Tre squadre sole al comando: già dopo due turni della top 16, si disegnano le gerarchie continentali, lasciando intravedere sin d’ora quello che potrebbe essere il panorama delle finali sul Bosforo.
CSKA, Siena e Barcellona non sono solamente le uniche con un record di 2-0: approfittano del secondo turno per scolpire la propria supremazia, con modi e misure diverse ma tutte con simile autorità ed impressione suscitata negli avversari; difficile scegliere il risultato più eclatante tra il trentello rifilato da Kirilenko & co. all’Efes di Vujacic, la ventina recapitata a domicilio da Siena a Casa Real, o i 57 (!) punti (contro 71, mica pochi) che il Maccabi in casa è riuscito faticosamente a segnare al Barça.
Siena ha già un quasi match-ball sulla racchetta, nella sua visita ad un Unicaja viceversa quasi sull’orlo del baratro, dopo aver perso in casa di strettissima misura contro il Real (e se quel punticino fosse stato invece a favore di Malaga, staremmo già parlando di clamoroso out in vista per i merengues). La situazione è davvero ottimale, per i biancoverdi: perdere non sposterebbe un granché, ed anzi paradossalmente potrebbe aumentare la bagarre tra le tre iberiche del girone; vincere significherebbe trovarsi già la settimana dopo a conquistare (sempre con Malaga, a quel punto sostanzialmente eliminata) l’accesso ai playoff, potendo pensare solo ad un (probabilissimo) primo posto, per il fattore campo nei playoff e soprattutto per evitare il CSKA.
Oltre a doversi leccare le ferite per il tonfo casalingo, il Real deve invece affrontare una doppia sfida decisiva contro Bilbao: una vittoria a testa con differenza canestri a favore dei baschi potrebbe riprodurre in Europa il risultato della scorsa semifinale della Liga, coi baschi che lasciano a terra la capitale e si presentano sorridenti nella nobiltà europea, alla faccia di chi ipotizzava un loro disimpegno in favore el campionato.
Nel girone H, la demolizione catalana dello Yad Eliahu (ok, puristi, oggi Nokia Arena; ma c’è chi è affezionato anche ai nomi gloriosi, nostalgia canaglia…) mette Cantù nella condizione di provarci davvero, a raggiungere i playoff: come sperato, nel doppio confronto col Maccabi potrebbe addirittura bastare vincere a Desio giovedì con un adeguato margine, da difendere in Israele la settimana successiva; ed a quel punto “sarebbe sufficiente” (“seh, fallo tu, la dici facile!”. Ok, ammetto…) vincere a Kaunas o in casa con il Barcellona, per un ultimo turno che probabilmente Basile sogna ogni notte da questa estate, svegliandosi con le mani ancora impegnate nella “frustata” per il canestro decisivo.
A proposito di Basile, crescono i sospetti che da contratto si sia impegnato a segnare un tiro impossibile a turno. E non si dica che l’ha sempre fatto: l’ultimo – da 8 metri abbondanti, di tabella, all’ultimo dei 24” – era tutto fuorché un “tiro ignorante”, e considerato che sul tabellone finale la differenza era di un punto, diciamo che non si è trattato di un canestro superfluo…
Ben più fosco il quadro per Milano, che anzi, dopo la sorprendente vittoria dell’Unics Kazan ad Atene, ha un piede e mezzo fuori dai giochi. Se ci si vuol provare – certo, dati gli ultimi risultati in campionato, non è proprio detto… – si tratta di vincere 1.000 km ad est di Mosca (Domercant permettendo), e di puntare a due vittorie casalinghe nel ritorno con russi e Fenerbhace. Potrebbe non bastare lo stesso, in caso di arrivo a tre col Pana (che metterebbe sul piatto il +21 di Milano); ma almeno si giustificherebbero gli investimenti e si guadagnerebbe qualche punto nella strana graduatoria europea, con l’obiettivo nel prossimo futuro di guadagnare una licenza permanente ULEB, al momento lontanissima.
Indipendentemente da Milano, ed anzi soprattutto se l’Armani non riuscisse nell’impresa, incuriosisce (noi. Obradovic ha già sgozzato due cartomanti…) la posizione del PanathinaiKos: se il Fenerbhace vincesse lo scontro diretto almeno ad Istambul, potrebbe concretizzarsi lo spettro dell’ennesima eliminazione dei greci prima dei playoff, nell’anno successivo al titolo.
Sempre parlando di greci, nel girone E l’Olimpiacos è in posizione parallela a quella di Milano; con la non irrilevante differenza che il CSKA, togliendo democraticamente punti a tutti, abbassa il punteggio necessario alla seconda per passare il turno. Fatto sta che se i biancorossi del Pireo perdono mercoledì con l’Efes, salutano la compagnia (coerentemente con il ridimensionamento del roster); certo non per la disperazione dell’ULEB, visto che ne deriverebbe la sopravvivenza di almeno una squadra di Istambul, ed in particolare della più attrezzata Anadolu Efes (destinata, appunto, a Siena nei playoff).
Ne riparliamo, dopo i prossimi due turni “anda-rianda“…
Maurizio Zoppolato