Alcuni appassionati potrebbero pensare che il basket italico sia ormai in piena decadenza, che sia ormai morto. A questo triste, anche se a volte giustificato pensiero, noi rispondiamo dicendo che non è morto ma è probabilmente in uno stato di grave malattia onde per cui può guarire; basterebbe fare delle piccole ma importanti modifiche o somministrare delle cure, azioni che secondo la nostra modesta opinione, da gente che ama questo sport, renderebbe il nostro sport con un livello minore di sospetti ma anche potenzialmente di maggior livello qualitativo.
Non siamo dei salvatori della Patria ma cerchiamo di domandarci se queste piccole idee potrebbero dare quel medicamento indispensabile per sanare antiche e nuove ferite sulla credibilità del nostro sport.
Innanzitutto impedire che in campo sia presente un arbitro che abbia anche soltanto un minimo conflitto d’interessi, perché se c’è un conflitto di interessi piccolo o grande che sia, ai tifosi e non solo potrebbero venire dei dubbi sulla buona fede di quell’arbitro. E citiamo quanto accaduto ad esempio tra la Sidigas Avellino e la Montepaschi domenica scorsa, arbitro in campo designato il signor Capurro che oltre ad essere un arbitro di serie A1 è anche il responsabile dello staff medico della Nazionale Italiana di basket, allenata da Pianigiani. Non appare una soluzione “rivoluzionaria” ma di buon senso, una cosa molto semplice da fare e spesso le cose semplici sono le migliori.
L’altro suggerimento è l’obbligo di avere a referto 5 o 6 italiani. E’ un regolamento che va abolito (questo dipende dalla formula che si è scelti di adoperare), perché pensiamo che sia una regola del tutto sbagliata sia a livello economico, sia a livello qualitativo per un roster. Infatti sono pochi gli italiani di valore presenti nel nostro campionato, questo va a discapito sia dei risultati europei delle formazioni nostrane che partecipano alle coppe (visto che le altre squadre europee sono molto più libere di agire sul mercato), sia a discapito delle finanze di tutte le nostre formazioni. Approfittando di questo regolamento, molti giocatori italiani, ben sapendo che devono essere ingaggiati obbligatoriamente, chiedono cifre più alte rispetto al loro valore reale. Non ci venissero a dire che la regole degli italiani è stata creata per favorire la nostra Nazionale (a giudicare dai recenti risultati della Nazionale sta raccogliendo), mentre ad esempio la Spagna, la quale non ha una regola del genere per favorire i propri connazionali, sta ottenendo grandissimi risultati. Per cui noi siamo per un mercato libero, dove l’unica regola che deve vigere è quella di avere durante una partita un massimo 12 giocatori a referto.
Basterebbe perciò fare una regressione temporale, esattamente di cerca dodici anni fa quando nel 2004 la nostra Nazionale vinse l’argento olimpico, oppure potremmo andare ancora più indietro nel tempo quando nel 1999 in un entusiasmante partita di finale contro la Spagna, l’Italia vinse l’oro ai campionati Europei di basket. A quei tempi non esisteva l’obbligo di avere tutti questi italiani in squadra ma da quello che possiamo facilmente notare i risultati erano ben migliori, di ben altro livello rispetto ad ora. Dunque questa formula che il nostro basket sta adoperando non sta facendo altro che peggiorarlo, lo sta rendendo molto meno vincente, per non dire perdente rispetto ai fasti di un suo glorioso passato.
Siamo certi e sicuri infine che lanciando questa sorta di sasso nello stagno, l’intero movimento cestistico italiano ne gioverebbe, forse lo farebbe solo in minima parte ma lo farebbe, perché come si dice “meglio poco che niente”.
Raffaele Ciriello