ROMA – Poteva essere una sfida pericolosa, quella di oggi contro Teramo, per una Virtus Roma reduce da due sconfitte consecutive contro Cremona e Varese e contro un’avversaria che, senza falsa retorica, veniva a Roma a giocarsela in modo deciso e convinto, a sua volta reduce da un’esaltante vittoria casalinga contro Avellino. Alla fine ha prevalso la Lottomatica, anche senza sudare tantissimo e la circostanza ha fatto certamente piacere alla truppa di Filipovski ma, andando ad analizzare quanto visto, è stata la classica partita equivalente al brodino caldo in mancanza di fresca cacciagione d’addentare quando avresti bisogno di proteine.
Già, la classifica parla chiaro sia per i romani che per gli ospiti, quest’ultimi desolatamente ancora ad occupare il gradino più basso di tutta la graduatoria assieme all’Enel Brindisi. Nonostante la vittoria di questa sera infatti, la Virtus è ancora lontana dal fatidico ottavo posto occupando la decima posizione, quindi ok per la vittoria ma adesso, fattore decisamente poco bello, non occorre più sempre e solo vincere ma bisogna accomodarsi metaforicamente su di un bel trespolo in legno e “gufare” le dirette avversarie, altrimenti vincere non sarà più sufficiente per i Play-Offs.
Una gara anonima, una delle tante purtroppo in questa grigia stagione virtussina, che non passerà agli annali della storia del basket romano e che nel momento in cui Roma ha deciso d’agguantare ha fatto propria, mortificando in modo perentorio le velleità di una Teramo apparsa via via impacciata, confusionaria, poco lucida ed arruffona. E, se vogliamo dirla tutta, Teramo è apparsa afflitta dallo stesso, identico mal di trasferta che ormai endemicamente attanaglia i Giallorossoblu, sempre abbastanza concentrati e decisi tra le mura amiche, svagati ed inconcludenti allorquando varcano i confini del Grande Raccordo Anulare. Questa sera quindi Roma ha incontrato una squadra a sè speculare la quale, anche se ha compiuto gravi errori nella costruzione dell’organico in estate e sta cercando comunque lodevolmente di recuperare il terreno perduto, non doveva incantare il Palalottomatica ma lottare un pò di più, specie nei due periodi iniziali, per far sentire il fiato sul collo ad una squadra con problemi in regia ed in evidente crisi d’identità.
Primo quarto ed è sempre Super Dasic (MVP alla fine della gara, 22 di valutazione con ben 9 rimbalzi), 6 punti per lui per il 6-4 di Roma al 2°. Teramo appare soffrire in difesa la disposizione molto lontana dal ferro degli uomini di Filipovski e per il montenegrino è festa piena negli spazi lasciatigli a disposizione, ma in attacco ribatte colpo su colpo e con la prima tripla di Davis si porta in vantaggio al 5° sul 10-11, costringendo il coach della Virtus Filipovski a chiamare il primo time-out. E Roma non è tranquilla: Washington, bello di solito sempre in Eurolega, sbaglia il più classico uno contro nessuno facendo inviperire il pubblico di casa. Ma se Atene piange, Sparta non ride affatto: Teramo colleziona un bruttino 1/4 ai liberi con il solo Zoroski a segno a dispetto di un Diener da 0/2. Anche Traore fa 1/2 dai liberi ed ora lo spettacolo latita. Si rivede Luca Vitali dopo il virus che lo aveva tenuto fuori dal terreno di gioco per più di due mesi, ma in attacco la palla per Roma non gira come dovrebbe, anche in presenza di Gordic assieme a lui. Teramo è a zona ma la stagnazione della sfera è imbarazzante. Zoroski fa 0/2 dai liberi, poi fulmina da 3 la retina dell’Urbe, 13-15 all’8°. Gordic riporta sopra i suoi con un gioco da 3 punti mentre sale la tensione in campo. Gli errori cominciano a farla da padrone dalla parte dei padroni di casa e Teramo, viva e reattiva, ne approfitta scappando avanti con l’ex De La Fuente prima e con Boscagin dopo, 16-19 al 10° ma Datome tampona con due liberi, si va al riposo sul 18-19.
Secondo periodo e Ramagli insiste su Fultz che però combina qualche pasticcio di troppo consentendo a Roma di ritornare su nel punteggio grazie ad Alì Traore al 12°, 23-21. Rientra Drake Diener assieme a Polonara che si mette sulle orme di Gigli in un duello dal sapore azzurro.
