La verità è nel titolo. Milano ha gettato al vento, con buona probabilità, una stagione di eurolega con dieci minuti sciagurati in cui ha concesso 5-6 da 2, 3-5 da 3 e 11-13 ad una squadra che aveva segnato in 30 minuti la “bellezza” di 39 punti. E’ inaccettabile perdere una partita di tale importanza dopo aver dominato per larga parte del match.
I timori della vigilia su un possibile inizio soft si avverano prontamente con una Milano non cattiva sul pallone che concede ben cinque rimbalzi in attacco in altrettanti minuti agli avversari. Chiaramente il piano difensivo di Scariolo è di non far arrivare la palla in post a Pekovic, a costo di concedere qualcosa sul perimetro, ma lo 0-4 da tre del Partizan nei primi dieci minuti premia la scelta. E’ Radosevic a partire in quintetto come agente speciale sull’ex Panathinaikos, ma l’inizio è tutto di Macvan con 6 punti. Milano fatica enormemente in attacco trovando buoni tiri solo in uscita dal pick and roll che coinvolge Pekovic. Quando dalla panchina si alza Gallinari arriva una sferzata di attività con quattro liberi di fila che riportano Milano al -2 della prima pausa.
Al rientro c’è Viggiano e si sente subito con una palla sporcata, ma la partita viaggia per un paio di minuti sull’equilibrio sino a quando Macvan non esce per il secondo fallo. Da lì si scatena il post basso di Milano con il Gallo e Mancinelli che confezionano ottime giocate per il 23-19. Qui si apre la forbice con una difesa impressionante della coppia Hairston-Cook che annulla i rispettivi avversari scatenando il campo aperto. Il 12-0 è una diretta conseguenza grazie alle firme in calce dello stesso Hairston e di Mancinelli. Il Partizan non segna praticamente mai da fuori con 1-8 da tre punti, ma molti tiri sono forzati dall’asfissiante difesa milanese che concede la miseria di 5 punti in 10 minuti.
Torna in quintetto Radosevic e, nonostante il quarto fallo dopo 3 minuti, gioca uno sprazzo di partitanotevole con una difesa assolutamente perfetta sul pick and roll in aiuto e recupero. Il Partizan continua a litigare con i ferri e, quando Nicholas segna il 37-21, è festa per il Forum. L’unico neo di questo inizio di ripresa sono i quattro falli spesi presto, ma Law non riesce proprio a trovare il fondo del canestro da fuori (0-7 fino a quel momento). Sul +19 Milano gioca qualche azione difensiva letargica e Scariolo si esibisce in un urlo che solca tutto il Forum richiamando i suoi ad una maggiore attenzione.
I cattivi presagi di Scariolo sono confermati in un quarto periodo milanese da incubo. Law mette una fortunosa tripla allo scadere e, poco dopo, Scariolo si fa assegnare un tecnico per un fallo in attacco fischiato ad Hairston. Qui ha inizio la lenta, inesorabile e sconcertante rimonta del Partizan. Milano praticamente non gioca in attacco e si passa la palla facendo trascorrere il tempo senza logica. Kecman si erge a protagonista per mancanza di alternative quando tutti i suoi compagni erano usciti per 5 falli. E’ proprio lui con i suoi liberi a ribaltare il match. Nicholas sbaglia una tripla aperta, Gallinari sbaglia due appoggi e sull’azione successiva commette antisportivo su Pekovic. Contro la zona milanese Macvan segna dall’angolo il -3. Milano è nella confusione più totale e anche Cook non riesce a imbastire una singola azione offensiva degna di nota. Sul 63-62 Kecman mette a segno il 2+1 del vantaggio Partizan. Cook si porta la palla fino alla fine del tempo sbagliando il tiro e, ancora Kecman con Law, sigillano la più incredibile delle vittorie che spedisce Milano nel baratro del girone e il Partizan con più di una possibilità di passare il turno. Questa inspiegabile debacle di 10’ in cui un avversario che ha tirato con 10-28 da 2 e 3-17 da 3 in 30 minuti, piazza un 30-9 di parziale negli ultimi dieci minuti, di cui un sapido 17-2 per chiudere il match.
MVP: Milan Macvan 18 punti e 11 rimbalzi. E’ il primo a crederci anche nei momenti più difficili ed è la chiave dell’impresa dei suoi.
WVP: Sergio Scariolo Inconcepibile perdere di mano una partita del genere, facendosi prima fischiare un tecnico quando la partita era in controllo, per poi non capirci nulla durante la rimonta avversaria.
EA7 Emporio Armani Milano – Partizan Belgrado 65-69 (12-14, 19-5, 25-20, 9-30)
Quotes:
Scariolo Per 32 minuti è stata senza dubbio la miglior partita che abbiamo giocato in questa stagione, poi negli ultimi 8 minuti abbiamo cominciato a pensare di risolvere da soli la partita, abbiamo smesso di difendere concedendogli penetrazioni uscendo dal nostro piano partita, sino ad arrivare alla sconfitta. Già alla fine del terzo quarto avevo avuto avvisaglie di una scarsa concentrazione e, forse, sul +17 pensavamo di aver vinto e quindi abbiamo giocato con superficialità. Quando una partita finisce ai 69 punti e una squadra ne fa 30 nell’ultimo periodo non c’è molto da spiegare i motivi sono semplici da trovare. Sappiamo dall’inizio che il girone sarebbe stato duro, ma noi ci siamo pesantemente complicati la vita. Abbiamo subito a rimbalzo offensivo perchè i lunghi erano molto impegnati a tagliare fuori Pekovic e Macvan, per questo motivo dovevamo dare una mano maggiore con i nostri esterni. Loro sono molto bravi e hanno grande tempismo per i rimbalzi. Nonostante ciò abbiamo giocato un’ottima partita nei primi tre quarti dove siamo riusciti anche a colpire i loro punti deboli difensivi trovando ottime conclusioni sia dal post basso che dal perimetro.
Ora c’è la pausa di campionato, dobbiamo tirare il fiato ed esser bravi a comprendere e continuare sulle buonissime cose che abbiamo fatto nei primi tre quarti, togliendo tutto il male e lo svantaggio che abbiamo dilapidato, cosa che non è la prima volta che succede quest’anno. Dobbiamo obbligatoriamente togliere questi cali di concentrazione, perchè non possiamo permetterci pause mentali, noi dobbiamo vincere le partite in difesa, obbligando gli avversari a far fatica. Solo in questo modo possiamo vincere partite anche quando attacchiamo male.
Jovanovic E’ stata una partita difficile, noi abbiamo giocato un discreto primo quarto, ma nei due centrali ci siamo fermati, non riuscendo ad attaccare la loro grande fisicità e sbagliando tiri anche molto aperti. Siamo stati bravi a crederci e a continuare a giocare, poi nel quarto periodo qualcosa è cambiato, loro hanno sbagliato anche tiri comodi, noi abbiamo preso fiducia, abbiamo segnato qualche canestro importante e attaccato meglio anche contro la zona. Il nostro pubblico accorso in massa ci ha dato una gran mano, avevamo l’obbligo di onorare la partita anche per loro che sono un fattore determinante in casa, ma anche in trasferta ci hanno seguito con affetto.
Simone Mazzola