REGGIO EMILIA – La bella e la bestia. La bella Trenkwalder vola, vola alto, vola dove nessuno pare poterla raggiungere. La bestia, di contro, si guarda allo specchio, gioca con supponenza, perde concentrazione e lume del gioco e rischia di farsi rimontare un vantaggio cospicuo. Ma che ci vogliamo fare, questa reggiana è così, ormai lo abbiamo imparato a discapito delle coronarie dei tifosi. Ma alla fine la bella prende il sopravvento, anche a causa di una lancetta del carburante che segna riserva piena per la Centrale del Latte Brescia, che paga lo sforzo profuso nel terzo parziale di gioco dove, punto su punto, questa partita aveva anche sognato di portarla a casa probabilmente. Ed è proprio il terzo parziale che pare essere quello decisivo per la gara, quarto dove Reggio arranca e si perde e Brescia segna, corre e pressa, risalendo sino alle 6 lunghezze di svantaggio, dopo essere colata anche a -13 segnando solo 25 punti nel primo tempo.
DIFESA E CARATTERE. La Trenkwalder parte forte, con Filloy che colpisce subito un paio di volte dai 6.75 e con Robinson che taglia come un coltello caldo il burro la difesa lombarda. Ed il divario si dilata subito fino a 9 lunghezze, sul 14-5, anche grazie ad una difesa da cineteca dello stesso Dawan Robinson sul pericolo pubblico numero uno Goldwire. Ma dopo un time-out tutto pare ribaltato e la parte bestiale della pallacanestro reggiana fa capolino al palaBigi, sottoforma di attacchi scellerati, inutili forzature e difese molli. E Brescia risale, risale e ci crede. Tutto da rifare, 14-13 ad una manciata di minuti dal termine del primo quarto. Ma si sa, la Trenkwalder si guarda allo specchio e rischia, poi riparte, riparte a macinare gioco e punti, ricomincia a soffocare l’attacco bresciano che non cava il più classico ragno da buco. Frassineti batte uno, due, tanti colpi, colpi che non batteva da troppo tempo, il nuovo innesto Antonutti fa il suo e Cervi, al posto di un apatico Chiacig, arpiona tutto quanto passi dalle proprie parti, da una parte e dall’altra. La Leonessa segna il decimo punto del quarto a 4 secondi dalla sirena di metà gara, dopo un parziale da incubo che la vede sotto di 13, 38-25. Robinson è a quota 14.
LA BESTIA E POI…BELLISSIMA. La gara pare indirizzata sui binari biancorossi, soprattutto per la scarsissima vena di Goldwire e soci, Ghersetti a parte, anche a causa dell’assenza di Thompson. Macchè, scordatevi una tranquilla serata corredata da vittoria facile. Brescia rientra dagli spogliatoi trasformata. Busma trova buone giocate nel pitturato, Ghersetti da fuori e la squadra di Dell’Agnello si ritrova a -5 in un amen. La Trenkwalder è sparita, non attacca, perde palla e, quando arriva al tiro, lo fa con fretta e senza una precisa idea di cosa fare. Brescia segna 18 punti in 5 minuti di quarto, dopo averne segnati 25 in un tempo intero. Praticamente tutto da rifare. Ma è proprio li che spunta il protagonista che non t’aspetti, o meglio, che aspettavi ma che aveva dato la chiara impressione di essere in serata tutt’altro che di grazia, ovvero Donell Taylor. La guardia di Washington pare tarantolato e, dopo aver chiuso il primo tempo con 3 punti e 1 su 7 al tiro, piazza un 6 su 8 con triple, tiri dalla media, penetrazioni: 15 punti in un quarto. Materiale di altro livello. E se non ci fosse stato il buon Donell, beh, forse saremmo qui a parlare di un’altra gara, con la Leonessa in palla e Reggio in completo affanno. Il +10 per i padroni di casa, per quanto visto in questo quarto, è manna dal cielo. Ma Brescia ha speso tanto, troppo, e l’ultimo parziale è travolta dalla ritrovata vena reggiana, che trova un ottimo Matteo Frassinetti, coadiuvato da Antonutti e Ruini. Il fuggitivo, la Trenkwalder, chiude a braccia alte in scioltezza, con il gruppo, la Leonessa a distanza da tappone alpino, 85-59 il finale.
Reggio doveva ritrovare vena e voglia, dopo le due settimane di sosta forzate, ma veniva da una sculacciata pesante in quel di Verona, aspetto che non lasciava tranquilli i reggiani, ma ha risposto alla grande, con piglio e cattiveria agonistica, eccezion fatta per quei minuti da “bestia” nei quali rischia tanto, troppo. Brescia, di contro, paga l’assenza di Thompson ed una gara al limite della pornografia dei sui esterni, con Goldwire tenuto a 1/11 dal campo da un gigantesco Robinson in difesa. I risultati concomitanti regalano nuovamente il primato, seppur in coabitazione, alla reggiana, ma con 2 gare in meno rispetto agli avversari. E se sparisse per sempre questa bestia che si ripresenta ogni tanto beh, questa Trenkwalder sarebbe davvero la più bella del ballo.
Trenkwalder Reggio Emilia – Centrale del Latte Brescia 85-59
Parziali: 22-15; 16-10; 22-25; 25-9
Progressione: 22-15; 38-25; 60-50; 85-59
MVP – Donell Taylor: Provocatoriamente. Già, perché nel primo tempo è l’ombra di se stesso, quasi dannoso. Ma se nel terzo quarto non avesse sfoderato una prestazione da 15 punti a referto con rimbalzi, stoppate e recuperi relativi, forse Brescia avrebbe potuto concretizzare la rimonta. Citazione anche per Matteo Frassineti, che chiude con 16 punti e 6/9 dal campo, con 3 bombe in momenti importanti.
WVP – Goldwire, Gergati, Stojkov: chiudono con 2 su 23 dal campo, si, avete letto bene “duesuventitre”, -20 di valutazione e -50 di plus/minus. I numeri, a volte, non diranno tutto e saranno fasulli, ma stavolta dicono tanto se non tutto, della prestazione di Brescia.
Alessandro Caraffi
Foto www.pallacanestroreggiana.it