Torino – E’ la finale, quella partita che tutti vorrebbero giocare, ma che solo i grandi sanno interpretare al meglio, e Siena è ormai abituata a questi climi. Pianigiani parte con Carraretto in quintetto come chiaro agente speciale anti-Mazzarino, mentre la contromisura di Trinchieri è Marconato sotto canestro a far fronte ai chilogrammi di Rakovic.
Cantù è limitata dai due falli prematuri di Leunen e Micov. Il serbo si mette in evidenza solo per un canestro che ormai è il marchio di fabbrica canturino. Pick and roll centrale per Mazzarino che penetra, finta il tiro e, quando la palla persa sembra realtà, arriva il flash dal lato debole di Micov che appoggia in avvicinamento.
Siena entra in campo con il chiaro intento di mettere le mani addosso agli avversari e Trinchieri si innervosisce con gli arbitri per un differente metro sulle due metà campo. La fisicità che mette in campo Siena con il quintetto difensivo è asfissiante, infatti i classici alto-basso e le triple aperte viste nei primi due giorni per Cantù, sono solo uno sbiadito ricordo.
La prima spallata senese è arginata dai biancoblu grazie a Tabu che, con 5 punti, non fa rimpiangere l’assenza temporanea di Green. Dall’altra parte il “cameo” di Hairston è di grande voglia con il tiro sbagliato, rimbalzo d’attacco e un grande canestro di atletismo. Quando entra in ritmo Mazzarino si complicano le cose di Pianigiani, perchè il Cardinale aspetta il momento giusto del match per colpire e, nella prima situazione di transizione in cui la difesa senese non si accoppia, arriva la tripla del 22 pari. Ortner e Marconato si alternano a seconda dell’avversario in campo (Ortner su Lavrinovic e Marconato su Rakovic), ma il problema maggiore di Cantù è la combinata terzo-quarto fallo di Micov con annesso tecnico che porta Siena sul 32-25.
Leunen si erge a protagonista con un impressionante +15 di plus-minus nel primo tempo, ma ad inizio ripresa è Carraretto a segnare la strada per Siena con 5 punti di fila. I “pugni” di Siena citati da Trinchieri nella presentazione della finale, non mandano mai KO la sua squadra che, anche quando si trova sotto di 9 lunghezze, ha la forza di ritornare a galla con un pò di difesa e un Mike Green finalmente incisivo.
Zisis è limitato dai falli, ma quando è in campo fa passare brutti momenti alla difesa di Cantù, prima regalando una tripla all’MVP Lavrinovic e poi mettendosi in proprio per il +9 che ha tanto il sapore di canestro della staffa.
Le qualità morali di Cantù escono ancora una volta e, nonostante una situazione quasi irreparabile, recupera sino a -5 con due bombe di Leunen e Tabu, facendo tremare non poche mani avversarie.
E’ ancora Zisis con una tripla aperta da killer a chiudere definitivamente i conti e regalare la terza vittoria consecutiva ai toscani nella competizione, rimarcando per l’ennesima volta la propria superiorità.
E’ stato chiaro sin da subito come questa squadra tenesse alla finale in modo particolare e la sentisse con altrettanta pressione, un pò per l’insolito nervosismo mostrato in campo da Kaukenas e Zisis (cosa strana, almeno per il greco) e soprattutto per l’esplosione di felicità che seguiva ogni canestro nei momenti caldi.
Non sarà la schiacciasassi che era l’anno scorso, sicuramente è meno forte e talentuosa della squadra dei record, ma ancora una volta ha dimostrato che il sistema viene prima degli interpreti. Questa sera ha avuto come contraltare l’unica squadra che in questi anni ha dimostrato di avere seguito la loro strada. Cantù gioca una partita commovente per tenacia, tecnica e voglia di vincere, ma forse le è mancato proprio solo un Micov decente per poter pensare al colpaccio.
