La scorsa volta vi ho parlato di quei maghi di Obradovic e Ivkovic, allenatori impeccabili. Ebbene si sono affrontati nella 12° giornata in cui l’Olympiakos di Ivkovic ha avuto la meglio sui biancoverdi campioni di Grecia. Dunque ora i biancorossi sono in testa alla classifica solitari con un punto di vantaggio (come vedremo in fondo all’articolo). Ma passiamo a un tema “caldo” e davvero poco piacevole. Si è conclusa la 14° giornata e la protagonista in negativo purtroppo è ancora una volta l’AEK. Si è profilata la decima sconfitta in 14 partite per la franchigia ateniese e questa forse è stata la peggiore di tutte. La “sberla” ricevuta fa così male che la sera stessa dopo la partita contro Ikaros del 22/1/2011 l’allenatore dei gialloneri Minàs Gekos presenta le dimissioni. Intendiamoci, non è un fulmine a ciel sereno! L’aria era carica di elettricità da settimane dato che la squadra di Gekos sarebbe dovuta essere la terza grande potenza del campionato in grado di insidiare le due macchine da canestri che guidano la classifica. Invece a quanto pare non sono riusciti a insidiare nemmeno le ultime della classe, tanto da ritrovarsi penultimi a 10 punti dalla vetta (e credetemi 10 punti di distacco nel campionato greco sono tanti!). Tuttavia non è solo questione di risultati, deve esserci qualcos’altro. Difatti la conferenza stampa post-partita vede un Gekos a ruota libera contro l’amministrazione della squadra, contro la Lega, contro il calendario troppo carico di partite ma soprattutto contro una dirigenza che gli ha permesso di avere solo 9 giocatori nel roster e che quindi lo ha costretto ad aggregare 2 o 3 giovani a partita per arrivare alla tanto agoniata “sporca dozzina” di giocatori da convocare. Mi ha colpito la frase con cui Gekos apre la conferenza stampa: “Abbiamo un pallone ma non abbiamo i giocatori…”. Diciamo le cose come stanno, questa frase suona malissimo! In primis nei confronti di quei nove cristiani che hanno dato anima e corpo per la squadra e in secondo luogo è un palese esempio di atteggiamento non professionale da parte di un allenatore. E’ vero probabilmente era amareggiato e deluso dalla partita, ma certe cose non si dicono, o almeno non in pubblico! Poi grazie al cielo si ripara in corner (per usare un’espressione calcistica) dicendo: “non posso rimproverare i ragazzi che di certo hanno fatto il possibile per ribaltare la situazione…ma non si può pretendere di giocare un campionato intero con solo 9 uomini”. In effetti non gli si può dare torto, magari in NBA se hai nella stessa squadra gente come James, Wade e Bosh forse in effetti ti basta far giocare 9 persone a partita…ma lì stiamo parlando di forme aliene! Il campionato greco è in tutta onestà un campionato di media categoria con giocatori di media categoria che oltre oceano sono visti come pura spazzatura cestistica. Non ti può venire in mente di pretendere la vetta della classifica tenendo in squadra solo nove persone. D’altro canto se la dirigenza non paga i giocatori questi ultimi non possono fare altro che andarsene durante la stagione, cosa che hanno puntualmente fatto i tre statunitensi Shannon, Sparks e Grundy decimando appunto il roster giallonero. La dirigenza naturalmente non ha fatto una piega e di ingaggiare volti nuovi neanche a parlarne. Tra l’altro Minàs Gekos non è un cretino qualsiasi: ex giocatore professionista, titolare della nazionale greca negli anni ’80 e baluardo proprio dell’AEK Atene di quegli anni fa parte dei migliori realizzatori di sempre della Lega A1 greca, 2701 punti in 188 partite…non vi va di fare il conto? Lo faccio io, si parla di 15 punti di media a partita. E’ stato assistente di coach