Forlì – Tutto come previsto, prevdibile e preventivabile. A partire dalla vittoria della favorita, i “padroni” di casa, continuando per l’enorme massa di tifosi forlivesi, ben 1300!, presenti al PalaCattani di Faenza. L’unica cosa che non si poteve prevedere, e che onestamente nessuno osava preventivare, era la forma con la quale la MarcoPoloShop.it sarebbe giunta alla sconfitta. Forlì gioca di fatto a basket per soli 5 minuti, i primi del secondo tempo, riuscendo ad impensierire una Andrea Costa che sembrava voler omaggiare gli “ospiti” di un inatteso regalo natalizio. Ma a Natale manca ancora un mese e Forlì ringrazia, declina il gentil pensiero, e Freeman, molto educatamente, manda sul ferro la tripla del supplementare a 4 secondi dal termine. Era l’esordio in maglia FulgorLibertas di Tommaso Marino, guai a gettare la croce addosso all’ultimo arrivato e per di più in un ruolo delicatissimo come quello di regista, ma i migliori lampi di gioco si sono visti con Borsato, recuperato dall’infortunio, nello spot di “1”. Non si potrà gettare la croce nemmeno su una serata storta, e concendiamogliela diamine, di Tony Easley. E allora? Allora, beh, se la latitanza del gioco forlivese è una oggettiva questione di emergenza, cui porre ovviamente rimedio nel più breve tempo possibile, l’insostenibile leggerezza della panchina e gli eclissamenti repentini e duraturi di Freeman dalla partita sono mali cronici da estirpare con terapia d’urto. Dalla panchina di Vucinic arrivano, in totale,10 punti, 5 a testa per Marino e Casoli, e 9 minuti di nulla assoluto da Nicola Natali. Poco, troppo poco. Il numero 5 mercuriale, al secolo Austin Freeman, fa vedere cose che profumano più di NBA che di LegaDue, ma la costanza non è la sua dote migliore e scompare, troppo spesso, senza dare la possibilità a chi imposta il gioco di metterlo in ritmo, incidendo più per i punti non fatti che per i 22 refertati a fine partita. Più che per il risultato, in sostanza, c’è da preoccuparsi per quanto non visto in campo, con la certezza che Vucinic riuscirà in settimana a toccare le corde giuste per fare arrivare pronti i suoi ragazzi alla delicatissima partita casalinga di domenica prossima contro Jesi. Lì sì che sarà vietato sbagliare, perchè Jesi ha battuto Barcellona salutando la compagnia e balzando a quota 8 punti in classifica, ma soprattutto perchè da dietro ha mosso i primi passi Sant’Antimo, vittoriosa su Bologna, ed ora a soli 4 punti dai Romagnoli.
L’approccio di Forlì al match è alquanto deleterio. Mentre Imola comincia a fare il suo lavoro, aprendo la contesa con una tripla di Prato, dall’altra parte la FulgorLibertas decide di collezionare tiri sbagliati e palle perse. Al minuto 5, Vucinic si vede costretto al timeout con Imola sul 15-4, per effetto di due triple mortifere consecutive di Cournooh e Whiting. Ma il peggio deve ancora venire, e si materializza sotto forma di Davide Bruttini che, sul finire di primo quarto, scaglia due folgori dai 6,75 che abbattono, prima di tutto nel morale, una Forlì che si stava riprendendo con Freeman a suonare la carica stampando una stratosferica schiacciata con la difesa imolese a guardarsi negli occhi. Vucinic continua a ruotare, dando l’impressione di capirci molto poco, Freeman, Marino e Borsato in cabina di regia. Il canovaccio della partita non cambia, ed i 1300 forlivesi presenti leggono un laconico 26-12 sul tabellone del PalaCattani alla fine del primo quarto. Nella frazione di gioco successiva Imola accusa un leggero blackout, la partita da brutta si trasforma in orrida e Forlì riesce a recuperare punti. Trapani capisce che non è serata e prova a buttarsi dentro rimediando qualche fallo, mentre Huff si prende la squadra sulle spalle e prova a far pentole e coperchi. Al riposo lungo la squadra di Vucinic è sotto di soli 7 punti, Whiting sta denunciando problemi al tiro ed Imola deve pure cominciare a fare i conti con i 3 falli di Masoni e Prato.
