La Virtus si presenta al Forum con la spada di Damocle dell’affaire Bryant che non manca di essere sottolineato dalla ironica tifoseria milanese che riserva pepati cori al patron Sabatini in prima fila.
La partita viaggia sui binari congeniali ai padroni di casa che inibiscono completamente il pick and roll di McIntyre, confinando tutte le azioni bianconere su un quarto di campo e con circolazioni asfittiche. Il problema di falli perenne di Douglas-Roberts non aiuta Finelli che non trova mai una contromisura tecnica alle folate milanesi, che nel terzo periodo archiviano il match con almeno 15 minuti di anticipo.
Gallinari inizia il match pasticciando e perdendo due palloni, ma lucra presto due falli a Douglas Roberts che gli permettono di
accoppiarsi offensivamente con Gailius che gli rende chili e centimetri. Anche Bourousis dopo quattro in fila esce per il secondo fallo, ma la Virtus realizza la miseria di quattro punti in sei minuti. Cook comincia a dispensare assists al bacio per i lunghi, ma quando Finelli prova la zona, tre tiri aperti sbagliati da Nicholas non permettono a Milano di scappare.
La prima presenza in campo di Poeta (11 punti e 7 falli subiti) è di sicuro impatto con 8 punti e la tripla del sorpasso. Da quel momento la partita vive di belle giocate ed equilibrio prima che un 9-0 di parziale firmato Hairston, Radosevic e Nicholas non fissi il risultato sul 37-31 della pausa lunga.
Dopo un anonimo primo tempo viene cercato Homan (6 punti e -4 di valutazione) in post basso, ma le sue conclusioni contro Bourousis assomigliano più ad un’avventura che ad un buon tiro e quando Nicholas e Fotsis propiziano il 7-0, chiuso poi dall’ennesimo scalpo in rubata di Cook su McIntyre, si capisce che la partita sta scappando. L’ex Valencia è il protagonista assoluto del terzo quarto con altri due assist splendidi per Bouorousis (12 e 6 rimbalzi) e Gallinari che chiudono, di fatto, la contesa.
La Virtus prova più volte con piccoli strattoni a rientrare in partita, ma più per qualche leggerezza milanese che per reali meriti, infatti sono memorabili le perse dalla propria rimessa di Fotsis per la tripla di McIntyre e quella di Mancinelli che ha fruttato un appoggio dello stesso T-Mac.
Con un quintetto sperimentale con Radosevic, Giachetti e Filloy, aumentano in maniera vertiginosa le cattive scelte e le palle perse,
ma il distacco è tale da garantire un quarto periodo di amministrazione controllata per Milano.
MVP: Omar Cook. Un cervello prestato alla pallacanestro, perchè portare a casa un 20 di valutazione con 3-7 dal campo è cosa per pochi, se ci aggiungiamo la qualità del suo playmaking arriviamo a una prova da autentico fenomeno.
WVP: Jared Homan. Si trova a battagliare con lunghi importanti, ma il suo 3-14 da due punti e la completa incapacità di fornire un movimento fuori dal suo spartito, gli assicurano una prova alquanto incresciosa.
EA7 Emporio Armani Milano – Canadian Solar Bologna 79-64 (12-10, 25-21, 29-14, 13-19)
L’audio dei coaches
Simone Mazzola