ROMA – Bella questa Virtus Roma, che batte Milano e respira di nuovo l’aria dei Play-Offs prima della sosta dell’All Star Game per un “arrivederci” tra due settimane esatte. Non bellissima ma tosta, dannatamente tosta e rocciosa, con un carattere notevole, una grinta che comincia a delinearsi come fattore distintivo di un gruppo che ora prosegue su di un percorso meno nebbioso del passato e se come scriveva Agatha Christie “..Tre indizi fanno una prova..”, dopo lo scalpo di Lubjiana e del Maccabi in Eurolega, quello di oggi dell’Olimpia Milano certifica una squadra, e non parliamo degli assenti e degli infortuni. A fine gara, coach Filipovski ne parlerà così poco da dimenticarsene del tutto, finalmente !!
Attenzione però: questa è la Virtus Roma, la squadra cioè più altalenante d’Europa forse nei suoi picchi in alto come in basso, quindi andiamoci piano con le beatificazioni che comunque oggi merita ampiamente perchè ancora, tutto sommato, non s’è portato nulla a casa e perchè in passato troppo cocenti sono state le delusioni dopo belle vittorie e/o prestazioni. E’ chiaro però che battere Milano, con praticamente soli 6 giocatori e dopo solo due giorni pieni di riposo dopo l’altra vittoria di giovedì in Eurolega, diciamolo, è stata una grande impresa.
E la cosa che forse ha fatto più piacere a chi vi scrive e probabilmente al pubblico dell’Urbe (ben 5.000 questa sera al Palalottomatica, ndr), è stato vedere un autentico campione come Charlie Smith mettere un altro sigillo perentorio su questa vittoria. Questo è il Charlie Smith che serviva a Roma, questo era il Charlie Smith che volevano vedere i tifosi dell’Urbe. Straripante nella sua leggerezza di salto e di tiro, morbido con la sua ricaduta a terra un pò all’indietro mentre il polso provoca alla palla un leggero, caratteristico saltello indietro prima di librarsi in volo e morire nel cotone avversario: pura poesia associata allo sport che tutti noi, ragazzi e ragazze, amiamo così tanto !
Ancora Charlie Smith, Il Ragno, dunque a tirare fuori le castagne dal fuoco. Il designato, proprio colui che Boniciolli e Tanjevic avevano voluto a Roma fortemente e che doveva risolvere le gare nei momenti delicati. Proprio lui dicevamo, ha ferito mortalmente Milano per poi avvolgerla nel suo bozzolo.
Quarto periodo, Roma sta soffrendo il ritorno degli avversari, sotto l’incedere di una Milano ripresasi parzialmente da un terzo periodo orrorifico. Un buon Maciulis ha da poco riportato i suoi al -5 al 36° (63-59), dal -13 del 33° (63-50), con i padroni di casa visibilmente impauriti ed anche a corto di fiato e così coach Filipovski rimette in campo Smith per Vlade Dasic con quattro falli. E Smith da quel momento, comincerà a mitragliare la retina milanese impietosamente, puntuale, cronometrico quasi, mettendo a referto alla fine 13 punti totali nel periodo ed in quattro minuti scarsi gioco e finendo a 18 totali con 21 di valutazione frutto di 4/7 da 3, ben 6 rimbalzi e 2 assist, coadiuvato da un Washington finalmente formato Eurolega (17 punti per lui, 18 di valutazione con anche 4 rimbalzi e ben 3 assist).
Ma faremmo un torto a tutta la squadra se riconducessimo tutto solo ai quattro minuti finali di Smith. Ed allora diamo merito a Sasha Saso Filipovski. Da quanto tempo dicevamo che forse Smith andava sfruttato diversamente ? Ma, soprattutto, da quanto tempo non si vedeva in campo una Virtus Roma che con malanni e problemi, ferite o frattura, pensa solo e soltanto a giocare, a sbattersi in campo sino quasi all’ultima stilla di sudore ?