La Virtus adesso difende meglio e Filipovski, proprio come Obradovic contro Rubio nei quarti di Eurolega, “battezza” Boscagin sfidandolo ed invitandolo al tiro; e l’ala biancorossa sbaglia con molto spazio e la difesa della Virtus se ne giova. L’Urbe sembra sempre più in controllo della sfida nonostante Dasic si faccia stoppare da Polonara in modo imperioso e Diener la punisce da 3, bloccando la fuga romana, 27-24 al 15°. Ed il giovane prospetto teramano si ripete anche su Traore destando ottima impressione. Mentre Smith sembra il solito Smith di molte, troppe gare perdendo l’ennesimo pallone, Vitali buca dalla lunga e Datome sigilla il vantaggio romano, consentendo poi la fuga solitaria proprio al Ragno che sigilla il +10 per i suoi, 34-24 al 17° con Ramagli costretto a chiamare tempo. Zoroski cerca di far girare palla ma Teramo non ha altre soluzioni offensive se non il tiro da fuori quando non gioca De La Fuente e, si sa, chi di tiro ferisce, di tiro perisce. Rientra proprio l’ex capitano del Barça Campione d’Europa nel 2001 ma gli abbruzzesi adesso annaspano lo stesso, ora non entrano nemmeno i tiri da sotto come quello tentato dal play serbo che schizza dal ferro e lo beffa. Gigli, altro positivo rientro per lui, ruba palla a Davis ma fa 0/2 dai liberi, recupera Datome per Gordic che da a Dasic, tripla e massimo vantaggio sempre per l’Urbe, 37-24 quando si rivede in campo anche Tonolli. Si chiude 37-26 e con Washington che cerca gloria sul suono della sirena ma senza trovarla.
Terzo periodo e De La Fuente va subito di tripla per i biancorossi facendo esultare i tantissimi tifosi giunti al Palalottomatica, mentre Gordic dall’altro lato del campo subisce fallo sempre da 3, mettendo però a segno solo 2/3. Ma la gara non sembra mutare incedere: Roma controlla difendendo con una discreta intensità, limitando una Banca Tercas che sciupa troppo (10 perse totali al 22°), e con Dasic prima che a momenti stacca il ferro dal vetro e con Datome due volte corre in avanti chiudendo di fatto il match sul 45-29 al 24°, regalando nei 16 minuti restanti momenti di noia ma anche lampi di bel gioco, a tratti esaltanti per l’Urbe con un ottimo Datome che si erge a protagonista del match con dei numeri ad effetto.
Finisce quindi quì una partita che ha lasciato poche certezze ad entrambe le squadre, paradossalmente eguali per tutte e due. A Roma ha detto che se lentamente recupera tutti i suoi effettivi (questa sera era fermo ai box Crosariol ma, francamente, la sua assenza non è mancata a nessuno), può puntare ai Play-Offs ma non bisogna più rilassarsi in trasferta altrimenti, come diceva un certo Asa Nikolic, rischi di buttare a terra il latte appena munto con tanta fatica. E Teramo invece ha confermato che se desidera sognare nella salvezza, occorre più grinta e cattiveria fuori dalle mura amiche.
Non è retorica ma per entrambe le squadre le prossime 6 gare saranno delle vere e proprie finali, gare che dovranno essere affrontate con la massima cattiveria e decisione altrimenti saranno lacrime e sangue.
Sala Stampa
Ramagli
No, non sono soddisfatto e non posso esserlo. Secondo me non troviamo la necessaria intensità, aggressività e concentrazione, e facciamo fatica a tirar fuori il meglio per vincere fuori dalle mura amiche.
Nel primo tempo abbiamo tirato troppo da fuori, non abbiamo attaccato il ferro e ci siamo staccati nel punteggio. Nel secondo ci abbiamo riprovato ma avevamo perso l’abbrivio, nonostante avessimo anche preso alcune seconde chances di tiro, abbiamo sbagliato troppo ed alla fine questi errori ci hanno penalizzato. Però non abbiamo mai avuto la consapevolezza di farcela, abbiamo fatto quello che dovevamo fare forse senza crederci e quindi con meno energia ed alla fine siamo stati puniti. Una gara quindi troppo molle, forse ci abbiamo creduto poco, peccato perchè Roma è una buonissima squadra che in casa aveva fallito poche volte ma potevamo essere più decisi. Diener non è uno scorer e quindi è come chiedere alla spalla di fare il capocomico. Quindi se non fa canestro sembra che voglia strafare, è vero che in casa di muove meglio, in trasferta non ha mai trovato quella fiducia e l’approccio al canestro ma, ripeto, stiamo chiedendo a lui di far cose che non sono parte del suo DNA cestistico. Poi si è lussato il dito dopo lo scontro con Young, speriamo di poterlo vedere in campo anche domenica prossima. Il cammino si fa difficile ma se non vinciamo fuori casa tutto si complica, è vero che Roma non era la tappa migliore per vincere ma dovevamo essere più decisi. Roma mi è sembrata in palla, non è stata trascendentale ma ha fatto bene mettendoci in crisi, sembra come noi, in casa si fa apprezzare e fuori lascia desiderare ma se ci sono anche tanti infortuni è difficile trovare il bandolo della matassa. Un ringraziamento al nostro pubblico che ci segue sempre con un calore immenso e stasera torneranno a casa delusi ma lo siamo anche noi delusi, ci scusiamo con loro perchè avremmo potuto fare di più.
