E’ finita. La serie tra le due ultime regine di Eurolega si chiude in gara 4, con il meritato successo dei padroni di casa.
La partita decisiva si rivela molto diversa dalle tre memorabili che l’hanno preceduta, contraddistinte dalla lotta ogni minuto per ottenere un tanto sofferto vantaggio.
Gara 4 rappresenta l’ideale prolungamento di quella di due giorni fa, nella quale per la prima volta una delle due squadre è risultata essere, seppure lievemente, superiore.
Il Panathinaikos ha chiuso ogni quarto in vantaggio in un lento crescendo che l’ha portato ai minuti finali anche con un insolito divario in doppia cifra.
Rispetto ai primi incontri sono stati invece stravolti i protagonisti in campo: infatti nessuna delle grandi stelle ha brillato (a causa anche dei 2 falli istantanei di Diamantidis e alla scavigliata di Nicholas), ma sono stati quegli insospettabili Calathes e Vougioukas a guidare alla vittoria, addirittura con una certa autorevolezza, la squadra ellenica. Anche in casa Barcellona i big hanno steccato la gara decisiva, su tutto il suo leader offensivo Navarro che ha chiuso con soli 7 punti.
Affascinante che in una partita in cui i singoli non brillano e nella quale son venuti fuori gli attributi dei comprimari e della chimica di squadra, siano stati i meno quotati greci ad avere la meglio: in casa blaugrana solo Vasquez e Anderson sono stati all’altezza della partita.
Merito di questa grande impresa va senza dubbio a coach Obradovic, bravissimo a ribaltare una serie in cui si è ritrovato: in trasferta, contro i campioni in carica, per di più “obbligati” a dover passare il turno per potersi giocare le final four in casa propria.
Ancor più bravo ad aver vinto puntando su scelte non prevedibili prima della serie (una su tutte, la grande fiducia a Calathes, più che ripagata dal giovane play) e ad averle portate avanti nonostante gara 1 non avesse portato assolutamente i risultati sperati.
Brutto colpo invece per il Barcellona, che questa serie proprio non doveva permettersi di perderla. Quel che rimane dopo queste partite è una pesante bocciatura di Ricky Rubio ai grandi livelli (il giovane talento ha mostrato solo in pochi sprazzi le sue potenzialità, mentre per la maggior parte del tempo ha subito la maggior caratura degli avversari) e una sensazione che forse c’è qualcosa che non va nella chimica di squadra. Il roster è di primissima fascia e per gran parte dell’anno hanno dimostrato di poter essere i numeri 1 d’Europa, ma in queste ultime partite hanno talvolta peccato in amalgama e unione di squadra, forse anche a causa di una panchina troppo lunga che non permette ai giocatori di poter sentirsi completamente in partita.
E poi probabilmente, in mezzo a tutti questi ottimi giocatori, manca il leader capace di portare la squadra verso l’obiettivo della vittoria finale: il maggior indiziato a ricoprire questo ruolo è Navarro, ma non è il tipo di giocatore che possiede le caratteristiche richieste; è un grande attaccante che può infilarti strisce come e quando vuole, ma deficita di quel carisma e personalità che servono per poter guidare una squadra. Per intenderci, se al suo posto ci fosse stato un Diamantidis (o un Jasikevicius stile Maccabi tanto per uscire un attimo da queste due squadre), alle Final Four sicuramente non sarebbe andato il Panathinaikos a mio avviso.
Ma nella realtà Diamantidis gioca ad Atene e si è ampiamente meritato insieme ai suoi compagni il passaggio alla fase finale.
Onore comunque al Barcellona campione uscente e in grado di mettere in atto una bellissima serie di playoff e complimenti al Panathinaikos per aver prevalso in queste 4 battaglie.
Sembra ieri che ci si entusiasmava con le partite di regular season e ora siamo già a un passo dall’ultima fase; nel corso dei mesi lo spettacolo è sempre aumentato fino a raggiungere livelli quasi di eccellenza: tra poche settimane il meglio del basket europeo si affronterà in un weekend assolutamente da non perdere.
Maurizio Musolino