Milano espugna il Pionir di Belgrado ribaltando la differenza canestri dell’andata e staccando il biglietto per le top 16 di Eurolega. “Chi di rimonta ferisce, di rimonta perisce”. Sì perchè Milano nel terzo quarto era piombata nel baratro del -11, che nel computo qualificazione, facevano 15 punti da recuperare in meno di 20 minuti. La squadra ha mantenuto la testa sulla partita, ha fatto e disfatto (con errori anche macroscopici), salvo poi mostrarsi più solida e concreta nel momenti decisivi del match dove Cook ha convertito sapientemente i liberi, al contrario di Law e di una strategia bianconera tutta da decifrare.
Si parte e le squadre sono piuttosto contratte, consce dell’importanza della posta in palio e quasi bloccate nello scoprirsi troppo al fronte avversario. Il Partizan apre le marcature e rimane avanti sino a metà quarto quando una tripla di Hairston sigla l’11-12. Il solito Kecman sigla sul finale il +4 per i padroni di casa, rendendo più complicata la risalita milanese.
Si segna pochissimo e, a metà secondo quarto, il punteggio è 24-19 con il Partizan (miglior squadra dalla lunetta dell’intera eurolega) che lascia per strada un quantitativo cospicuo di tiri liberi che non permettono un divario ben più congruo.
Milano risponde con qualche canestro importante di Cook e Hairston portandosi sino a -2 con un minuto ancora da giocare. Qui avviene il primo turning point del match con Raduljica che segna il +4 del Partizan e Scariolo che chiama timeout per organizzare l’ultimo tiro con 3.9″ alla sirena. Gentile si occupa della rimessa, spara una fucilata nelle mani di Cook che non la controlla consegnandola a Milosavljevic che, da nove metri, infila la tripla del +7 sulla sirena. E’ un pugno che stenderebbe anche il miglior incassatore.
Milano accusa pesantemente il colpo, infatti l’apertura di secondo tempo è l’inizio dell’incubo con quattro liberi di Milosavljevic e Raduljica che portano il risultato sul 40-29. E’ il classico momento in cui serve giocarsi il tutto per tutto e la coppia Hairston-Cook decide di caricarsi la squadra sulle spalle offensivamente rispettivamente con quattro e sei punti riportando gli ospiti sino al -4 sul 43-39. Kecman non ci sta e mette la bomba del nuovo +7, ma un gioco da 4 punti di Nicholas ristabilisce distanze con velleità di rimonta. Con quattro punti di Mancinelli e un canestro di Bourousis Milano riesce addirittura a mettere la testa avanti sul 51-50.
Il quarto periodo è una rivisitazione cestistica della guerra dei cent’anni con continui stravolgimenti di copione, sorpassi e qualificazioni in bilico. Bourousis gioca il suo miglior quarto da quando è in maglia Olimpia nel momento del vero bisogno e sono suoi nove dei primi dieci punti dell’ultima frazione milanese con una tripla, due conclusioni dal post e un tap in a rimbalzo. Macvan non ci sta e mette la tripla del -1 su una clamorosa svista difensiva di Fotsis (che però cattura ben 12 rimbalzi alcuni dei quali cruciali). Milano è sempre avanti e il distacco oscilla tra 6 e 1 punto con momenti di discreto attacco e qualche amnesia difensiva che permette a Macvan di scavare nella spazzatura del match e lucrare un paio di canestri preziosi. Il lay-up del sorpasso di Kecman a 3.16′ dalla fine sembra spegnere le velleità di qualificazione milanesi, ma il 7-0 firmato Hairston (5) e Rocca (appoggio su assist dello stesso Hairston) riportano sulla terra i padroni di casa. Il capitano milanese si diletta anche in un insolito 2-2 dalla lunetta mostrando un cuore infinito ed è ancora +6. Katic fa -4, Hairston sbaglia l’appoggio acrobatico con 20″ sul cronometro, sbaglia sul suo stesso rimbalzo d’attacco, ma regala, con un altro tocco, un altro rimbalzo offensivo a Fotsis che riapre per Cook.
Il Partizan è obbligato a fare fallo sul playmaker che fa 2-2. Comincia una girandola di liberi che vede Law, Cook e ancora Law fare 1-2, ma a 6″ dalla fine è ancora +5 Milano. Mancinelli imita i suoi predecessori facendo 1-2 per il -6, ma sulla rimessa tutti attendono l’ennesimo fallo su Law. Il play fa l’unica buona giocata del suo quarto periodo con un passaggio per Andjusic che, però, riceve storto e a 9 metri dal canestro. La sua preghiera non finisce lontano dal bersaglio, ma esce e sancisce la qualificazione di Milano alle top 16. I giocatori ospiti devono uscire di gran carriera dal campo che diventa bersaglio di oggetti anche pericolosi provenienti dalle tribune. Non è la degna conclusione di una partita così tirata, combattuta e corretta, costellata da un pubblico del Pionir che definire intimorente (ma fino a lì sportivo) è riduttivo.
La truppa di Scariolo, nonostante una difficoltà e sofferenza irripetibili, stacca il biglietto per delle top 16 onestamente insperate. Ora la mente dei biancorossi potrebbe essere più leggera, con la speranza che l’onda lunga della qualificazione e la gioia per il primo obiettivo raggiunto, possano portare giovamenti anche al prosieguo della stagione.
L’impresa di Milano è realtà.
MVP: Ex aequo per Malik Hairston (18 puntu, 4 rimbalzi, 2 assists) e Omar Cook (19 punti, 6 assists e 7 falli subiti) che si sono alternati al comando nei momenti di maggiore difficoltà.
WVP: Acie Law. Una gestione finale peggiore non poteva averla, viene sempre battezzato dalla zona milanese e non è mai in grado di dare un contributo offensivo ai suoi. Sono sanguinosi gli ultimi errori dalla lunetta.
Partizan Belgrado – EA7 Emporio Armani Milano 66-72 (18-14, 18-15, 14-22, 16-21)
Le parole di coach Scariolo dopo il match da OlimpiaMilano.com