Sette camicie da gettare. Le classiche, fantomatiche, camicie che la Trenkwalder ha deciso di far sudare ai propri tifosi. Si, perché i biancorossi hanno trovato questo dannato modo di vincere le partite: dominarle fino a metà gara e poi addormentarsi, specchiarsi e farsi risucchiare in un vortice pericolosissimo, dal quale si è usciti per un non nulla contro S.Antimo e dal quale si è usciti per ancora meno contro una coriacea e mai doma Conad Bologna, forgiata ad immagine e somiglianza di coach Markovski, seppur navigante in tutt’altro che buone condizioni di salute visti i numerosi problemi avuti in settimana. Vince Reggio Emilia, e lo fa di 4 lunghezze, ad una manciata di secondi dal termine, anche se per 25 minuti la gara pareva nettamente incanalata su binari favorevoli ai ragazzi di coach Menetti.
DIFESE, QUESTE SCONOSCIUTE. La Trenkwalder, che rende omaggio allo sfortunato capitan Valenti con una maglietta indossata nel riscaldamento, parte in quarta, non sbagliando nulla per i primi cinque minuti di gara (chiuderà il quarto con 10/10 da 2), volando al +14 dopo solo 7 minuti, 26-12, mettendo in luce una difesa, o meglio dire un abbozzo di difesa, di Bologna, con mille problemi di rotazioni difensive e di chiusura del pitturato. Chiacig furoreggia sotto le plance ospiti, dove Dimsa prima e Baldassare poi poco possono contro i muscoli del totem friulano. Robinson e Slanina scagliano darti infuocati sui felsinei, che vanno al primo mini-riposo sotto 33-19 solo grazie ad un Blizzard ispirato sia offensivamente che in fase di impostazione. Ma la partita ha tutta l’aria di non essere morta quanto il punteggio possa far sembrare e l’innesto di Pecile da nuova linfa alla Conad, che trova buone soluzioni dall’arco e colpisce sfruttando il pick&roll. Reggio inizia a mostrare affanno offensivamente e le polveri diventano bagnate, nonostante Menetti ruoti Cervi e Pini per dare maggiore dinamicità sul perimetro da ambo i lati del campo. Alla sirena di metà gare Bologna è viva, 49-40. Ma dagli spogliatoi esce una reggiana nuovamente incandescente al tiro: Robinson colpisce due volte dai 6.75, Taylor inizia a martellare il canestro bolognese e, dopo un lancio a una mano stile baseball di quest’ultimo, lo stesso Robinson appoggia al vetro il +20, massimo vantaggio reggiano, 70-50 al 25’.
BLACK-OUT TOTALE. La gara sembra morta e sepolta, ma la Conad, come detto, ha grinta e carattere pari a quelle del suo coach e prima di dar per persa una gara se la vuole giocare sino al quarantesimo. E così è. Pecile e Kelley, ben supportati da Dimsa e Baldassare, iniziano a rosicchiare punto su punto ai reggiani che vanno in confusione, merito soprattutto della difesa molto fisica, quasi al limite, messa in campo dalla formazione ospite. La palla non girà più a dovere, i lunghi non vengono serviti e difensivamente il perimetro è terra di conquista per Blizzard e soci: dopo soli 4 minuti di quarto parziale la gara è riaperta con Bologna a – 6 lunghezze. La Trenkwalder ci capisce poco, la gara diventa bruttina e nervosissima. Taylor e Dimsa, vengono espulsi per un litigio nella quale vola si qualche spintone di troppo, ma è sceneggiato a dovere dal lungo lituano. Chiacig lotta nel pitturato e riesce a cavar fuori qualche punto dalla lunetta ma dall’altro lato del campo la difesa degli uomini di Menetti è quanto di più brutto si sia visto in via Guasco da inizio stagione. Vrkic, autore di una gara maiuscola, piazza la tripla del -3 a 4 minuti dal termine, che diventa prima -2 ad un paio di giri di lancetta al quarantesimo, e -1 sulla tripla di Baldassare ad 1 e 23” dalla sirena. In lunetta la mano reggiana non trema nè a Robinson nè ad un concreto Giovanni Pini. Cutolo accorcia nuovamente da distanza siderale e Robinson, pressato da Pecile, commette uno sciocco fallo in attacco a 15” dal termine, rinconsegnando la palla in mano a Bologna per giocarsi il pareggio. Blizzard deraglia in entrata e Slanina si invola in contropiede segnando sulla sirena il canestro del 91-87, corredato da un fallo di dubbia sportività e di discreta cattiveria da parte di Donato Cutolo.
