Nessuna favola a lieto fine da Barcellona: Panathinaikos doveva essere e Panathinaikos è stato.
La squadra di Obradovic si issa sul tetto d’Europa e per il coach è l’ottava volta che succede, mentre il suo braccio in campo Diamantidis si è fatto dei bicipiti potentissimi in questa tre giorni alzando nell’ordine: MVP di regular season, miglior difensore, primo quintetto, MVP della finale e la coppa vera e propria.
Discreto bottino per il giocatore senza dubbio più forte e condizionante nel panorama europeo, infatti ha dominato anche la finale risolvendo le situazioni più spinose dei suoi colori, soprattutto quando i canarini israeliani hanno inscenato la rimonta.
In mattinata circola una news nella quale sembrerebbe che il Maccabi, in caso di protrarsi della partita oltre le 19, abbandonerebbe il campo per onorare la festa in ricordo delle vittime di guerra, ma viene derubricata subito come fantascienza e alle 16.30, dopo la vittoria di Siena nella poco utile finalina di consolazione, si alza la palla a due della finalissima.
E’ chiaro da subito che la partita si svolge su due binari principali: per il Maccabi è la difesa sul pick and roll di Diamantidis, mentre per il Panathinaikos è cercare di tenere Jeremy Pargo fuori dal pitturato. I biancoverdi giocano molto per linee interne, sebbene la presenza di Schortsanidis possa creare qualche problema, ma quando l’ex Olympiacos si siede in panchina per due falli, il piano si facilita e, a metà del secondo quarto, il computo dei punti in area è quasi imbarazzante con un 11-17 e 22 punti per il Pana contro l’1-2 e i due punti del Maccabi.
Con queste cifre dovrebbe esserci una sola squadra in campo e invece gli israeliani rispondono colpo su colpo, soprattutto grazie alle bombe di Pnini e Blu. Sarebbe stato lecito aspettarsi una partita più brutta e tesa, invece nonostante errori e palle perse da ambo le parti, lo spettacolo risulta assolutamente godibile con Diamantidis ad ergersi già al di sopra dei rivali all’MVP. L’unico a tenergli testa è Eidson che segna in ogni modo e si concede anche un canestro in semigancio mancino cadendo indietro dai tre metri che meriterebbe gli highlights di Sportscenter al di là dell’oceano. Elyahu mette due volte piede in campo e sembra vestire la maglia degli avversari, Hendrix se possibile fa molto peggio (-6 di valutazione), ma la squadra di Blatt dimostra solidità e compattezza concedendo solo 11 punti agli avversari nel secondo periodo e andando al riposo solo sul -3.
Nel terzo quarto, come Siena fa nel nostro campionato, la squadra di Obradovic comincia ad inserire le marce alte trovando delle buone soluzioni dal perimetro con Sato e Perperoglu. Il Maccabi subisce il colpo, Pargo fatica a trovare spazi per penetrare ed il suo jumper non lo aiuta, allora ecco che ci si affida ad un Blu assolutamente on-fire dalla lunga distanza. Quando torna in scena il pick and roll Diamantidis-Batiste, però, cala la notte per gli israeliani che prima devono subire un paio di canestri di potenza da vicino del lungo e poi, una volta deciso di riempire l’area, la furia da tre punti di Sato. Due azioni offensive speculari per il Pana che parte con un pick and roll centrale, per poi far collassare la difesa e riaprire sul lato per Sato che, partito dall’angolo, sale semplicemente in ala per prendere due tiri con metri di spazio: 6 punti e parziale confezionato.
Anche Nicholas comincia a martellare la retina con i suoi proverbiali pull-up jumper in isolamento e il Maccabi finisce a -12 in evidente difficoltà. La partita sembra finita per tre minuti, prima che quattro lampi di Elyahu da vicino e una tripla di Blu riportino la squadra di Blatt a -6. I verdi ci mettono del loro attaccando un paio di volte in maniera orripilante la pressione avversaria e perdendo una palla dalla rimessa per infrazione di 5 secondi.
In questo momento torna d’attualità l’MVP. Assist nel cuore dell’area per l’appoggio di Batiste, rimbalzo difensivo e liberi lucrati, per poi chiudere la contesa sempre dalla lunetta con l’infallibilità del campione.
Da questo momento partono i festeggiamenti di tutto il pubblico greco e di una squadra che, ad inizio stagione non era la favorita, ma si è prepotentemente candidata eliminando in serie tutte le altre contenders e rimanendo sola sotto il cielo di Barcellona.
MVP: Dimitris Diamantidis 16 punti, 5 rimbalzi, 9 assists, 7 falli subiti per 24 di valutazione. Basterebbe questa striscia a dirci della sua grandezza, ma noi aggiungiamo che è un campione che sa migliorare i suoi compagni, gioca con la squadra e colpisce nei momenti clutch in cui serve che sia lui a prendersi la responsabilità. Al di là dell’oceano direbbero “franchise player” e non sarebbero lontani dalla realtà.
I Festeggiamenti del Panathinakos
Simone Mazzola