VCU vs KANSAS 71 – 61
E al ballo ci sarà anche Cenerentola!
Per la prima volta nella sua storia VCU accede alle Final Four battendo nientemeno che la n.1 del seed.
La sfida è di quelle che sembrano già segnate come le carte truccate di un gambler: la corrazzata del celebre Bill Self affronta i virginiani, condotti fin qui dal giovane e sconosciuto allenatore Shaka Smart.
Ci si potrebbe aspettare che i Rams, paghi di aver raggiunto inaspettatamente questa fase del torneo, si accontentino di una comparsata, ma la sorpresa non è solo degli spettatori che gremiscono il palazzetto di San Antonio: anche i Jayhawks rimangono frastornati dall’aggressività di VCU, fatta di pressing, recuperi e transizione e condita da una mano implacabile dalla lunga distanza.
Kansas, tra l’altro, ci mette del suo (forse sottovalutando l’impegno e dando per scontato l’accesso alla fase finale del torneo), perdendo molti palloni e mettendo a segno solo 10 p.ti in 10 minuti di gioco.
Il primo tempo si chiuderà su un sorprendente 41-27 in favore di VCU, con i Jayhawks sofferenti contro la zona match-up , in confusione completa in attacco e carichi di falli.
Poiché non si conquista la prima posizione del ranking per nulla, i ragazzi di coach Self escono dagli spogliatoi carichi, aggressivi, concentrati e in pochi minuti dimezzano lo svantaggio e arrivano a due punti di distanza dagli avversari, complice forse un calo di energie dei Rams.
Le armi di VCU sono molta pazienza ed esecuzioni da grande squadra, un ottimo contributo della panchina (terrificante Rozzel da tre), con Rodriguez che guida sicuro la sua squadra e un devastante Skeen sotto canestro, che vincerà alla grande sfida con Marcus Morris e sarà MVP della partita con 21 p.ti
Non basteranno, quindi, i fratelli Morris e un buon secondo tempo di Taylor (con Morningstar non pervenuto) a raddrizzare le sorti dell’incontro: VCU stacca il biglietto per Houston resistendo a tentativo di rimonta di Kansas fino al finale “Hoossiers-way”.
Butler vs Florida 74 – 71
Quella di New Orleans è, nel complesso, la semifinale probabilmente meno interessante dal punto di vista tecnico dell’intero lotto: ritmi lenti, pochi contropiedi, gioco duro a difesa schierata, colpi proibiti e nasi rotti caratterizzano la Eastern Regional final.
Il primo tempo è appannaggio di Florida, che va al riposo con un punto di vantaggio soprattutto grazie a Macklin che domina in area verniciata, piazza 11 p.ti nei primi 10 min (15 nel solo primo tempo) e permette il primo allungo ai Gators.
Dall’altra parte, i Bulldogs, pur non avendo risposte in difesa a Macklin, in attacco puniscono la zona avversaria da 3 con il solito tiratore bianco Zac Han, muovono bene la palla, con Marshall inesorabile nello sfruttare pick’n roll e back-doors e Mack che tiene in piedi i suoi con 14 p.ti.
Nella ripresa Florida allunga la difesa, tenta di staccarsi nel punteggio col pressing e contropiede e sfruttando la potenza dei due lunghi Macklin e Tyus, ma Butler non molla e rimane a contatto grazie alle triple , impattando a 3 min dalla fine grazie al solito inesorabile Mack.
I Bulldogs sbagliano un libero in regime di 1+1 a 20 secondi dalla fine, ma Walker, a fil di sirena, stampa sul ferro il tiro della vittoria: 60-60 e overtime!
I successivi 5 min sono caratterizzati da errori ai liberi e (ancora) dai canestri da 3 a ripetizione che determinano la vittoria di Butler con la tripla di Walker (di nuovo!) sul primo ferro e la squadra di Bill Donovan che esce mestamente dalla competizione dopo aver sprecato il notevole vantaggio accumulato a metà del secondo tempo.
KENTUCKY vs UNC 76 – 69
È uno scontro tra titani quello che va in scena a Newark, New Jersey per la finale dell’ East Regional.
La posta in palio è altissima: le final four di Houston, la dove aspetta la Uconn della superstar Kemba Walker.
Kentucky si presenta in gran spolvero, puntando forte sulla point-guard Brandon Knight e l’all-star Terrence Jones, mentre UNC si affida al solito (e solido) trio Henson-Barnes,-Marshall.
La testa della corsa è subito presa dai Wildcats che con la loro ottima difesa e i contropiedi guidati sapientemente da Knight rispondono colpo su colpo ai tentativi di recupero dei Tar Heels, questi ultimi in difficoltà soprattutto con Henson e Barnes stranamente poco produttivi in attacco e molto fallosi (entrambi finiranno il primo tempo con tre falli a testa), col solito Zeller che fatica ad ingranare.
La grossa differenza, però, la fa la percentuale da 3 p.ti: 50% Kansas, 30% UNC e la squadra di Calipari, complici le molteplici palle perse di UNC, chiude la prima frazione di gioco sul 38-30.
Dopo l’intervallo, North Carolina alza il volume della radio in difesa e la partita diventa più tesa e fisica e finalmente anche Zeller entra ufficialmente a far parte della gara, soprattutto quando si può sfruttare il contropiede, dove corre come una guardia e porta a casa spesso canestro+fallo.
Kentucky sfrutta comunque bene lo spazio creato sotto canestro dai tiri dalla distanza, che determinano anche una miglior posizione a rimbalzo e permettono di surclassare gli avversari anche in questa statistica, soprattutto grazie al possente Herrison che sportella con un Henson già gravato di 4 falli a 15 minuti dalla sirena.
I ragazzi di coach Williams, lo spettro della sconfitta dipinto sui volti, sono molto nervosi e sembrano ormai all’angolo, con 10 p.ti da recuperare a 10 min dalla fine.
Ma è in queste situazioni che escono i grandi giocatori (ricordate? Mai sottovalutare il cuore di un campione…) e infatti ecco la reazione d’orgoglio dei Tar Heels, in particolare di Henson e Barnes che buttano il cuore oltre l’ostacolo e trascinano i compagni sino al -2 a 4 min dal termine, complice anche un po’ di “braccino” dei Wildcats.
La loro sorte, però, è segnata: non può essere che una tripla di Kentucky a 20 sec dalla fine , forse con un piede di Legan sulla linea, a chiudere definitivamente il conto.
Coach Calipari può sorridere: le Final Four sono di nuovo realtà .
Marco Cefola