La domanda sorge spontanea: se questa era la prima partita di Top 16 cosa si vedrà nei playoffs o addirittura in Final Four?? Equilibrio e intensità per gli interi 40 minuti, mai vantaggi troppo alti e in più anche tante belle giocate di squadra o individuali (vedasi ad esempio lo scarico dal pick’n’roll alto dietro la schiena di Teodosic per il più facile dei due punti da sotto dopo appena 6 minuti di gioco).
Già dal primo quarto si capisce che sarà partita vera e combattuta (21-22 il parziale), tendenza che viene confermata nel successivo periodo nel quale le due squadre si alternano al vertice senza riuscire però ad accumulare più di 4 punti di vantaggio. Ai padroni di casa giova senz’altro il 5/5 da 3 con cui hanno iniziato la partita, tra le file avversarie invece i punti vengono costruiti come al solito grazie al sapiente gioco corale, quasi da squadra di all-stars. Da segnalare la prestazione di Hines a fine quarto che grazie a una serie di penetrazioni senza paura, rimbalzi e stoppate riesce a portare l’Olympiacos sul 44-40 alla sirena dei 20’.
Nell’intervallo i campioni russi devono aver capito che stare sotto nel punteggio proprio non gli si addice, così piano piano riconquistano il terreno perduto e arrivano addirittura al massimo vantaggio a 2’50” dalla fine del quarto grazie ad una tripla di Teodosic. Niente paura: il massimo suddetto vantaggio consiste in soli 7 punti e già nell’azione successiva Gecevicius restituisce la tripla e si ritorna a soli 4 punti di differenza… Negli ultimi minuti Spanoulis accende le ruote motrici e grazie ad una serie di sue entrate (con scarichi o canestri suoi direttamente) l’Olympiacos riesce a non far scappare il CSKA e a chiudere il quarto sul 58-62.
Ultimi 10 minuti che coincidono a sorpresa con i primi minuti in maglia rossobianca di Acie Law, il quale ripaga l’asso sfoderato dalla manica da coach Ivkovic con una sola bella entrata e non molto più di tanto impegno.
Non bastasse l’intensità e il punteggio tirato, ci pensa un movimento un po’ incerto di Kirilenko ad aggiungere pure del clima infuocato al match: a 7’ dalla fine infatti coach Ivkovic si imbestialisce con la terna arbitrale per un’infrazione di passi non fischiata a AK47, fallo tecnico immediato e conseguente accensione del pubblico greco.
Sarà perché preso dall’adrenalina o sarà perché semplicemente è un gran difensore, nell’azione seguente i tiri liberi Spanoulis mette in scena una difesa da restare a bocca aperta su Siskauskas: il lituano, trovandosi in posizione favorevole di post ed avendo dalla sua parecchi centimetri di vantaggio sull’avversario, cerca ripetutamente di chiamare palla. Ma niente: Spanoulis è sempre in posizione perfetta davanti a lui e persino quando l’avversario prende palla, aprendosi, fuori dall’area si esibisce pure in una serie di scivolamenti difensivi che non permettono niente all’attaccante. Può essere un dettaglio non propriamente visibile in una partita del genere, ma merita tutte queste righe di encomio.
Giusto un minuto dopo arriva un altro fischio arbitrale pesante: 4^ fallo di Khryapa. Viene fatto alzare immediatamente dalla panchina un compagno e dopo i due liberi tirati dall’Olympiacos suona inevitabile la sirena del cambio. Ma esce Kirilenko…. Khryapa si è talmente fatto conoscere come un giocatore dall’intelligenza cestistica eccezionale che neanche in una partita del genere il suo allenatore si azzarda a toglierlo dal campo per i minuti finali.
La scelta di Kazlauskas viene ovviamente ripagata e i russi riescono a proseguire nella propria marcia; gran parte del merito va senz’altro a Krstic che continua a macinare punti in silenzio: si arriva 65-74 a 5 dal termine.
A un minuto dalla fine il tabellone dice 77-82, palla in mano al CSKA che però commette infrazione di passi (forse…) e regala l’occasione ai padroni di casa di crederci ancora. Ma oltre a questa occasione il CSKA non regala nient’altro, anzi è solo lui a segnare dal campo nelle azioni successive e a suggellare quest’emozionante partita con l’ennesima vittoria (78-86).
Risultato giusto, bella partita, ottimo inizio di questa seconda fase.
Maurizio Musolino