Teramo – Epilogo peggiore per la BancaTercas Teramo quest’anno non ci poteva essere. Nel giro di pochi secondi si è passati dall’impresona, ovvero la salvezza gratuita, all’impresina, ovvero quella salvezza deliberata dalle squadre di serie A all’inizio della scorsa stagione, la cosiddetta legge salvagrandi con la pena pecuniaria di 500.000 Euro (+IVA). Al di là del fatto che lo sport non dovrebbe prevedere regole di questo genere e al di là del fatto che la Teramo targata Alessandro Ramagli non meritava tale sorte, la norma c’è, esiste ed è dunque lecito adottarla. Quindi Teramo è salva, Antonetti e soci hanno detto e quindi confermato che usufruiranno della wild card e, pertanto, almeno un altro anno tra le grandi è quantomeno garantito.
Certo, la squadra costruita ad inizio campionato fino alla settima partita aveva meritato ampiamente la retrocessione diretta in LegaDue, figlia di scelte di mercato completamente sbagliate e di un allenatore che, pur avendo trovato l’apice della sua carriera (almeno a livello di club), stava deludendo le aspettative già dall’anno precedente. Non voglio tornare sui passi falsi compiuti dal management teramano perché toglierei spazio a quegli eroi che hanno recuperato tantissimi punti quando nessuno se lo aspettava. E qui entra in gioco l’abilità di Ramagli, personaggio affabile e caloroso, talvolta sopra le righe con atteggiamenti simpatici e di coinvolgimento. La speranza di tanti è nella sua riconferma nonostante uno po’ di scetticismo iniziale.
In ogni caso un plauso va a tutta la squadra che ha saputo con voglia, con intensità e con convinzione recuperare il forte divario accumulato, trasformando il PalaScapriano in una vera e propria bolgia dove quasi tutte le avversarie non solo non sono riuscite a passare, ma sono state costrette a giocare in una sorte di girone infernale dove finalmente dopo quasi un anno e mezzo si è riusciti a ritrovare l’attaccamento con i tifosi che non ricordavo così calorosi. La gente comune ha preso coscienza dello scarso talento dei ragazzi ma anche del grande cuore che si può sintetizzare nell’immagine in lacrime di Zoroski dopo la partita di Bologna.
Ah! La partita di Bologna dalle mille polemiche: dall’antisportivo inesistente (a detta di molti), fischiato dall’arbitro Sabetta di Termoli al fallo di sfondamento altrettanto dubbio non fischiato a favore di Davis per arrivare alle poco piacevoli esternazioni di gioia di Poeta che non si è ricordato che senza Teramo forse sarebbe ancora in A dilettanti. Sarà anche un professionista serio ma a noi non è andata giù affatto la sua esultanza. Questo è quanto detto dagli altri. Io mi metto come voce fuori dal coro perché con 24 secondi da giocare (praticamente un eternità), si fa fallo sempre, perché IO devo essere l’artefice della mia morte e non di certo gli altri che si sono trovato quasi in una pizza di cacio.
Ad ogni buon conto la notizia positiva c’è stata: siamo rimasti in LegA, l’anno prossimo ci sarà di nuovo il basket di alto livello al Palazzetto e ci sarà da sudare le proverbiali sette camicie per fare una squadra decente con quel poco di budget che rimarrà per affrontare la stagione. Un’altra cosa è certa: la sofferenza di quest’anno e l’obbrobrio commesso dai grigi con Bologna hanno avvicinato molte persone al Teramo Basket, non solo appassionati ma anche imprenditori che hanno voglia di unirsi al Presidente Antonetti per colmare l’ingiustizia subita quest’anno. Carta alla mano e Brindisi a parte erano altre le squadre che sarebbero dovute retrocedere quest’anno. Ma chiudo con un quesito: se la ComTec dovesse trovare alcune squadre non in regola con i pagamenti, è giusto che Teramo paghi la Wild Card e le altre abbiano solo una penalizzazione da scontare nel prossimo campionato? Ad Malora!
Mirko Pierpaolo Papirii