BOLOGNA – Partita combattuta quella fra Canadian Solar Bologna e Fabi Shoes Montegranaro. La spuntano i bianconeri dopo 40’ equilibrati, in cui da una parte e dell’altra hanno contato alcune manchevolezze: se per Bologna l’assenza dei centimetri di Sanikidze l’ha costretta a rincorrere gli avversari a rimbalzo, per la Sutor la scarsa abitudine a giocare coi compagni di Sean May ha avuto un discreto peso nell’ultima frazione. Sugli scudi sempre Chris Douglas Roberts, che è ormai la prima punta delle V Nere. Con le sue serpentine imprendibili ha fatto ammattire la difesa marchigiana, abile a mettere la museruola al pick and roll felsineo. Letale ed essenziale al tempo stesso Koponen: poco visibile per 35’ ha messo i punti decisivi nel finale, quando nessuno sembrava volersi andare a prendere la partita. Positivo Poeta, partito forte con prevedibile calo nel secondo tempo, segnali importanti da Lang e Werner. Per la Fabi Shoes qualche rimpianto su una partita che, con più attenzione (14 palle perse e soli 4 recuperi), si poteva certamente portare a casa. Solito Zoroski, immacolato dalla lunetta, bene McNeal nello scontro diretto con Douglas Roberts, abituale partita di sostanza per Ivanov. Come detto, ha tradito nel secondo tempo Sean May, che invece aveva avuto un buon impatto inizialmente: prima qualche difesa poco reattiva e poi una serie di palle perse pesanti hanno penalizzato non poco gli ospiti, che devono anche registrare le vittorie, tra le inseguitrici per la salvezza, di Casale e Cremona. Polemico con gli arbitri nel dopo gara coach Valli, al termine di una partita dove i fischi dubbi, in effetti, non sono mancati.
Unipol Arena con ampi spazi vuoti per via della sfortunata contemporaneità di orario con Bologna – Juventus. Si comincia con il giusto ricordo a Lucio Dalla, cui la società bianconera ha deciso di intitolare la tribuna ovest dell’impianto. Padroni di casa che partono con gli acciaccati Poeta e Gigli subito in quintetto, ma è Montegranaro a scattare meglio. Zoroski spara immediatamente due missili, May e Ivanov segnano con fallo, mentre la Virtus toglie il tappo dal canestro solo dopo tre minuti (13-4 Sutor). Valli ordina la pressione a tutto campo su Poeta, che ci mette qualche possesso ad adattarsi, ma poi dimostra di essersi messo alle spalle buona parte dei suoi problemi fisici, guidando i suoi alla rimonta con otto punti quasi a fila. Lang e Nicevic, da una parte e dall’altra, entrano con buon’impatto in partita e, alla prima pausa, il tabellone dice +4 Fabi.
Gli ospiti hanno mano ispirata dalla lunga distanza e lo dimostrano con McNeal e DiBella, che propiziano un nuovo mini allungo marchigiano (22-28), che si dilata ulteriormente anche dopo il time out chiamato da Finelli, con la Virtus che soffre, come spesso le accade, il rendimento scadente delle proprie riserve. DiBella segna dalla lunetta e serve un assist al bacio per May che firma il +11 e un parziale di 10-0, spinto anche da una difesa davvero arcigna e che continua ad allungare i propri tentacoli sui playmaker avversari con la pressione a tutto campo. Bologna è lenta e macchinosa in attacco, oltre che fallosa oltremodo dalla lunetta, dove i bianconeri guadagnano diversi passaggi per via del bonus avversario esaurito piuttosto in fretta. Nonostante questo, un guizzo di orgoglio di Douglas Roberts ricuce lo strappo a -6. L’assenza di Sanikidze e del suo atletismo consente a Montegranaro di fare la partita sotto i tabelloni, ma i falli sono un problema per gli uomini di Valli. Nel solo secondo quarto la Virtus va in lunetta 18 volte ed è soprattutto grazie a questo particolare che al 20’ il punteggio vede i gialloblù avanti solamente 39-37.
La pausa lunga ha effetti migliori sulla Virtus che torna in campo più concentrata, rispetto a una Sutor che ci mette un po’ ad ingranare nuovamente le marce giuste. Koponen e Werner segnano pesante e allungano a +6, mentre May è vittima dei veli di Kris Lang sui pick’n’roll con Peppe Poeta. Fuori l’ultimo arrivato e dentro Sandro Nicevic, Montegranaro ritrova il bandolo della matassa con la pressione difensiva, specialmente di Karl su Douglas Roberts. Zoroski fa bottino, aiutato da un concreto McNeal per tenere la gara in equilibrio. Gigli da tre punti prova di nuovo a far scappare i suoi, ma è una partita spigolosa e ora anche Montegranaro ottiene buoni frutti guadagnandosi viaggi in lunetta e trovando qualche possesso extra grazie a rimbalzi offensivi. 60-57 Virtus al 30°.
La coppia Gailius – Douglas Roberts dà il via all’ultimo periodo, ma è in difesa che Bologna prova a girare definitivamente la partita. Per cinque azioni consecutive gli uomini di Finelli impediscono ogni accesso al proprio canestro (aiutati anche dalle incertezze di May) e senza strafare in attacco si portano al +9 con il solito incontenibile CDR. Montegranaro cerca con costanza Ivanov vicino al ferro per sfruttare il maggior peso contro Gigli, ma talvolta finisce per perdere ritmo in attacco, rifugiandosi in tiri sulla sirena di dubbia qualità. Passa a zona Valli, facendo affidamento sulle percentuali comiche degli avversari da dietro l’arco e qualche frutto arriva, soprattutto con le palle recuperate però. McNeal in penetrazione e Ivanov dalla lunetta consegnano al pubblico due minuti finali al cardiopalma. Le squadre sentono il peso dei palloni: Ivanov, Gigli, McNeal sbagliano tiri importanti. E allora ci vuole la freddezza di un finlandese per mettere il sigillo sull’incontro. Ci pensa Petteri Koponen dall’angolo sinistro a segnare la tripla che con 56’’ consegna +7 e partita a Bologna. Anche Lucio Dalla, da lassù, applaude.
Canadian Solar Bologna – Fabi Shoes Montegranaro 77-72
Parziali: 18-22; 19-17; 23-18; 17-15;
Progressione: 18-22; 37-39; 60-57; 77-72;
MVP: Chris Douglas Roberts. Come detto è ormai lui l’uomo di punta dell’attacco bolognese. Con Poeta e Gigli in difficoltà, senza Sanikidze e con Koponen a corto, coach Finelli manda i compagni a cercare lui. La sua capacità di trovare canestri fuori dai giochi, in situazioni di uno contro uno è davvero di livello NBA e fondamentale per la Virtus che può concedersi qualche passaggio a vuoto in attacco, salvo mettersi nelle sue mani per risolvere la situazione. Ci mette anche una buona applicazione difensiva.
WVP: Koby Karl. Ha la sfortuna di doversi mettere sulle piste di CDR e, ad ogni modo, lo fa con ottimo piglio. Ma è comunque un americano che in attacco ha un peso specifico che rasenta lo zero. Troppo poco davvero.
SALA STAMPA
Nicolò Fiumi