Quotes:
Pianigiani Sono particolarmente contento perchè è un nuovo ciclo, ora siamo a febbraio e abbiamo superato infortuni di ogni tipo facendo grandi prestazioni fino a dicembre e perdendo una sola partita in Italia di un punto. Siamo arrivati qui nel nostro momento peggiore a livello nervoso e fisico e, considerando il contesto e l’avversario di grande forza, abbiamo mostrato anche oggi una grande qualità di pallacanestro. Noi nel secondo tempo abbiamo messo in campo grande intelligenza, costringendo una squadra così equilibrata ad avere un disavanzo negativo tra perse e recuperi. Abbiamo reagito molto bene ad un avversario notevole, mostrando ottimi adattamenti. Questa vittoria, a prescindere da quello che faremo da ora in poi, rende questa stagione comunque memorabile perchè il lavoro di tutti è stato splendido e questa coppa non è la vittoria solo di quattro giorni, ma di mesi. Questa è una manifestazione in cui gli assistenti fanno un grandissimo lavoro e se loro non fossero sempre presenti e pronti a proporre qualcosa di nuovo, difficilmente si potrebbero raggiungere certi obiettivi. Nel secondo quarto ho provato a tranquillizzare Zisis e Kaukenas che ritenevano di avere subito ingiustizie arbitrali. Il mio compito è di mantenerli nel match con la testa, erano i nostri due playmaker ed erano gravati di falli mentre Cantù stava giocando bene, per questo non era necessario perdere altre energie per contestare gli arbitri, ma bensì canalizzarle per far si che il momento negativo passasse. Nell’intervallo, quando ho cercato di far capire ai miei giocatori che, nonostante i buoni canestri, dovevamo leggere le situazioni sulle marcature di Lavrinovic, le zone ecc. per poterla portare a casa, anche Jaric proponeva di rimanere uniti, dimostrando di aver carpito l’ambiente positivo che c’è qui. La prestazione di Lavrinovic è merito di chi l’ha rimesso in piedi e suo che ha studiato soluzioni per ritornare ed essere incisivo da subito in campo.
Trinchieri Abbiamo dimostrato dove può portare il lavoro, la dedizione, il sacrificio e l’unità d’intenti. Siamo arrivati vicini all’obiettivo e per questo sono solamente dispiaciuto (non deluso che ha accezione negativa) perchè i ragazzi hanno fatto molto di più di quello che potevano. Abbiamo fatto delle final eight bellissime, giocato bene, messo il naso davanti contro Siena e ci è mancata solo un pochino di lucidità dovuta dalla stanchezza.
Il nostro secondo quarto è stato di grandissimo impatto, lo stesso avremmo dovuto fare nel quarto periodo per poter vincere. Oggi si scopre perchè Siena vince tante partite, perchè la loro fisicità ci ha permesso di fare le nostre cose molto meno bene. Le nostre traiettorie erano diverse dai giorni precedenti e forse i numeri dei contatti che ci ha proposto Siena ci ha portato fuori ritmo. Micov fatica a parlare con sua moglie (riferendosi al tecnico preso ndr.) ed è stato colpito da una sitazuone che gli è caduta sulla testa…come diceva Mao “colpirne uno per educarne cento”. Una partita di pallacanestro è un susseguirsi di errori e ne abbiamo fatti, ma non rimprovererò assolutamente nulla ai miei giocatori. Non so se è un momento di un processo di crescita, perchè ogni tanto devi avere un pò di riconoscenza e questa forse era la volta buona. Ci è mancata esperienza, lucidità e qualche ricambio in piu. Noi possiamo ambire a rubare una partita a Siena, solo se è secca, su una serie a 7 contro di loro esci centrifugato comunque.
Mazzarino: hanno messo Carraretto su di me, infatti ho sentito parecchi contatti e la sua fisicità. Abbiamo fatto una buona partita, Denis ha giocato bene pur essendo due settimane che non si allena e Maarten ha fatto grandi cose. Abbiamo giocato con grande forza e coraggio, infatti loro ad un certo punto avevano delle facce preoccupate e noi abbiamo creduto di poterli battere. (Sulla questione che Trinchieri lo deve insultare per lasciarlo seduto) Noi ci insultiamo spesso – dice scherzosamente Nicolas- però stiamo facendo un grande lavoro.
Montepaschi Siena – Bennet Cantù 79-72 (20-12, 14-24, 24-19, 21-17)
MVP: Maarten Leunen. E’ subito condizionato da due falli, ma nonostante questo riesce ad essere il migliore dei suoi, non sbagliare praticamente nulla e dare la riscossa per l’ultimo tentativo di aggancio. Losing effort o meno è stato monumentale.
WVP: Benjamin Ortner. Partita impaurita, di poca intensità al limite della sudditanza psicologica. Buca completamente la finale, non prendendo nessuno spunto dal commovente Marconato.
Simone Mazzola