Reggio si regala il primato per Natale, se lo regala perché se lo è, in fondo, meritato pienamente, con tantissimi alti e qualche comprensibile basso. Bologna è alla sua seconda sconfitta sul filo di lana in pochi giorni, ma il carattere mostrato dalla squadra di Zare Markovski può certamente far ben sperare, casomai con qualche aggiustamento qua e la ed una condizione fisica migliore rispetto a quella con la quale la squadra è scesa in via Emilia. Sette camicie da buttare dicevamo, con tanta, ma tanta sofferenza per una vittoria di quelle che rafforzano sempre più la consapevolezza di potersi giocare un traguardo importante.
Trenkwalder Reggio Emila – Conad Bologna 91-87
Parziali: 33-19; 16-21; 21-18; 21-28
Progressione: 33-19; 49-40; 70-58; 91-87
Dagli spogliatoi
Max Menetti: “La verità è che negli ultimi 5 minuti non ne avevamo davvero più, la pausa arriva al momento giusto, davvero. La gara è stata nervosa, anche a causa di fischiate arbitrali dubbie. Robinson è stato il primo a pagare questo fattore, ecco il motivo delle tante palle perse. Gli hanno fatto saltare anche un dente, ma sa che deve imparare a controllarsi. Buona partita di Chiacig a dimostrazione di quanto sia importante per noi. Poi vorrei fare un plauso a Giovanni Pini: non è facile, a 20 anni, essere il cambio di uno come Filloy, era teso prima della gara, si vedeva, ma ha fatto bene. Lui e gli altri ragazzi non sono il classico stereotipo del giocatore che deve solo saper tirare, loro lavorano sodo tutta la settimana e ci mettono voglia.” Una parola sull’espulsione di Taylor: ” Non ho visto cosa abbia scatento la reazione di Donell, ma se Dimsa fosse rimasto in piedi forse si sarebbero presi un tecnico a testa e si sarebbe chiusa li. Non ha fatto un gran figura il lituano, è sembrata la classica simulazione calcistica, voglio dire, poteva risparmiarsela”
Zare Markowski: ” Nella rimonta ci sono grandi meriti nostri e pochi demeriti di Reggio. In queste condizione fisiche davvero di più non potevo chiedere. Abbiamo generato recuperi dalla pressione e dai cambi difensivi. Peccato non aver avuto il colpo di reni finale. Il tiro finale doveva prenderselo Blizzard, come è stato, solo non ha avuto la lucidità di fare un tiro in allontanamento, come forse era il caso di fare. Siamo sempre vigili sul mercato, tutti lo sono, bisogna poi vedere quali siano i nostri fabbisogni.”
MVP – Dawan Robinson: 26 punti con percorso netto dal campo (5/5 da 2 e 3/3 dall’arco), 11 falli subiti ed una superiorità fisica quasi imbarazzante nei confronti di Kelley. Unica macchia le 9 palle perse, la cui ultima poteva risultare fatale. Le sue scorribande seminano il panico in mezzo alla difesa ospite, se poi si mette anche a tirare con queste percentuali dall’arco beh, diventa di difficile contenimento. Citazione d’obbligo per un Roberto Chiacig da 20 e 11.
WVP – Egidjius Dimsa: D’accordo le non perfette condizioni fisiche, d’accordo la mancanza di allenamenti ed il problema al piede, ma il lituano è nullo sotto le plance, dove Bologna soffre enormemente Filloy e Chiacig, in attacco prova a fare qualcosina, ma i 5 falli in 12 minuti con relativa sceneggiata hollywoodiana sulla spinta di Taylor che provoca l’espulsione di entrambi; sceneggiata quantomai censurabile.