I primi 5 minuti della ripresa sono quanto di più bello fatto vedere dalla FulgorLibertas. Alle 3 palle perse consecutive di Easley, decisamente in serata no, segue la riscossa biancorossa, firmata Stefano Borsato. Forlì alza i ritmi in difesa, Huff stoppa Bruttini, Borsato inchioda una tripla e altri due punti frammezzati da un canestro di Easley. Imola è in bambola, Trapani stoppa Whiting e Freeman piglia rimbalzi e firma il -4 (46-42) a 5 minuti dall’ultimo mini- intervallo, prima di rieclissarsi di nuovo. Caso, oppure no, da un lato Freeman ritorna in letargo, e dall’altro Imola ricomincia a macinare punti. La sopraffina intelligenza di Whiting suggerisce al bianco USA di Imola, vista la seratina non brillante, di mettersi al servizio della squadra e, individuato in Bruttini l’uomo caldo, comincia a distribuire assit al bacio per il numero 14 di casa. Bruttini diventa incontenibile e Forlì fa una fatica dell’anima per cercare di recuperar punti. Sul finire di partita Freeman risorge, e con lui la MarcoPolo che, con due triple di Borsato e Freeman, più un tiro da fuori della guardia americana, si ritrova a -1(67-66) a 4 minuti dalla fine. Di quì le due squadre vanno a braccetto, con Forlì a sciupare i regali di Imola, e l’Aget a vivachhiare sui 4-5 punti di vantaggio. All’ultimo, sul 75-72 per Imola, Freeman, con ancora 4 secondi sul cronometro, riesce a prendersi un tiro discreto, sulla rimessa forlivese dopo il timeout, ma si vede costretto a tirare dall’angolo, in precarie condizioni di equilibrio, senza guardare, eppure di tempo ce n’era, a chi poter cedere la palla per un tiro migliore. L’errore è l’epilogo sul match, che si chiude coi liberi di Whiting dopo il fallo di Easley.
Sala stampa:
“Siamo partiti troppo molli e abbiamo inseguito per tutta la partita la squadra di Imola”- attacca uno sconsolato Vucinic-“e di certo le palle perse hanno condizionato il nostro attacco. Non abbiamo lasciato però andare via la prtita, anzi, per ben due volte siamo riusciti a mettere la testa avanti, ma purtroppo…Un ringraziamento speciale a tutti i nostri tifosi che ci hanno seguito e ci hanno sostenuto per tutta la partita. I continui cambi difensivi di Imola ci hanno condizionato in attacco facendoci produrre molte palle perse, mentre sul piano difensivo abbiamo cercato di difendere forte sul loro perimetro, in particolare su Whiting. Questo ha scoperto un pò la coperta e ha lasciato libertà a Bruttini.” – poi sull’ultimo tiro-“Era difficile preparare un tiro che gli avversari sapevano benissimo sarebbe stato da 3. Siamo comunque riusciti a crearlo, ma non è entrato. Come ben sapete a volte i tiratori hanno delle crisi di tiro ed in questo momento Freeman c’è in mezzo, però è anche vero che i tiratori devono fare il loro lavoro e ricevere la palla per essere pericolosi offensivamente. Austin sta lavorando bene e noi dobbiamo aspettare che torni ad essere quallo che conoscete.”
“Volevamo vincere questa partita per fare un regalo ai nostri tifosi, per fare un regalo alla nostra società e , permettetemi di dire, per chiudere tre mesi di lavoro che sono stati durissimi.”- dice Fucà – “Usciamo da questi tre mesi con 4 vittorie e 4 sconfitte durante le quali la società ci ha sempre trasmesso tanta tranquillità. L’unica cosa che non dobbiamo fare ora è quella di pensare di essere diventati bravi, belli e buoni, ma continuare a lavorare seriamente, con attenzione, sapendo che il campionato è difficile, sapendo che ci saranno momenti felici e meno felici. Sull’ultima azione avevo detto di far trascorrere qualche secondo e poi di fare fallo, ma i ragazzi si sono accorti che era passato troppo tempo quando hanno visto che Freeman caricava il tiro. A quel punto hanno aspettato e ci è andata bene.”
MarcoPoloShop.it Forlì – Aget Imola 77-72 (26-12;14-21;17-19;20-20)
Tabellini:http://www.legaduebasket.it/game/?id=3351
MVP: serata magica per Davide Bruttini, che trova in Whiting il fondamentale ispiratore ed in Tony Easley un inatteso alleato. Non sbaglia praticamente nulla in attacco, segnando 29 punti che gli valgono un fragoroso 34 di valutazione.
WVP: Se le palle perse ha segnato il destino di Forlì, Easley è tra quelli che ne ha collezionate di più, ben 5, insieme a Casoli e Trapani, tutta gente che doveva prendersi cura di Bruttini.
Massimo Framboas