SIENA – TMac forse smette di giocare, i suoi problemi fisici non gli permettono più di stare in campo come ci è sempre stato, da protagonista, ma forse neppure più da comprimario e allora il piccolo grande uomo prova ad operarsi, ma temiamo che rivederlo su un campo di basket sarà molto difficile se non impossibile. Si ha un bel dire che tutti i giocatori sono uguali, che sono professionisti (mercenari, come li dileggia qualcuno), che non hanno attaccamento alla maglia, che lo sport per loro è solo lavoro, forse questi luoghi comuni valgono davvero per tantissimi giocatori professionisti, del basket come del calcio, del volley come della pallanuoto etc etc. Ci sentiamo di dire che ci sono delle eccezioni: a Siena abbiamo visto la gloriosa canotta della Mens Sana indossata da Alberto Ceccherini, senese purosangue, recordman di presenze in maglia biancoverde strappato a questa vita da una malattia terribile molto presto, troppo presto, abbiamo avuto anche la fortuna di vedere all’opera George Bucci italo-americano che ha lasciato un segno indelebile nei cuori dei tifosi senesi e che è rimasto legatissimo alla città. Ma oggi siamo a glorificare un grande, anzi un grandissimo uomo, che ha saputo creare un’osmosi con Siena davvero inusperabile e che qualsiasi singolo tifoso mensanino che lo ha visto all’opera non potrà mai scordare.
Terrel McIntyre arrivò nel 2006 a Siena preceduto non certo da una fama di fuoriclasse. Alcuni campionati in Italia positivi in piazze non sotto la luce dei riflettori (Capo d’Orlando e Reggio Emilia), esperienze all’estero in Francia e Germania, un buon giocatore ma non certo un fuoriclasse assoluto. Poi l’approdo a Siena, qualcuno dirà che “con un play di 1,76 si va davvero poco lontano”, qualcun altro sentenzierà che “se il giocatore fosse stato di valore, a quasi 30 anni, sarebbe già stato da tempo nell’orbita di una Grande”…TMac smentirà tutti, vincerà a Siena scudetti, coppe Italia e Supercoppe in serie, farà incetta di premi personali sia in Italia che in Europa con segnalazioni come MVP delle finali-scudetto o l’inserimento per ben due volte nel primo quintetto europeo di Eurolega come playmaker. Ma, al di là dei successi di squadra e personali, ciò che fa di TMac un personaggio unico è lui stesso, la sua umanità, la sua semplicità, la sua umiltà, la sua simpatia, la sua abnegazione, l’attaccamento alla maglia come se si trattasse di una seconda pelle.
Terrel vive, nei suoi anni di permanenza a Siena, nel territorio della contrada dell’Istrice, la stessa di chi scrive, e non è infrequente incontrarlo nel tardo pomeriggio dopo l’allenamento, o la sera dopo cena mentre fa due passi con la moglie come chiunque altro, ha un sorriso per tutti, si sofferma a parlare con chiunque, quando poi nasce la sua primogenita è giocoforza per TMac chiamarla “Siena”. Con lui siamo ben oltre il professionista serio e impegnato, con lui siamo al livello di un senese di adozione, e chi conosce noi senesi sa bene quanto siamo gelosi della nostra città, della nostra unicità, delle nostre tradizioni tanto da rasentare, e talvolta superare, il fanatismo e la chiusura assoluta nei confronti di chiunque venga da fuori. TMac no, TMac è “uno di noi”, è quello che ci ha fatto vincere tante partite, che ci ha fatto gioire e piangere di gioia, che ha dato tutto se stesso alla causa mensanina giocando col dolore e gettando sempre il cuore oltre l’ostacolo. Lo abbiamo rivisto a Siena in occasione della partita di Eurolega contro il Kazan, serata dalle forti emozioni per il ritorno di un grande ex come Domercant, per il record di presenze europee di Stonerook, ma nulla ha catalizzato l’attenzione e l’emozione dei presenti come quando lo speaker ha annunciato la presenza di “Lui”, del piccolo grande uomo. Un paio di minuti ininterrotti di applausi, di cori senza soluzione di continuità, di occhi gonfi, di voci rotte, coi ragazzi della curva che hanno issato uno striscione che, nella sua semplicità, diceva tutto: “Simply the best”. Ciao grandissimo, ciao piccolo grande uomo, ciao alfiere di mille battaglie, giocatore e uomo indimenticabile che hai lasciato un segno indelebile nei cuori di chiunque abbia avuto la ventura di vederti giocare, ogni volta che chiamerai tua figlia per un rimprovero o per darle una carezza nominerai la città che non ti dimenticherà mai e che, ne siamo sicuri, tu mai dimenticherai. Grazie per averci dato il privilegio di poterti vedere all’opera con la maglia che più amiamo, grazie.
Alessandro Lami