ROMA – E’ stato da sempre considerato un talento puro, come quei diamanti che resistono miracolosamente illesi al piccone del poco pratico di turno già squadrato, tagliato con le sue facce multiple.
Senza elencare le sue vittorie ed i suoi successi con la Maglia Azzurra, argento agli Europei spagnoli del 1997 ed oro in Francia nel 1999 sotto la guida di Boscia Tanjevic, e con i clubs dove ha giocato e lasciato un ottimo ricordo (Bologna, la natìa Verona, Roma compresa tra il 2002 ed il 2005, Treviso, Avellino, Rieti, Venezia, Napoli e Montecatini), oggi Davide Bonora è impegnato nell’opera di ricostruzione del giocattolo Virtus Roma, fragorosamente scollatosi e caduto a terra la scorsa stagione, al quale sta dedicando passione ed impeto esattamente come aggrediva il parquet nell’atto così naturale per lui di palleggiare e giostrare il gioco per la sua squadra.
Nato per giocare a basket quindi, perciò da una persona così profondamente dentro questo straordinario sport come non chiedere del perchè sia così faticoso a Roma raggiungere quei traguardi e quei risultati che altrove, in piccole città diciamo, è meno difficile raccogliere ?
Innanzitutto grazie del tempo dedicatoci Davide. Allora, come sta andando sino ad oggi questa esperienza a Roma, che in passato hai vissuto come giocatore ed oggi approcci come dirigente ?
DB: Piacevole, senz’altro un esperienza piacevole ed entusiasmante e soprattutto sto vedendo con estremo interesse come funziona il meccanismo di una squadra metropolitana come è Roma vista però da un’altra angolazione. In verità, quando mi è giunta la chiamata di Toti questa estate non avevo le idee chiare sul mio futuro (sorride, ndr), ma non potevo dire di no….Perché è Roma e perché c’è di mezzo il Presidenti Toti e perché collaboro con un bel gruppo di lavoro che conoscevo, ma non lo vivo con apprensione, lo sto vivendo alla giornata proprio.
Quest’anno, come anche confermato da coach Lardo in un altra intervista sempre a Noi di ALL-Around.net, Roma parte per ricostruire, non per vivere una stagione di transizione dopo le mancate vittorie degli anni scorsi. Ti sei chiesto del perchè Roma non sia mai riuscita a portare qualche coppa in bacheca in passato nonostante i soldi spesi ?
DB: Io spero tanto che si possa costruire qualcosa d’importante da quest’anno, soprattutto adesso che sto cercando di capire dal di dentro cosa significa, cosa voglia dire fare pallacanestro a Roma, a prescindere dal gruppo di lavoro con il quale lavoro così bene. Beh, t’assicuro che vedendola da questa parte per la prima volta, fare basket a Roma non è per niente facile. Problemi fisico-logistici, anche organizzativi, non me la sento d’addossare la responsabilità dei mancati successi a questo o quel dirigente. Lavorare a Roma per il gioco del basket è veramente complesso, sto vedendo ad esempio come e quanto sia difficile sgomitare per far bene in questa città dove il basket non è considerato come il calcio che prende quasi tutto lo spazio possibile, in queste condizioni non è facile programmare.
Di questi problemi ome uscirne fuori allora, quale la “ricetta” che ha in mente Davide Bonora e, semmai, esiste una “ricetta” per il basket romano di vertice?
DB: Premetto che non mi ergo al ruolo di come colui che sa, mi permetto solo di fare alcune considerazioni in libertà, così come me le stai chiedendo….Le prime cose che mi vengono in mente potrebbero essere due. Partiamo dal settore giovanile. E’ vero che ci vogliono tanti solidi e risorse ma è oggettivamente complesso chiedere ad un ragazzo che vive a Roma e che esce da scuola alle 13.30 da Roma sud arrivare sino a Roma Nord, dove ci alleniamo. Quanto tempo impiega questo ragazzi a venire a Roma nord ? La foresteria poi. La Virtus non ha un suo palazzo dove poter costruire, lavorare a suo piacimento con i suoi giovani. Al momento ed anche in passato dobbiamo dividere il palazzo di Viale Tiziano con altre squadre ed altri sport, il tutto con orari massacranti. Non è mica come quando ero a Verona. Con la mia bici andavo e venivo dal palazzo in pochi minuti….Mi rendo conto che son cose che non si fanno in un amen e che non son facili da superare. Da quest’anno abbiamo attivato una forte collaborazione con l’Eurobasket, una società che cura e gestisce tanti ragazzi ma a Roma sud, quando devono venire da noi a Roma nord però sono dolori…Infine mi viene in mente che l’idea d’avere un palazzetto da 4.000-5.000 posti a sedere, non deve essere enorme, ma deve esserci una foresteria per poter gestire così nel miglior modo possibile i tempi ed il traffico per i ragazzi che vivono in questa splendida ma grande città.
Passiamo a temi più immediati. State sondando il terreno per completare il roster alla luce degli infortunii di Dasic e Maestranzi ?
DB: Maestranzi non giocherà a Sassari, questo è sicuro, poi valuteremo. L’ematoma si sta assorbendo in fretta ma ci vorrà sempre del tempo. Sul mercato poi non me ne occupo direttamente ma siamo valutando diverse opzioni per tamponare le situazioni d’emergenza come questa ma anche per allungare la panchina o la qualità degli allenamenti. Però non ci sono grandi risorse economiche e sul mercato, o quantomeno immediatamente liberi e disponibili, non vedo prospetti di grande qualità. Hubalek è stato messo in stand by, dopo l’infortunio di Dasic che però sta rientrando diamo ora più priorità al mercato dei piccoli che a quello dei lunghi. E’ vero che puntiamo su Gordic che è in ripresa, peccato che domenica sia andato in crisi tra il terzo ed il quarto periodo contro Cremona ma sino a quel momento era andato bene. Ma crediamo molto in lui, è un grande atleta e può fare progressi, ne sono certo, soprattutto nelle fasi di lettura del gioco.
Perciò qual’è il risultato che s’aspetta Davide Bonora per l’ACEA Virtus Roma ?
DB: Mi piacerebbe molto arrivare ai PO ma in questo campionato c’è molto equilibrio, possiamo arrivare alle stelle come possiamo finire nei bassifondi della classifica in un amen e finire quindi con un campionato mediocre. Una cosa è certa, è che non dobbiamo regalare partite come quella giocata e persa contro Varese ma quelle gare le dobbiamo portare a casa, adesso ci mancano proprio i 2 punti persi contro Varese, avessimo avuto quei due punti oggi saremmo a guardare la classifica con un ottica differente. Dobbiamo trovare continuità, speriamo d’arrivare alle F8 e vedere come vanno le cose al ritorno, ma già arrivare alle F8 di Coppa Italia ci darebbe un importantissimo attestato di autostima. Non so se sto puntando ad obiettivi sbagliati, io penso che abbiamo talento per poter arrivare a questi risultati ma so anche che abbiamo avversari che ci stanno vicino in classifica che non ci sono inferiori se non superiori. Volo basso e spero di poter prendere le F8.
Fabrizio Noto/FRED