Pesaro – L’ultima partita stagionale all’Adriatic Arena era cominciata tra i fischi del pubblico di casa e la contestazione silenziosa dell’inferno biancorosso, ma si è poi conclusa tra i tiepidi applausi degli spettatori presenti, soddisfatti quanto meno del moto d’orgoglio con cui la Scavolini Siviglia ha saputo meritatamente sconfiggere un’Armani Jeans ingiustificatamente molle.
Complice lo sciopero del tifo della curva di casa, la partita è stata inizialmente vissuta in un’atmosfera ovattata da fine stagione, visto che la Scavolini Siviglia già sapeva che in ogni caso non sarebbe riuscita ad arrivare ai playoffs; il non numeroso pubblico presente temeva di andare incontro ad una scialba prestazione dei suoi beniamini di casa e invece i biancorossi di casa hanno raccolto l’invito del coach Dalmonte a giocare per la maglia ed hanno sfoderato un’inaspettata prestazione tutta grinta che, a questo punto, non può che lasciare l’amaro in bocca per quello che poteva essere e invece non è stato.
Perché se invece di disputare un campionato sostanzialmente monocorde e senza particolari slanci, la banda di Dalmonte fosse riuscita prima a compiere questa prestazione di orgoglio invece che farlo fuori tempo massimo, forse a quest’ora parleremmo di una squadra nella griglia della post season invece che di una stagione senza infamia e senza lode.
L’Armani Jeans invece, pur essendo l’unica formazione con reali motivazioni vista la possibilità di raggiungere ancora il secondo posto, è giunta in riva all’Adriatico senza particolare nerbo e nonappena la Scavolini Siviglia è salita di intensità ha perso il controllo sul match, facendosi gradualmente sopraffare dalle folate biancorosse.
La sconfitta in realtà non produce alcun danno, vista la concomitante vittoria della Bennet, ma lascia comunque un po’ di amaro in bocca, anche perché il break decisivo è arrivato quando a Cantù il derby con Varese era ancora ben lontano dal decidersi; lo stesso coach Peterson a fine match si è detto dispiaciuto per non avere saputo onorare al meglio una sfida che per lui aveva un sapore particolare.
Come si diceva, complice l’atmosfera da ultimo giorno di scuola, l’avvio è di quelli soporiferi. Milano si presenta senza Mancinelli, colto da un’improvvisa influenza e la cui assenza si va aggiungere a quella più grave (per l’entità dell’infortunio) di Maciulis; le assenze sono di quelle importanti, anche perché deve ancora essere inserito il sostituto del lituano, Coby Karl, ma comunque i milanesi sembrano avere un certo controllo sulla partita grazie alle buone prestazioni di Greer ed Eze.
Pesaro, senza Traini per un risentimento addominale, ha il merito di non tirare i remi in barca e regge l’urto grazie ad un Collins essenziale ed all’energia di Hackett che sovrasta il dirimpettaio Hawkins.
A due minuti dal’intervallo l’Armani Jeans è sul 28-36 e sembra poter chiudere già il primo tempo con un certo margine di sicurezza, ma poi i padroni di casa rientrano sul 36-39 con cui si va al riposo e che sembra solo un fuoco di paglia.
Invece al rientro la Scavolini Siviglia ha tutto un altro approccio, mentre l’Armani Jeans, forse anche colta di sorpresa, non riesce a cambiare marcia; tra i padroni di casa sono sugli scudi Melli (17 punti e 5 rimbalzi per lui alla fine) e Diaz.
In particolare l’ala reggiana si rende protagonista della classica partita dell’ex e propizia il parziale di 12-2 con cui dal 47-50 si passa al 59-52; in complesso il parziale del terzo quarto, dice che i pesaresi hanno vinto 23-13, grazie anche all’energia messa in campo dal solito Hackett.
Nell’ultimo quarto la musica non cambia. Milano patisce oltremodo l’aggressiva difesa avversaria e, nonostante Melli debba uscire anzi tempo per falli a 6 minuti dalla fine, la Scavolini Siviglia ha ormai le mani sulla partita ed allunga fino al 68-58 del 36° per poi portare a casa la vittoria senza particolari patemi.
Una vittoria dalla quale ripartire per la prossima stagione, visto che la dirigenza ha già dichiarato di voler rilanciare la squadra verso i playoffs per il prossimo anno partendo dai dati positivi di questa stagione.
A questo proposito pare ormai certa la riconferma di Dalmonte e di tanti altri tasselli della formazione tra cui Collins e, si spera, Hackett; di sicuro verranno lasciati partire senza troppi rimpianti Almond ed Aleksandrov, anche ieri impalpabili e tra le cause principali dei problemi della Vuelle di quest’anno.
Per quanto riguarda l’Armani Jeans la sconfitta, pur incidendo poco, lascia un po’ di amaro in bocca e qualche preoccupazione per il prosieguo, anche perché l’assenza di Maciulis peserà veramente tanto; una vittoria, seppur inutile, avrebbe forse dato quel pizzico di morale in più che serviva ad una squadra che non riesce a dare una svolta al proprio campionato.
Scavolini Siviglia Pesaro – Armani jeans Milano 81-72
Parziali (20-19; 16-20; 23-13; 23-19)
Progressione 20-19; 36-39; 59-52
Mvp nonostante i numeri premino ancora il solito Hackett, questa volta la palma del migliore in campo va a Nicolò Melli che, pur avendo numeri inferiori, ha il merito di essere stato uno dei protagonisti della rimonta e dell’allungo decisivo dei padroni di casa. Il buon Danielino potrà consolarsi con il platonico titolo di migliore giocatore dell’annata pesarese.
Wvp Pecherov era probabilmente all’ultima partita e non ha fatto nulla per farsi rimpiangere, ma se da lui non ci si aspettava molto di più da Hawkins non ci si attendeva certo una prestazione da 5 punti con 1/11 al tiro in 35 minuti; la sua debacle è quella che forse ha più pesato nella sconfitta dell’Armani Jeans.
Giulio Pasolini