Vittoria scacciacrisi per la Biancoblu Bologna, che supera nel derby di mezzogiorno l’Aget Imola per 79-71 e raggiunge quota 8 punti in classifica. La squadra di Markovski insegue per tre quarti, soffre un Whiting da 26 punti e 8 rimbalzi a tratti inarrestabile, ma in difficoltà nel finale, stringe le maglie in difesa e porta a casa i due punti. Imola vince il duello a rimbalzo con Bruttini e Kotti e dà l’impressione di poter controllare la battaglia sotto i tabelloni, ma paga l’assentarsi della sua guida nel finale, oltre ad un Daniels a tratti deleterio. Percentuali molto basse per entrambe le squadre, alla fine vince Bologna quando riesce a raddrizzare la mira da fuori e a conquistare extrapossessi grazie alla difesa. I tre stranieri trovano a turno giocate importanti alternate a momenti di assenza, tenendo ancora tutti con il dubbio su dove ci sia da intervenire.
2200 spettatori dice il dato ufficiale, come sempre un po’ generoso, forse qualcosa sotto i 2000 il dato reale ma l’assurda scelta di giocare all’ora di pranzo sicuramente non aiuta. Le tifoserie si beccano un po’ ma senza esagerare, tra ospiti che contestano la legittimità della squadra di casa di chiamarsi Fortitudo e tifosi bolognesi che colgono nel segno ironizzando sull’eterna questione mancanza di un palasport ad Imola. Markovski lascia fuori Pecile e parte con Kelley-Blizzard-Vrkic-Canavesi-Dimsa, di là Masoni-Whiting-Prato-Kotti e Bruttini con il prezioso Cournooh assente per infortunio alla caviglia.
Il primo quarto si apre all’insegna degli errori e della confusione, sarà purtroppo una costante di tutta la gara, arbitri inclusi. Basti pensare che si inizia con una tripla di tabella di Dimsa seguita da due punti, ma c’è subito la risposta imolese guidata da Whiting. Kelley spegne l’attacco di casa tenendo troppo la palla senza combinare un granché, ne approfittano gli ospiti per provare l’allungo sul 7-11. Daniels scheggia i ferri da fuori, Pecile entra e alterna buone giocate a palle perse, Blizzard è più preciso al tiro ed il primo quarto si chiude sul 15-15 e l’impressione che la partita debba ancora decollare.
Rimane basso il punteggio nel secondo periodo, Whiting dà l’impressione di risparmiarsi e lascia il palcoscenico all’ex Biella che duella bene con un buon Baldassarre. Lo svizzero soffre un po’ a rimbalzo ma infiamma il pubblico schiacciando il 26-24. A quel punto il mormone decide che è ora di giocare e con il consueto mix di entrate e tiri da fuori riporta i suoi sul 28-33 in un amen. Bologna sbaglia sempre da tre, anche e soprattutto con Vrkic, Markovski cerca di scuotere i suoi e gli arbitri con un tecnico palesemente cercato a cinque secondi dalla fine del secondo quarto. La scelta si rivela sul momento sbagliata, Whiting e poi Prato dalla lunetta segnano 4 punti in cinque secondi e si va all’intervallo sul 31-39.
La Biancoblu prova a far girare di più la palla ad inizio secondo tempo, ma dura poco perché Kelley decide ancora di mettersi in proprio rompendo i giochi. Imola vola sul 33-44 grazie ad uno dei rari sprazzi di Bruttini. Resta però in vita la squadra di casa grazie al pressing che asfissia Masoni e propizia una serie di recuperi che vogliono dire parziale di 6-0 e partita riaperta. Proprio quest’arma impedisce a Bologna di affondare quando Imola torna sul 39-49 dopo un altro tecnico alla panchina della Biancoblu. Gli ospiti non riescono a tenere distanti Pecile e compagni che tornano a -4 prima che due triple incredibili di Whiting e Prato fissino il punteggio sul 54-61. Bologna ha decisamente alzato il volume in difesa, ne fa le spese Daniels che fa il quarto fallo sfondando, ma tutta la sua squadra va in confusione tanto che saranno 18 le palle perse nel solo secondo tempo.