Giannakis qualche anno fa e ci teneva ad allenare la squadra per la quale ha giocato da giovane. Invece la sua avventura finisce qui. Naturalmente sono già partite le speculazioni su chi andrà a sostituirlo e tra tutti i nomi ne spicca uno, ovvero quello di Slobodan Subotic. Proprio quel Subotic, lo sloveno di due metri, coevo di Gekos, tiratore impeccabile che ha guidato l’Aris di Salonicco a tre final four consecutive di Eurolega dal 1988 al 1990. Magari alcuni di voi se lo ricordano per il fatto che prendendo la cittadinanza greca ha cambiato il suo nome di battesimo da Slobodan in Lefteris. Vicenda che ho sempre ritenuto buffa e insensata, perchè forse non tutti sanno che c’era una legge in Grecia, anni fa, per la quale chi otteneva la cittadinanza per motivi lavorativi (come nel caso di Subotic) doveva avere il nome di battesimo corrispondente a un nome greco! Ecco dunque Lefteris Subotic. Dopo la carriera da giocatore seguì quella da allenatore inizialmente con l’Iraklis, poi con AEK, Aris e Panathinaikos. Ha allenato anche l’Aurora Jesi nelle stagioni 2004 e 2006. Tornando ai giorni nostri e alla vicenda attuale, qual’è la probabilità che la Leggenda del basket sloveno torni sulla panchina scottante dell’AEK? ovviamente ci sono pareri discordanti, ma vi dico come la penso io. A mio avviso le probabilità sono molto vicine allo zero per due motivi principali che ora andrò a citare. Innanzitutto quando qualche tempo fa all’Iraklis ci fu bisogno del cambio di panchina Subotic rifiutò il posto visto che la squadra occupava l’ultima posizione in classifica, quindi non vedo perchè dovrebbe preferire la penultima all’ultima. Come seconda motivazione (e forse più importante della prima, ndr) c’è il fatto che Subotic chiede una cifra spropositata e dal momento che la squadra non si può permettere l’ingaggio dei giocatori per quale assurdo motivo dovrebbe avere i quattrini per un allenatore di prestigio da prendere per meno di metà stagione? Vedo molto più probabile l’arrivo di un “traghettatore” fino a giugno (facendo gli scongiuri per evitare la retrocessione in A2), un cambio dirigenziale estivo e quindi l’ingaggio di Subotic (o un altro dello stesso livello) a partire dalla prossima stagione. In pratica una demolizione e ricostruzione estiva della franchigia. Naturalmente è probabile che mi sbagli ma nei prossimi giorni avremo ulteriori notizie su ciò che accadrà alla squadra della capitale ellenica che versa ormai da troppi mesi in pessime condizioni. Vi ricordo che nel primo articolo di questa rubrica, a ottobre, avevo fatto una precisazione su quanto contassero i fondi societari nel campionato ellenico, quanto i giocatori fossero increduli del fatto che non gli venisse pagato lo stipendio. Ecco la conseguenza di quel divario economico tra le società di alto livello e quelle di medio livello. L’AEK rappresenta la punta dell’iceberg in questo caso. Una storica franchigia di A1 che rischia la retrocessione, che non riesce a trattenere i giocatori in roster, che non riesce a ingaggiarne di nuovi. Eppure sembra così semplice da schematizzare: NO soldi – NO giocatori – NO vittorie. Potremmo definirla come una nuova selezione naturale. Peccato che non ci rimettano solo le squadre e i giocatori ma anche la competitività del campionato e lo spettacolo offerto.
In chiusura diamo un’occhiata alla classifica aggiornata alla 14° giornata:
Olympiakos | 28 |
Panathinaikos | 27 |
Maroussi | 23 |
Kolossos | 21 |
Peristeri | 21 |
PAOK | 21 |
Ikaros | 21 |
Aris | 21 |
Kavala | 21 |
Panionios | 20 |
Panellinios | 18 |
AEK | 18 |
Iraklis | 17 |
Ilysiakos | 17 |
Dalla terra ellenica è tutto.
Alla prossima
Giorgio Tseberlidis