Allora diamo merito a questo ragazzo di Lubjiana che dalla panchina ha riportato spirito di gruppo, voglia di giocare, capacità di adattarsi per il compagno e, cosa assolutamente importante, voglia di buttare il fatidico cuore oltre l’ostacolo. Solo così si possono spiegare la crescita costante di Dasic (mostruoso primo quarto, poi lentamente spentosi forse anche per mancanza di birra, solo 6 di valutazione con 10 punti ma ben 7 rimbalzi catturati, quanto quelli di un abulico Crosariol), la geometria di Gordic che forse non sarà un fine esteta del parquet ma che dirige la squadra da veterano, scandendo i ritmi e perchè no, facendo anche un 2/2 dalla lunga che molto male ha fatto a Milano (13 punti, 16 di valutazione finale con ben 5 assist) ? Benissimo anche Datome, numeri alla mano l’MVP della gara. Poco preciso all’inizio dalla lunga ma poi così maturo da capire che avrebbe dovuto avvicinarsi al ferro per sfidare Maciulis, Mancinelli e Pecherov che han cercato di arginarlo invano, portandosi a casa 12 punti ed il miglior quoziente valutativo, 22 finale. Oramai il sardo non è solo più attacco: 4 rimbalzi, 2 stoppate e tanta bella difesa.
Infine, cosa dire di Milano ? Male, decisamente male.
Come dirà anche coach Dan Peterson, apparsoci smarrito e stanco come non mai in sala stampa, Milano è partita benissimo ma si è progressivamente e letteralmente persa nei suoi dubbi, nelle sue incertezze di leadership offensiva e di costruzione collezionando un pessimo terzo periodo che ha di fatto sancito la sorte della gara. Greer che palleggia troppo (0 di valutazione), Pecherov che sembra slegato e goffo (-1 di valutazione), Rocca che ci mette sempre l’anima ma che fa solo confusione (-2 per lui alla fine), il duo ex-Roma Jaaber ed Hawkins che mandano sul ferro due schiacciate sicure segno di poca concentrazione (11 per il primo e solo 6 per il secondo di plus/minus), a voler essere buoni. Si salvano Mancinelli che mena e scalcia cestisticamente con voglia ma poco costrutto di squadra (10 punti, 15 di valutazione), e Jonas Maciulis, l’ultimo ad arrendersi con i suoi 15 punti, 5 rimbalzi, 18 di valutazione finale.
E’ un bel rebus da risolvere questo che ha dinanzi Dan Peterson perchè non si può certo dire che la squadra non ci sia, ed allora cosa non va ? Cosa non funziona ? A nostro avviso, le facce dei ragazzi in maglia rossa non mostavano oggi quella catteria, quella garra agonistica che devi avere se vuoi portati a casa la vittoria su di un campo al momento complesso da espugnare. Bene sino all’intervallo, al rientro in campo l’interruttore si è spento e se Roma avesse avuto più punti nelle mani dei soli 20 realizzati nel terzo periodo contro i soli 8 dell’Olimpia, il quarto periodo sarebbe stato solo garbage time . Milano scivola di nuovo al terzo posto, il quarto è ben distante ma se si vuole la seconda piazza in graduatoria ci vorrà più palla dentro ai lunghi, meno gioco perimetrale, più continuità mentale ad ossigenare un gioco a volte troppo abulico ed anemico.
Andiamo alla cronaca
Primo quarto ed è subito all’arma bianca. Contatti forti, a volte anche proibiti sotto canestro tra Rocca e Crosariol, tra Mancinelli e Datome nel pitturato romano. Milano trova bene la retina dalla lunga con Maciulis, Jaaber ed Hawkins e vola a +7 al 4° (6-13), costringendo Filipovski a parlarci su. All’uscita del time-out però Roma non trova subito la soluzione vincente, se non dopo la prima tripla a segno di Dasic e dopo un extra-possesso. Milano difende comunque benissimo, Washington e Gordic insieme come contro il Maccabi in quintetto iniziale, fanno sì girare bene la palla ma con tanta, tanta fatica. Dall’altra parte del campo invece Milano attacca con grossa ratio e trova tiri puliti e comodi, ottimo ad esempio l’invito di Greer, entrato al posto di Jaaber, per Petravicius che deve solo depositare un cioccolatino nel cotone. Però Roma non molla, mostra cenni di crescita, il carattere visto contro Tel Aviv ritorna ad affiorare e piazza un parziale di 6-0 impattando sul 15-15 al 9°. Ed addirittura la Virtus chiude avanti il periodo, protagonista super-Dasic che stampa la seconda tripla della serata e sancisce il 18-17 con cui si chiude.
