ROMA – Amaro, amarissimo esordio al Palalottomatica della Virtus Roma che va letteralmente in bambola contro l’Olimpia Lubjiana nei due minuti finali, dopo averne controllato abbastanza bene gli slanci agonistici, subendone poi alla fine la maggiore voglia, la maggiore lucidità, la migliore compattezza di una squadra in quanto tale al cospetto di una che invece cerca faticosamente di ritrovarsi.
Grande merito quindi ai ragazzi di Jure Zdovc, tenaci, volitivi e caparbi a crederci sino alla fine riuscendo nel sorpasso e nella vittoria per la classica incollatura alla linea d’arrivo come nelle migliori gara di corsa dei cavalli al galoppo. Non è un caso che finora la squadra slovena abbia già vinto diverse gare all‘overtime se non proprio in volata esattamente come questa sera, dettaglio che nel pre-gara coach Saso Filipovski (che da oggi chiameremo Sasha come puntualizzato simpaticamente da lui stesso sempre nel pre-partita di ieri sera, ndr), aveva sottolineato rimarcandone con forza il significato. Ma come non pensare di contro ad una Virtus sprecona, forse troppo cicala e troppo poco formica di quel quanto che sarebbe bastato per portare a casa la prima preziosissima vittoria in queste Top 16 ?
Certo, ripetiamo che l’Olimpia Lubjiana ha vinto con merito sfruttando al 100% le proprie doti di squadra da combattimento ed un fantastico Kenny Gregory, MVP della partita, ma è anche vero che l’Urbe ha fatto molto, anzi parecchio, per spianargli la strada con tantissime azioni non concretizzate a proprio favore per un nonnulla quando era in controllo dell’inerzia della gara, azioni che poi sommate alla fine hanno impietosamente finito con il condannarla. Troppi errori in attacco nei momenti topici, troppe sviste da parte di Djedovic & Co. nei possessi che potevano ammazzare la gara specie nel terzo e nel quarto periodo. Un numero troppo denso di palle perse, ben 22, per non dire che le cose devono decisamente sterzare in direzione opposta.
Per verità di cronaca dobbiamo anche riportare alcune scelte arbitrali decisamente a sfavore dei capitolini in alcuni di questi momenti topici (due clamorosi falli in attacco fischiati a Traore e Washington con la palla già nel cesto tra lo stupore e la rabbia generale, goffamente poi compensati dalla terna arbitrale con sconcertanti fischi pro-Roma che tanto han saputo di compensazione), nonchè i 3 secondi derubati nell’ultima azione nel computo dei globali 9″ che mancavano invece alla chiusura del match, fattore che ha pesato non poco nell’accellerazione finale di Washington per tentare il colpo risolutivo sullo filo della sirena. Ma anche rimarcando questi dettagli, non possiamo dimenticare che per lunghissimi tratti dell’incontro Roma ha controllato molto bene gli avversari e che avrebbe dovuto e potuto sferrare il colpo risolutivo senza farsi poi rimontare come accaduto.
Per la Virtus quindi in evidenza ancora le contraddizioni di una squadra che in attacco alterna momenti di buio incomprensibili a fasi positive se non anche godibili di gioco mentre la difesa, quella fatta anche questa sera, comincia a diventare un marchio di fabbrica mettendo in soggezione anche una squadra come Lubjiana che ha avuto nella fase di qualificazione una separazione abbastanza uniforme delle responsabilità offensive e che invece, questa sera, ha dovuto aggrapparsi ad un eccellentissimo Kennt Gregory (doppia doppia per lui: 19 p.ti, 14 rimbalzi, 30 di valutazione), e ad un ordinato e puntuale Saso Ozbolt (16 p.ti, 4/4 da 2 e 5/5 dalla lunetta, 6 falli subiti per un buon 14 di valutazione finale), limitando o annullando quasi Pinkney, Jagodnik ed il promettente georgiano Shermadini.