Filipovski
Sono contento per l’importante vittoria, avevamo addosso molta pressione per questa gara dopo le sconfitte di Cremona e Varese e nel primo quarto abbiamo faticato, poi abbiamo battuto Teramo essenzialmente con la difesa e grazie ai tanti rimbalzi presi. La palla in attacco ha girato sufficientemente bene, ed abbiamo coinvolto di più chi giocava in post basso. Oggi abbiamo vinto, bene, ma ora dobbiamo metabolizzare i troppi infortuni ma, come se non bastasse, stasera Crosariol non ha giocato per un problema al ginocchio, Smith ha avuto problemi anche lui al ginocchio, però son tornati Vitali e Gigli….Il problema più grosso che abbiamo è questo, troppi infortuni che dobbiamo superare e vedo che stiamo riuscendo, anche se lentamente, a risolvere questi problemi, senza dimenticare Djedovic. I problemi di base sono i malanni, siamo in 10 e ci alleniamo non benissimo così. Un plauso a Gigli e Vitali, che stanno rientrando e che oggi han dato bene quello che potevano dare. Gigli ha fatto molto bene ma devono crescere ancora. Play-Offs….Ci penso ma cerco di giocare gara dopo gara, penso ai miei problemi ed a come risolverli, non penso agli altri e ripeto, dobbiamo giocarcela e dico ai ragazzi che dobbiamo pensare alla giornata senza fare troppe fantasie. Domani penseremo a Biella, ma non ci sono gare facili in Italia e conosco le loro caratteristiche di buona squadra e di gestione, sono molto pericolosi dalla lunga distanza e dovremo cercare di dare il massimo per portare a casa la vittoria.
De La Fuente
Credo che Roma sia stata brava a giocare una partita molto fisica, e quello che ha detto il coach è vero, Roma ci ha messo sotto fisicamente e noi abbiamo fatto fatica a controllare i loro uomini dentro l’area. Sono contento di essere a Teramo, sapevo della difficoltà e siamo ancora in fase di crescita soprattutto fuori casa, in casa ci facciamo rispettare ma in queste ultime settimane siamo riusciti ad esserci tutti che è un fattore importante, adesso stiamo crescendo. Perdere sempre fuori casa è normale se hai dei problemi ma stiamo crescendo, lo vedo e lo sento, ogni gara è una finale. La salvezza è difficile, io ci credo e noi ci crediamo, abbiamo battuto Avellino domenica scorsa, perchè dovremmo mollare ? E’ dura ma ci crediamo. Volevo ringraziare i tifosi di Roma per l’accoglienza che mi han riservato, ho sempre avuto tanto piacere giocare quì, peccato per la finale contro Siena 3 anni fa ma ho sempre dato tutto e sono contento veramente di come sono stato accolto. Come ex giocatore del Barça…..Il Panathinaikos ha giocato bene, mi spiace per la mia Barcellona, Rubio..E’ così giovane è difficile che possa far tutto subito, non pensiate che sia come bere un bicchiere d’acqua, è esploso troppo giovane e si pensi che debba fare sempre troppe meraviglie, bisogna avere fiducia, sta avendo un momento difficile ma è un talento formidabile e vedrete che mostrerà tutto il suo valore che è enorme, ne sono sicuro.
Lottomatica Virtus Roma – Banca Tercas Teramo 76-60
Parziali 18-19; 19-7; 21- 18; 18-16
Progressione 18-19; 37-26; 58-44; 76-60
MVP
Ormai Dasic non stupisce più. Tiene da solo quasi Roma nel primo quarto in cui i suoi faticano; va sotto e prende punti e rimbalzi più di Traore (che chiude con 5), che dovrebbe essere il suo mestiere, sempre più presente e leader di questa squadra. Bene anche Datome con 16 punti e bene anche i rientranti Gigli e Vitali. Zoroski e De La Fuente i migliori in maglia biancorossa.
WVP
Fultz sbaglia quasi tutto quanto sia possibile sbagliare da una parte (-5 di valutazione per lui), mentre dall’altra si rivede uno Smith abulico e poco lucido, -3 per lui.
Fabrizio Noto/FRED