Milano sembra accusare la voglia di risalita di Roma e becca un altro parziale, 5-0 grazie ad una tripla di Washington e ad un bel canestro di Traore in solitaria, che costringe Peterson ad inizio secondo periodo (11°), a chiamare lui tempo per arginare l’onda emotiva dei padroni di casa. L’intensità sale, azione dopo azione, ogni duello è da Play-Offs, non da stagione regolare e lo spettacolo se ne avvantaggia. Eze, non designato a giocare la gara per i suoi problemi fisici, riporta Milano a -4 ma Traore e Datome, quest’ultimo al primo canestro della serata, ricacciano indietro gli avversari prima che Mancinelli depositi al 14° la sua prima tripla del match, 27-24, seguito da Pecherov che impatta al 15°. E Smith, silente in attacco sino ad allora, decide di aprire anche lui le danze, tripla e di nuovo Roma a +3, 30-27. C’è furia agonistica, Roma adesso sbanda, perde qualche palla di troppo e Milano ritorna sopra di un punto, 30-31, proprio grazie ad una rubata di Hawkins che spinge Filipovski a fermare di nuovo l’inerzia negativa per i suoi. Peterson si gioca la 1-3-1 ma una tripla di Gordic la buca, si ripassa ad uomo. Anche Roma si mette a zona e….Greer prende rimbalzo in attacco e segna! Crosariol fa veramente disastri in attacco, 0/4 dalla lunetta e palla quasi “morta” con lui in post basso dalla prima azione della gara, ma coach Filipovski lo tiene in campo per evitargli.
Al rientro dall’intervallo lungo Milano si perde.
Jaaber in regia non riesce a far girare i suoi mentre Roma, che difende bene, trova meglio la via del canestro. Filipovski continua a dare fiducia a Crosariol che ora appare rinfrancato, sigla un libero e stoppa anche Rocca nelle conformazioni laocoontiche che si formano nell’area dell’Urbe. Lucido Gordic palla in mano mentre Washington accellera quando deve servendo ora Dasic, ora un ritrovato Crosariol, come detto prima, che riaprono bene il gioco per soluzioni sicure, non inventate. Dal lato opposto, l’Olimpia mostra una fragilità mentale spaventosa: sembra non riuscire più a trovare le distanze e, soprattutto, il giusto ritmo per armare le bocche da fuoco. Sia Jaaber che Greer si perdono in un bicchier d’acqua, anche Pecherov e Mancinelli sembrano come storditi dalla difesa che monta adesso Roma, Eze perde il duello contro Crosariol e Mordente non incide affatto. Lentamente perciò, inevitabilmente, la Virtus sale nel punteggio mettendosi anche a zona degli ultimi 3 minuti del quarto. E lo scarto sale, prima +8, poi +10, infine addirittura +13 con Smith che, per un nonnulla, non mette allo scadere una tripla stile Bamberg che avrebbe fatto crollare il Palalottomatica. 56-43 per una Milano brutta, ma così brutta da non sembrare vera quanto sia brutta. Emblematico Hawkins, che uno contro nessuno schiaccia in solitaria……Sul ferro avversario ! La brutta notizia, sponda Roma, è il 4° fallo di Dasic sul finire, un Dasic meno protagonista del solito.
Ultimo periodo e Milano, finalmente, si scuote. Prima una bomba di capitan Mordente eppoi una rubata di Greer su Gigli ridanno del rosso sul viso all’Olimpia (56-48 al 31°), e non solo sulle maglie. Ed arriva anche il quarto fallo di Gordic a mettere in ansia Roma che però, proprio con il piccolo play bosniaco, riporta i suoi a +12 (61-48 al 33°), ma adesso Milano sembra più cattiva contro la zona romana. Sale di tono anche la difesa dei ragazzi di Peterson e l’Urbe comincia ad avere le gambe e le idee molli. Jaaber, Hawkins da 3 ed buono più fallo di Maciulis ridanno vita al match.
Qualche sguardo tra i romani è preoccupato, si è spenta quasi la luce in attacco per i ragazzi di Filipovski, ma ecco che entra Il Ragno che, come scritto nella preview di ieri, griffa una tripla delle sue ridando ossigeno puro ai suoi (66-59 al 37°). Milano riprende a sbagliare. Prima Eze, poi Maciulis mentre Smith…..Risegna dalla lunga generando un boato nel palazzo! E prende anche un rimbalzone su un tiraccio di Pecherov da oltre i canoni 6,75 prendendosi poi anche fallo sul capovolgimento di fronte in attacco: fantastico, superlativo Smith!
Peterson chiama tempo ma è inutile, Roma ha la gara in mano mentre i Warriors intonano “Butta la pasta, dai mamma, butta la pasta….”
