Delude senza mezzi termini il big match del girone H.
Dopo un primo tempo contraddistinto da pochi punti e molte palle perse, nel secondo tempo gli attacchi si sbloccano ma per lo più a cause di difese troppo aperte e ai tanti fischi arbitrali che producono una serie di tiri liberi per bonus.
Sicuramente la posta in palio tra le due favorite del girone e le settimane di stop hanno aumentato la pressione sui giocatori ma da queste due squadre era giusto aspettarsi qualcosa di più a livello tecnico-tattico.
Invece si assiste ad una partita giocata quasi “a testa bassa” da entrambe le squadre, con attacchi non armoniosi ma più contraddistinti dall’ostinazione nella ricerca del canestro dei vari attori.
Anche a livello individuale, si segnala solo la prestazione di Marko Tomas, autore di 19 punti ben costruiti nell’arco dell’intera partita; tra le file greche, nonostante i vari grandi nomi presenti nel roster, non risulta significativa la prova di nessuno.
Una nota a parte da un anti-Ukic convinto: il break decisivo nell’ultimo quarto che ha permesso di prendere il vantaggio decisivo al Fenerbahce è avvenuto con il play croato in panchina e con il buon vecchio Jasikevicius in cabina di regia, decisivo con una tripla ammazza-partita. I turchi sono riusciti a racimolare un vantaggio di 10 punti che son poi stati bravi ad amministrare fino alla fine, complici anche le sparate a salve degli attacchi greci degli ultimi minuti.
Contrariamente a ciò che si suol dire, quindi, “non buona la prima”, ma nelle top 16 il girone è talmente breve che ogni sbaglio lo si paga caro; possiamo quindi ritenere che Olympiakos e Fenerbahce hanno già giocato la loro partita sotto la media e prepariamoci a vedere ben altri spettacoli nelle prossime giornate.
Maurizio Musolino