Caja Laboral-Olympiacos: in campo scendono blasone, tradizione e nostalgia; già, perché a vedere anche solo i quintetti che scendono in campo scendono inevitabili le lacrimucce al ricordo dei vari Scola e Papaloukas che in anni non troppo passati hanno reso grandi le due squadre.
Oltre agli amarcord anche la fredda statistica conferma questa sensazione: a metà del primo quarto il punteggio dice solo 6-8, mentre quello delle palle perse è già sul 4-4.
Sono i greci a dare il primo strappo grazie ai movimenti unici da vero pivot di Papadopoulos e alle giocate del giovane Keselj che finalmente può godere di più spazio e confermare quanto di buono ha fatto vedere nel recente europeo; in casa basca invece la palla non arriva mai nei primi minuti alla stella Teletovich tanto che è il suo avversario Antic a dare lezioni di tiro e a mietere canestri.
Il primo periodo si chiude con un giusto 13-22 e anche l’inizio del secondo quarto conferma questa tendenza; solo un incredibile cortissimo air ball dalla lunetta di Papadopoulos segna una prima svolta nella partita con l’immediata successiva uscita dal campo del centrone greco che fino allora ha dominato la metà campo offensiva come il miglior Sabonis.
Le fasi centrali del match sono segnati da un sostanziale equilibrio, nei quali l’Olympiacos paga una bassa percentuale ai liberi (che invece sorride ai padroni di casa, soprattutto a Teletovich -11/13 per lui dalla lunetta nella serata-) mentre i baschi faticano a metterla dalla lunga (17% finale da 3).
Coach Ivanovic prova varie soluzioni per cambiare il trend e ci riesce grazie all’inusuale assetto con Prigioni-Ribas-San Emeterio-Teletovich e Milko Bjelica (per lui tanto ottimo lavoro sporco nei 15 miuti giocati): la palla gira meglio e arriva più spesso per facili canestri da sotto; partita ribaltata fino al 79-76 a un minuto dal termine.
Le ultime azioni son tutte da raccontare: il Caja Laboral esce dal timeout in maniera pessima, facendosi fischiare una palla accompagnata da San Emeterio; nell’altra metà campo l’Olympiacos non combina tanto meglio, ma è bravo a mantenere la palla viva e molto fortunato a trovare una bomba lanciata da Spanoulis a 8 secondi dalla fine.
E’ parità: Prigioni vorrebbe chiamare timeout ma non ce ne sono più a disposizione, riceve quindi la rimessa dal fondo e corre di buona lena nell’altra metà campo in cerca di un fallo di esperienza; il play argentino dimostra però ancora più esperienza nel non ostinarsi a buttarsi contro qualcuno: finiti i 28 metri di campo invano, si ferma per un tranquillo arresto e tiro che entra senza toccare il ferro.
Timeout immediato per i greci che cercano di recuperare la partita che è stata praticamente sempre nelle loro mani, ma lo schema designato per gli ultimi 2 secondo non è efficace e trova un Gecevicius che dal basso dei suoi 21 anni cerca solamente il contatto ma trova solo la seconda sconfitta ellenica su tre partite.
L’emozionante finale risolleva l’umore degli amanti del basket e regala il sorriso ai tifosi baschi, ma la partita nel suo complesso non può far felice nessuna delle due compagini e soprattutto i tifosi che quest’anno difficilmente potranno sperare di farsi un bel weekend ad Istanbul insieme ai proprio beniamini. Senza dei ritocchi ai roster non si compete assolutamente con i vari CSKA, Barça, Siena più le altre eventuali sorprese che emergeranno come ogni anno: il Caja Laboral proverà ad aggrapparsi a Teletovich e alla sua crescita da superstar assoluta a livello europeo (nonostante la prestazione non entusiasmante di oggi), ma probabilmente non è ancora pronto per arrivare ad essere il nuovo Nowitzki, l’Olympiacos invece non ha neanche un giocatore su cui puntare.
Maurizio Musolino