A parziale discolpa dell’Urbe ci sono gli assenti come Gigli e Vitali, che questa sera avrebbero potuto dare fiato e maggior slancio alle rotazioni di Filipovski ma fa male perdere in questo modo quando, ricordiamolo, il controllo di ogni fattore della gara era quasi totale. Poca personalità, poca freddezza nelle scelte da fare, poca lucidità nei soliti noti che hanno il volto di Crosariol (gran rimbalzo in attacco, l’unico della gara, nei fatidici due minuti finali e palla gettata al vento su un’impossibile passaggio lungo la linea di fondo a Dasic in lotta con Ozbolt per la posizione), di Washington (due ultimi possessi basilari gestiti a dir poco allegramente, soprattutto il penultimo con Roma sopra +1 a 38″ dalla fine), di Datome (sul ferro la tripla con spazio che ad un certo punto avrebbe messo Roma a +10, totale 0/5 dalla lunga per lui), di Smith (che compie un primo tempo da virgola alla casella punti all’attivo e che fa purtroppo fatica a contenere uno rapido come Ozbolt). Di contro una prestazione maiuscola di Vladimir Dasic, la migliore forse di questa sua prima stagione in maglia Lottomatica, la migliore senz’altro in Eurolega. All’attivo per lui 18 punti con anche ben 11 rimbalzi, doppia doppia anche per lui quindi con un bel 22 di valutazione.
Roma convalescente quindi che molto probabilmente con questa sconfitta compromette e di molto le proprie chances di passaggio agli ottavi ma, detto tra di noi, se questa squadra fa ancora così fatica a trovare una sua struttura determinata, non è certo con il doppio impegno che potrà migliorare le cose. Conviene perciò scendere sempre in campo per vincere da quì alla fine delle Top 16, a Tel Aviv tra una settimana ad esempio, ma con un altro approccio perchè altrimenti i Play-Offs rischiano di allontanarsi.
La gara era molto facile nella sua storia: una prima parte di gioco soporifera per la Lottomatica con Lubjiana che partiva a razzo piazzando in meno di due minuti un secco 0-8 di parziale con 4 giocatori diversi dello startin’ five (nell’ordine Ozbolt, Ilievski, Gregory e Pinkney), ma poi era Dasis show. Il montenegrino sembrava spiritato, siglava il pareggio quasi da solo al 7° con la seconda tripla di seguito (13-13 con ben 10 punti suoi), ma soprattutto correva, spingeva, lottava ma soprattutto regalava segnali di fiducia importanti alla squadra nel suo complesso, orfana di Datome (0/2 da 3), e subito dopo anche di uno Smith che proseguirà anche nel secondo periodo questa sua imbarazzante parentesi romana, tristi bagliori di un campione che fu. Ma anche Crosariol dava pochi segnali di vita mentre Djedovic e Washington faticavano a far girare il cuoio con velocità a precisione, soprattutto il colored palleggiava troppo nel tentativo di trovare il pertugio decisivo e perdeva qualche sfera di troppo. Almeno c’era la difesa e lì Roma teneva abbastanza bene, ed il parziale che riusciva a piazzare, come dicevamo quasi interamente merito di Vlade Dasic, era addirittura di 17-5 al 9° con Ilievski che faceva spazio al recuperato play di riserva Perry. Jure Zdovc cominciava a roteare gli uomini in campo e Jagodnik regalava il contro-sorpasso, 17-19 ma di nuovo Dasic, dopo una lunga disamina al tavolo per aver messo dentro il pallone sul filo della prima sirena, riportava Roma in vantaggio, 19-18.
Secondo parziale e la gara saliva di tono. L’Urbe continuava a fare confusione ed a sprecare in attacco ma Lubjiana non era da meno. Le difese prevalevano nettamente sugli attacchi ma Datome siglava il nuovo massimo vantaggio per Roma al 13°, 25-20 con Roma già sul groppone 4 falli che peseranno alla fine del periodo. Crosariol commetteva uno sciocco quanto inutile fallo su Ozbolt al tiro da 3, Gregory ancora per il nuovo sorpasso Olimpia (29-31 al 16° con parziale 0-7 per gli ospiti), ma prima lui stesso e dopo Djedovic ricacciavano Roma avanti, intervallo lungo sul 35-33.
Terzo periodo e bum-bum Dasic ne faceva un’altra da 3, 38-33 al 22°, poi una lunga sfilza di errori in attacco da parte di Roma e di Lubjiana ma se mentre gli errori di Roma erano dettati dall’imperizia e dalla scarsa precisione al tiro, gli sloveni soffrivano molto gli adeguamenti ed i cambi in difesa ordinati da Filipovski, mandando in tilt Pinkeny e Shermadini. Anche Djedovic a segno, 40-33 al 25° ma era un preciso Ozbolt a riportare sotto i suoi al 29°, 44-43 dopo alcune nefandezze arbitrali segnalate in precedenza. Ma l’Urbe reagiva molto bene mettendo comunque la testa avanti all’ultimo intervallo, 49-47 grazie (finalmente), ad una splendida tripla di Smith all’ultimo secondo del periodo.
