CUCCIAGO (CO) – Partita strana, dai mille volti, un soggetto quasi degno del migliore psichiatra forense per la sua analisi e per la conseguente lettura in chiave tecnico tattica. Fasi alterne di gioco in cui le due squadre si sono rincorse dandosi grossi margini di vantaggio o svantaggio a dir si voglia, in un cervellotico ed estenuante rebus che sino alla quarta frazione pareva d’improbabile risolvibilità.
L’incontro inizia con una Bennet Cantù super. In pochi minuti mette a segno un parziale di 14-0 propiziato da Leunen, Mazzarino e Markoishivili. Coach Pillastrini chiama subito un time-out per tamponare l’emorragia, ma non ottiene i risultati sperati, almeno per la prima frazione di gioco, che vede Cantù nettamente in vantaggio sui “calzolai” della Fabi Shoes di ben 13 punti. Ford, Ivanov e sopratutto Cavaliero sembrano patire il rimbombo creato dai tifosi locali, quando mancano il bersaglio da breve distanza, favorendo il primo strappo a favore dei padroni di casa.
Al rientro dal primo intervallo breve Montegranaro sembra riprendersi grazie a delle rotazioni difensive che riescono a limitare notevolmente l’apporto dei cecchini di casa che, sul punteggio di 20-2 a proprio favore, avevano forse creduto di essere a Barcellona per la Final Four di Eurolega al posto della Montepaschi. Niente di più sbagliato, infatti i marchigiani si rifanno sotto e vanno a punti grazie a Ray, Toolson e Ivanov, portandosi a – 8 all’intervallo lungo.
Raccontare quello che è successo nel terzo quarto, periodo in cui Cantù subisce un pesantissimo parziale di 0-16, portandosi quindi nel breve volgere di un amen dal +8 al -8, ci riporta nell’enigmatico soggetto da psichiatria forense a cui alludevamo all’inizio del nostro articolo. Coach Trinchieri e l’intero pubblico della NGC Arena sembra non credere ai propri occhi, assistendo impotentemente al ritorno della Sutor che sfodera un terzo periodo da annali del basket, in cui Montegranaro, orchestrata da un ottimo Cinciarini e grazie anche alla fisicità di Ford e Ivanov, sbaraglia l’area avversaria, gettando nello sgomento più profondo i giocatori di casa, che non riescono a reagire, subendo pericolosamente Montegranaro. La straripante rimonta dei Gialloblu viene stoppata dal gioco da tre punti dell’ottimo Leunen, alla fine per l’ennesima volta MVP dell’incontro, arginata anche da un continuo Ortner e da un Mazzarino mai domo. La Bennet si rifà sotto sul finire del terzo periodo, attestandosi ad un solo punto di distanza dagli ospiti, sul 43-44.
La scaltrezza di coach Trinchieri è fautrice dell’ultimo periodo, in cui, ponendo i suoi uomini a zona, mette in crisi avversari che annoverano tra le proprie fila i nuovi innesti Williams e Toolson, che fanno fatica ad adattarsi ai nuovi schemi d’attacco e maggiormente d’attacco alla zona, sistema in assoluto ancor di più difficilmente inattaccabile. Nulla può fare più Pillastrini: chiama per l’ultima volta il time-out per fermare l’inerzia dei padroni di casa di nuovo in carreggiata grazie al proverbiale accademico gioco di squadra che rispunta sul finire della partita. E Cantù, grazie alle ottime realizzazioni di Mike Green e di un ritrovato Manuchar Markoiscivili, si riporta ad un buon margine di vantaggio che perdura sino alla fine per il risultato definitivo di 67-56.
Bennet Cantù – Fabi Shoes Montegranaro 67-56
Parziali 20-7; 15-20; 43-44; 67-56
Progressione 20-7; 35-27; 43-44; 67-56
Sala stampa
Trinchieri:
“Mi assumo tutte le responsabilità per la disputa del peggior quarto, probabilmente, della storia della pallacanestro Cantù. Una partita che ne ha contenute tre differenti, di cui una stravinta, una strapersa, ed una vinta. Probabilmente sul 20-2 i miei uomini si sono adagiati troppo e sono stati puniti per un atteggiamento di sufficenza estrema che ha portato a personificare, nel terzo periodo, gli spettri dei fantasmi di una sconfitta. Abbiamo spento la luce e buona notte… Eravamo solo a metà partita, quasi. Abbiamo ribaltato l’inerzia tecnica ed emotiva dell’incontro, grazie al nostro ventaglio di opzioni predisposte per questi casi, trovando la soluzione per poter vincere, alla fine” .
Pillastrini:
“Abbiamo pagato, meritatamente, il nostro impaccio disastroso di avvio partita. Pensare di venire a Cantù per vincere, dove ha osato solo Siena, quest’anno, disputando solo 2 periodi su 4, è impensabile. La nostra intensità è diminuita bruscamente nell’ultimo periodo, quando coach Trinchieri, furbescamente, ha disposto i suoi uomini a zona, sfruttando abilmente le nostre lacune per il precario amalgama causato dagli ultimi innesti nel nostro roster “.
MVP: Marteen Leunen, autore della solita prestazione, tutta forma e sostanza. Ricaricatore energetrico muscolare e tecnico per i suoi colori, allorquando, alle soglie del baratro, sfodera grintal tecnica e forza, grazie alle quali, i propri compagni riprendono fiducia per l’ennesimo trionfo canturino.
WVP: Maestranzi, opaca controfigura del play ammirato in azzurro. Quando chiamato in causa dal proprio coach, appare spaesato e come una zattera in mezzo alle onde bianco celesti, non dà nessun contributo ad evitare il naufragio finale.
Note Spettatori 3125; Incasso 36553
Tabellino
Serafino Pascuzzi