Imola però sembra sempre trovare la risposta giusta, la tripla di Andreaus per il 57-64 dopo il canestro di Vrkic stenderebbe un elefante. Sembra segnata la contesa ma avviene la svolta: Fucà deve togliere un Whiting senza più fiato e complessivamente molto deludente della ripresa, un eccesso di protagonismo degli arbitri trasforma un contropiede con possibile antisportivo a favore in fallo di attacco di Andreaus e Blizzard azzanna sull’azione successiva trovando il 60-64. A questo punto, anche stavolta, inizia il momento di Kelley, che centra due canestri pesanti in successione per il 66-64 e carica di falli in entrata gli ospiti mandandoli in bonus dopo soli tre minuti. Rientra Whiting ma sembra ormai tardi, due liberi di “Tre” a cinque dalla fine valgono il 68-64 prima che Markovski, in un eccesso di prudenza con sprazzi di overcoaching, lo tolga per preservarlo dai falli per l’eventuale supplementare. Montano però non lo fa rimpiangere, guida la squadra con sicurezza e difende sicuramente meglio. Whiting non trova più la via del canestro e i suoi compagni sembrano sperduti e privi della lor guida. Daniels fa il quinto fallo, una scivolata in attacco del mormone sul 76-69 a due minuti dalla fine sa tanto di resa. Così sarà, finisce 79-71.
CONAD BOLOGNA – AGET SERVICE IMOLA 79-71
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SALA STAMPA
Fuca: “Rendo merito alla squadra di casa, che ha vinto meritatamente. La nostra prova è sotto gli occhi di tutti: due buoni quarti ed un terzo dove potevamo uccidere la partita ma ci è mancato il colpo del KO per poi spegnerci nel finale. Le cifre per una volta rispecchiano la partita: nell’ultimo quarto abbiamo tirato con l’1/16, perdendo 18 palloni nella ripresa. L’infortunio di Cournooh ci ha tolto un giocatore importante, noi siamo già corti e siamo quindi arrivati senza fiato nel finale. Brava anche la F a difendere a tutto campo con il pressing e a toglierci lucidità.
Noi siamo già in 8, se in più un giocatore come Daniels resta in campo solo 12 minuti per problemi di falli è chiaro che finiamo per andare in difficoltà. Così nel finale abbiamo avuto loro che pressavano bene a tutto campo, difendevano bene su Whiting e sul pick’n’roll e noi che ci siamo spenti poco a poco e leggevamo male le rotazioni e il pressing. Sapevamo che dovevamo affrontarlo con passaggi e triangolazioni e non palleggiando, però con la stanchezza non è facile essere lucidi. Questo è un campionato in cui si può vincere o perdere contro tutti, chiaro che se manca un giocatore con Cournooh si fa più difficile. In questo momento lui fatica a camminare, non ci voleva in una settimana in cui giocheremo tre volte di fila.”
Markovski: “Vittoria meritata, abbiamo vinto due quarti e pareggiato uno, difeso bene di squadra causando 18 perse e fermando Whiting, trovando poi nel finale la lucidità per chiudere la gara in nostro favore. Secondo me abbiamo giocato bene sempre, chiaro che ad un certo punto abbiamo capito cosa dovevamo fare per vincere e l’abbiamo messo in pratica.
Il tecnico naturalmente non l’ho preso apposta, però sapevo che era in un momento in cui forse si poteva scaldarsi di più e protestare di più e quando gli arbitri hanno iniziato a sbagliare tropppo mi è venuto naturale farlo.
Il ritorno di Cutolo ha permesso a molti di giocare nella propria posizione, ad esempio Vrkic non è più stato messo da 4 e ci ha aiutato con la sua intelligenza cestistica. Kelley è come lo studente che si sente bravo e inizia a studiare tre giorni prima dell’esame, è il suo carattere, lo so e per questo non smetto mai di spronarlo. L’ho tolto perché ho voluto fare un ragionamento più ad ampio respiro, aveva già 4 falli e volevo preservarlo per l’eventuale supplementare, poi Montano ha condotto bene la squadra.
La vittoria ci conferma che noi lavoriamo bene e sempre, nonostante le critiche e le pressioni che in una città come Bologna sono sempre forti. La nostra è una squadra di onesti lavoratori, per vincere dobbiamo fare questo e tirare meglio da 3 e quando l’abbiamo fatto abbiamo portato a casa la partita”.
Il migliore: In una partita in cui quasi tutti portano il proprio mattone per la vittoria e hanno qualcosa da farsi perdonare, Brett Blizzard è il più continuo per la squadra vincitrice. Tiene a galla i suoi nel primo tempo quando Imola potrebbe scappare, risponde presente nel momento della rimonta e lascia il palcoscenico ai compagni più caldi quando serve, trovando 4 assist da aggiungere ai 15 punti. Il suo 3/6 da 3 è di assoluto valore per una sfida in cui le entrame le squadre faticano tremendamente a trovare il canestro da fuori.
Il peggiore: Erik Daniels non riesce praticamente mai a tenere a bada il proprio istinto per rendersi più utile alla squadra, tentando giocate improbabili e non approfittandone a rimbalzo in una partita in cui potrebbe dominare fisicamente gli avversari. Per lui 5 falli in 12 minuti, oltre a 3 palle perse ed un 3/7 dal campo dove sembrano più casuali i tre canestri segnati che quelli sbagliati.