla luce del girone di andata completato al vertice e di quanto dimostrato sul campo. I biancorossi devono ritrovare l’umiltà, la caratteristica che gli ha permesso di giustiziare avversarie ben più accreditate. Il giocare sentendosi più forti, in grado di recuperare ogni divario e di affrontare senza “sbattersi” gli avversari sulla carta meno quotati, è la causa principale dei tonfi di Verona e di Frosinone con Veroli. Se poi ci aggiungiamo che la gara con Scafati è stata tale per venti minuti, poi l’errato atteggiamento palesato, condito da qualche episodio dubbio, ha permesso ai campani di dilagare beh, capirete bene che il periodo è tutt’altro che roseo. E, per assurdo, il momento-no non poteva capitare in un periodo peggiore, ovvero quello del filotto con le “big”. Filotto che manca di due gare ancora per essere concluso, gare dalle quali, a questo punto, passano tante, se non tutte, le chanches residue di promozione diretta della squadra reggiana.
Domenica, in via Guasco, arriva la “big” per eccellenza, quella Enel Brindisi di coach Piero Bucchi che proprio all’andata riuscì ad infliggere una delle tre sole sconfitte alla formazione reggiana. E’ squadra forte quella pugliese, in grado di difendere sul serio e che lascia davvero poca aria alle avversarie offensivamente, che risulta solida in ogni reparto e che gioca gare al limite dei 60 punti. E l’aspetto difensivo, è noto, fa vincere spesso. All’andata Borovnjak e Ndoja fecero malissimo ai reggiani, infilati da una miriade di punti nel pitturato originati da semplici pick&roll parsi indifendibili a causa dell’errato approccio difensivo biancorosso. La squadra pugliese vive il suo miglior momento di forma, reduce anche dalla vittoria della Coppa Italia di categoria conquistata una settimana or sono in quel di Bari sconfiggendo la Fileni Jesi, seppur senza lo stesso Ndoja, out sicuramente domenica, e senza nemmeno Renfroe, in dubbio ma tendente verso la tribuna, mentre la Trenkwalder è, come detto, nella parabola discendente della curva Gaussiana. La settimana è stata tutt’altro che tranquilla in quel di Reggio, con Cervi e Slanina acciaccati e Robinson fermo sino a giovedì per un problema muscolare, problema che ne condizionerà sicuramente le prestazioni. Di Filloy abbiamo già detto e ci sembra inutile analizzare lo stato di forma del giocatore, perché per una volta è giusto che il basket passi decisamente in secondo piano, mentre il nuovo innesto Antonutti è parso in palla e già calato nelle vesti di uomo di sostanza della formazione di coach Menetti. Ovvio che l’apporto di Robinson sarà decisivo per la formazione di casa, così come la necessità di ritrovare ritmo e pericolosità offensiva di Donell Taylor, apparso opaco in quel di Frosinone.
Entrambe le squadre devono cercare la “doppiavvù” per rimanere in scia ad una Givova Scafati che si è trasformata in autentico rullo compressore nel girone di ritorno (7 su 7 le vittorie); questo darà lustro e gusto alla contesa, che forse risulterà bruttina e nervosa, come storicamente sono questo tipo di incontri, ma che ci dirà definitivamente chi continua o chi lascia, chi ci potrà credere con più vigore o chi dovrà iniziare a pensare anche ai playoff, chi potrà giocarsi l’accesso diretto al paradiso o chi proverà ad arrivarci passando dal purgatorio.
Arbitreranno Pasetto, Masi e Conti.
Palla a due alle ore 18.15 al PalaBigi di via Guasco. Nell’ultimo incontro tenutosi in Emilia tra le due formazioni, i tifosi Brindisini giunsero in oltre 700 da tutto il nord Italia per sostenere l’allora capolista che sarebbe stata poi promossa direttamente in serie A. Siamo sicuri che nemmeno stavolta tradiranno l’attesa gara, stipando il palaBigi per una sfida che ha tanto il sapore di playoff…anzi, di qualcosa di più.
Alessandro Caraffi