Sassari, 24 maggio 2011 – Un PalaSerradimigni pieno come un uovo e ribollente di entusiasmo chiede alla Dinamo l’ennesimo miracolo della propria stagione. L’Armani Jeans con un parziale iniziale di 14-0, spegne le illusioni dei supporter biancoblù, che danno immediatamente il via ai festeggiamenti. La Dinamo chiude in trionfo la sua prima stagione nella massima serie della pallacanestro italiana.
LA PARTITA
Pronti via e l’Armani Jeans trova subito un parziale devastante di 14-0 frutto di una intensità difensiva che manda in tilt i terminali offensivi sassaresi. Sacchetti capisce subito che Diener non è in condizione di giocare e lancia nella mischia Pinton. Hunter trova i primi punti dopo quasi 5 minuti, ma tanto basta alla Dinamo per iniziare una mini rimonta che la porta a chiudere la frazione sul parziale di 13-19. Si torna in campo e l’Olimpia trova subito il break che decide la partita. L’Armani serra le fila della propria difesa e vola sul +11 (13-24), e per la Dinamo non resta che appellarsi al proprio orgoglio per non affondare. Il finale del tempo è caratterizzato dalle proteste francamente incomprensibili da parte della panchina ospite, che hanno il potere di creare un clima da corrida di cui si poteva fare a meno. Un canestro di Pecherov con Hunter dolorante a terra per un contatto non visto dalla terna arbitrale, e una esagerata esultanza di Mordente verso la tribuna dopo un canestro a fil di sirena, surriscaldano ulteriormente il già infuocato clima al PalaSerradimigni. Fine del quarto con l’Armani che sul punteggio di 22-37 chiude virtualmente la partita.
Al rientro in campo Diener viene gettato nella mischia, ma è immediatamente costretto ad arrendersi al mal di schiena. Meo Sacchetti chiede il cambio ed il play esce meritandosi la standing ovation del pubblico sassarese. Le due triple di Pinton e capitan Vanuzzo cercano di ridestare i biancoblù, ma i ragazzi di Dan Peterson non si fanno sorprendere e gestiscono il finale chiudendo sul punteggio di 60-72, e portando a casa la serie sul 3-1.
LA FESTA
Al suono della sirena si scatena la festa. E’ un trionfo per Meo Sacchetti, che finalmente si lascia andare e risponde alle ovazioni del pubblico, consapevole di aver scritto una pagina storica per la pallacanestro italiana. I giocatori guidati da Capitan Vanuzzo, con il pubblico ordinatamente sugli spalti, si gustano il loro giro d’onore, in cui scappa anche qualche lacrima. I componenti la società con in testa il presidente Luciano Mele, lo staff tecnico e i giocatori vengono portati in trionfo all’uscita dagli spogliatoi. La festa durerà sino a notte fonda.
IL FUTURO
Domani inizierà la partita più difficile per la società sassarese. Il presidente Mele e il general manager Pinuccio Mele sono stati chiari: se non si trova il main sponsor, il titolo sportivo della Dinamo sarà ceduto al miglior offerente. Una realtà come la Dinamo Sassari non può sparire dal panorama cestistico italiano. Lo ha urlato più volte il pubblico del PalaSerradimigni, lo chiede la città di Sassari e l’intera regione Sardegna. Sarebbe veramente un delitto.
Dinamo Sassari – Armani Jeans Milano 60-72
Parziali: 13-19; 9-18; 20-19; 18-16.
Progressione: 13-19; 22-37; 42-56; 60-72.
Arbitri Tolga Sahin, Gianluca Mattioli; Carmelo Loguzzo.
MVP: Permettetemi di assegnare questo riconoscimento al meraviglioso pubblico del PalaSerradimigni. L’ultimo quarto della partita si è giocato in un’atmosfera da brividi. Commoventi le standing ovation riservate a tutti i giocatori.
WVP: Olesksiy Pecherov. Non ripete la maiuscola prestazione di gara 3, segna solo 4 punti di cui due con Othello Hunter a terra, rendendosi protagonista di un gesto poco sportivo che ha lasciato l’amaro in bocca tutti i presenti.
Sala Stampa
Dan Peterson
Ovviamente noi siamo contentissimi e soddisfatti. Passare questo turno dei Playoffs non è stato semplicissimo, soprattutto dopo aver perso in casa Gara 1. Ho trovato la reazione della mia squadra in queste tre partite che abbiamo vinto e sono soddisfatto. Adesso posso dire che l’infortunio di Maciulis ci ha creato delle difficoltà enormi. Prima del suo infortunio arrivavamo da tre vittorie consecutive, frutto di quasi 90 punti di media e grande fluidità di gioco. Siamo andati a Pesaro e senza di lui e senza Mancinelli e abbiamo perso. In gara uno è tornato Mancinelli non al meglio, Coby Karl non inserito nei giochi e Sassari con una gran partita ci ha punito. In questa situazione la squadra ha dimostrato di avere molto carattere e spirito di sacrificio. Ho chiesto loro di sputare sangue. Mi hanno accontentato ed eccoci in semifinale. Questa sera abbiamo iniziato molto bene in difesa raccogliendo i frutti della nostra intensità. La Dinamo, non mi stancherò di dirlo ha fatto una stagione eccezionale. Solo Napoli ha raggiunto l’obiettivo Playoff da neopromossa ma non partendo dal sesto posto. E’ una bella squadra piacevole da veder giocare. Loro non hanno paura. Tirano tutti senza complessi, da Pinton al greco Tsaldaris fino al capitano Vanuzzo. Le squadre di Meo Sacchetti assomigliano a quelle di Dido Guerrieri: giocano bene il giorno della partita. Il pubblico del PalaSerradimigni mi ricorda molto quello di Pesaro. Un ambiente talmente bello che alcuni dei miei ragazzi mi hanno chiesto di giocare qui il resto dei playoff. Un pubblico come questo rappresenta veramente il sesto uomo in campo. Spero che la Dinamo trovi lo sponsor all’altezza di questa splendida realtà.
Meo Sacchetti
L’assenza di Travis Diener ha deciso la serie. Per una partita si può ovviare quando loro ci hanno preso sottogamba, ma poi queste cose si pagano. Loro chiudevano bene e noi avevamo poca lettura nei giochi. C’è un po’ di rammarico perché onestamente avevamo fatto un pensiero al passaggio del turno. Sapevamo che dovevamo giocare molto meglio ma non ci siamo riusciti. Ora andiamo in vacanza dopo una grande stagione, sperando che non sia stata l’ultima partita della Dinamo. Sarebbe un delitto non solo per Sassari e per la Sardegna intera, ma per tutto il movimento della pallacanestro italiana. Io spero di essere qui anche l’anno prossimo. Ci siamo fatti apprezzare come società e come squadra per il nostro modo di giocare. A volte era brutto, ma ogni tanto siamo riusciti a giocare bene e siamo riusciti a essere belli da vedere. Ci siamo comportati bene anche fuori dal campo. La società è stata perfetta, riuscendo a risolvere tutti i problemi che si sono presentati durante la stagione fino a rappresentare il valore aggiunto della nostra squadra. Ultimo pensiero al nostro grande pubblico.
Marco Portas