Non contento d’aver capovolto la gara come un guanto, Smith infila anche l’ultima tripla che ammazza Milano, +18 per Roma ed anche capovolto col botto il doppio confronto, qualora servisse.
Buon All Star Game, ci rivediamo tra circa un mesetto.
Lottomatica Virtus Roma – Armani Jeans Milano 80-62
Sala Stampa
Peterson
Questa sconfitta è colpa nostra, avevamo tutte le opzioni possibili per vincerla e non ci siamo riusciti. Eravamo in gara sino all’inizio del terzo periodo,
poi abbiamo subito un parziale letale nel terzo quarto e non siamo più riusciti a rientrare nel punteggio come potevamo. Eppure eravamo partiti bene ma poi siamo calati. Non voglio però togliere i meriti a Roma che dopo aver vinto a Lubjiana e contro il Maccabi mi ha dato la nettissima sensazione di essere in crescita, noi purtroppo abbiamo sciupato tutto con una condotta scellerata. Grande merito a Charlie Smith che ha spento ogni nostra velleità di rientro nell’ultimo periodo ma abbiamo tenuto troppo sotto ritmo la gara, avremmo dovuto correre di più per mettere pressione fisica a loro, era quello che speravo accadesse e che dovevamo fare, metterli sotto pressione e farli soffire fisicamente, invece non ci siamo riusciti. Sì, è’ possibile che avere molti giocatori possa essere alla fine un problema ma oggi questa è la situazione del basket ed io l’accetto. La squadra lavora, si sbatte in palestra come non mai, ma poi sul campo si vedono altre cose. Greer fa bene ma deve fare meno palleggi, contro la zona di Roma abbiamo attaccato male, poco ritmo, poca aggressività, Greer poi è molto creativo, quindi mi aspetto da lui anche creatività e genio, estro….Ma se poi sbaglia qualcosa non è mica colpa sua, sono io che devo guidarlo a fare meglio.
Filipovski
Innanzitutto voglio complimentarmi con i miei ragazzi, abbiamo dato più del 100% questa sera e sono orgoglioso di loro. Vincere una gara come questa, dopo il poco riposo avuto dopo il Maccabi, è stato veramente grande. Abbiamo giocato contro una grande squadra allenata da un grande coach, una gran difesa soprattutto nel secondo tempo che ha veramente imbavagliato il loro gioco, i ragazzi han dato tutto quello che avevano. Quando ero a Mosca come assistant coach ho perso due volte contro di loro quest’anno in Eurolega, l’aveva affrontata due volte quindi la conoscevo nelle sue individualità ma, ripeto, se i ragazzi non avessero speso il sudore e l’intensità che hanno messo stasera, non avremmo vinto.
Ora recupereremo grazie alla sosta di due settimane e lavoremo sodo, dobbiamo continuare su questa linea, sono soddisfatto. Ora dobbiamo capire cosa fare, se andare di nuovo sul mercato o no, aspettiamo i tempi di recupero di Djedovic per capire cosa fare. Però vedo che la chimica comincia a funzionare, sale l’autostima tra i ragazzi e questo mi piace. Voglio dire poi un grande grazie ai tifosi che ci hanno supportato, è difficile che giocheremo così e sempre ma i ragazzi han messo il cuore sul campo. Io chiedo sempre a tutti i giocatori di fare il massimo di quello che possono fare e dare, verranno forse anche momenti negativi, non lo so, posso solo dire che daremo sempre il massimo. Ogni squadra ha i propri problemi, la cosa importante è imparare a vivere con questi problemi e limitarli. Crosariol non ha brillato ma farà bene in futuro come ha fatto bene in altre occasioni. Possiamo sempre migliorare e sono soddisfatto del mio lavoro ad oggi.
Parziali 18-17; 18-18; 20-8; 24-19
Progressione 18-17; 36-35; 56-43; 80-62
MVP Gigi Datomico ha il miglior quoziente finale, 22 di valutazione, ma la gara la vince Il Ragno. Stop. Ma tutti bravi i ragazzi in casacca bianca. Per Milano bene Maciulis e Mancinelli.
WVP Sinceramente male Mason Rocca. Quasi irriconoscibile, becca un -2 che fa paura ma sostanzialmente tutta Milano buca come, ad onor del vero, Crosariol. Primo tempo ai limiti dell’inguardabile, poi si riprende ma…Domanda: se Roma avesse un centro costante nel rendimento ?
Fabrizio Noto/FRED