Ultimo quarto e Smith dava ancora fiato alle trombe, 56-51 al 34° con un’altra tripla e Crosariol schiacciava la bimane nella più bell’azione della serata, con assist di Dasic per lui, 58-51 al 35°. E quì Roma perdeva smalto in attacco pur difendendo benissimo. Gregory si caricava letteralmente tutta l’Olimpia sulle proprie spalle ed assieme ad Ozbolt siglava il pareggio al 38°, 58-58. Ma non si erano fatti i conti con bum-bum Dasic, altra tripla per lui ed infine Gordic in penetrazione davano il rassicurante +5 ad 1°45″ dalla fine per la Virtus. Zdovc chiamava time-out ed al rientro in campo la Virtus si scioglieva, Jagodnik dalla lunetta prima e Gregory dopo, con un letale 6/6 timbravano il definitivo sorpasso e l’amaro finale per la Virtus Roma che usciva dal campo, mani nei capelli, con la netta sensazione di aver sprecato una bella occasione per continuare a sognare.
Sala Stampa
Zdovc
Prima di tutto voglio congratularmi con i miei ragazzi per la gran prova di carattere, specie negli ultimi due minuti dove han sempre creduto di farcela. Dopo mi congratulo anche con Roma ed in particolare con Sasha che ha cambiato in così pochi giorni il modo di giocare della squadra, modo che avevo visto finora prima del suo arrivo, mettendoci quindi in grossa difficoltà perchè hanno fatto una gran gara in difesa mettendoci, ripeto, in grossa difficoltà. E’ anche vero che queste sono le Top 16 e l’intensità delle gare è più alto e che forse non abbiamo disputato la nostra miglior gara, ma anche questo è merito di Roma. Poi non sapevo cosa aspettarmi dalla mia squadra dopo la fase di qualificazione. Effettivamente non siamo stati brillanti, gli americani che son rientrati da fuori dopo Natale han fatto fatica a rientrare mentalmente nel clima del campionato, eppoi abbiamo avuto anche una buona fortuna stasera, bisogna ammetterlo serenamente. Gregory è decisamente un ottimo giocatore, incredibile per come s’allena e per l’intensità che mette in ogni momento degli allenamenti. Oggettivamente poi credo che conta molto il fatto che noi non abbiamo subito cambiamenti traumatici come quello che si subisce quando si cambia allenatore, e credo ci abbia giovato nei minuti finali l’aver avuto molte gare così finora in stagione, siamo abituati a questi finali punto a punto. Ma non è ancora detto nulla per la qualificazione, dobbiamo ripeterci a Lubjiana contro Roma e non sarà facile, in fondo abbiamo vinto solo di un punto e loro possono tranquillamente venire da Noi e batterci con due o più punti di scarto. E’ vero, stiamo vivendo un bel periodo a Lubjiana, la gente è entusiasta (venduti in due ore tutti i 40.000 posti del nuovo palazzo dello sport per le 3 gare casalinghe nelle Top 16 a Lubjiana, ndr), ma c’è anche tanta pressione….Bello ma pesante !!!
Filipovski
Sono molto soddisfatto per molta parte della gara, abbiamo giocato molto bene limitando Lubjiana in attacco ma abbiamo sbagliato troppo in fase offensiva. Poi abbiamo sbagliato soprattutto l’ultimo minuto, ma diciamo anche che questo è l’anno dell’Olimpia, vince molte gare nei minuti finali o nei secondi finali, ma ora andiamo avanti, non dobbiamo sentirci male perchè abbiamo dato il massimo e siamo usciti a testa alta e dobbiamo pensare positivo per la prossima gara direttamente a Brindisi. Sì, nel penultimo possesso avevo chiesto a Darius di penetrare e tirare o scaricare fuori, ha sbagliato e succede, non possiamo caricare su di lui le responsabilità di questa sconfitta, abbiamo giocato duro ma siamo anche stati sfortunati. Abbiamo giocato bene in difesa, sì….Abbiamo sbagliato forse qualche tiro di troppo ma dobbiamo migliorare sulle palle perse, troppe palle perse. Non commento quanto accaduto da parte degli arbitri e sulle prove dei singoli, preferisco parlare dello spirito di squadra, di quello che dobbiamo migliorare, non mi soffermo su questi dettagli perchè mi piace pensare e guardare alla squadra. Sì, Djedovic non è più rientrato nell’ultimo quarto per mia scelta tecnica. Gordic e Washington giocano in modo completamente differente, uno tende ad ordinare il gioco e l’altro è più forte in penetrazione ed in transizione e li alternerò a secondo dell’esigenze.
Lottomatica Virtus Roma – Olimpjia Lubjiana 63-64
Parziali: 19-18; 16-15; 14-14; 14-17
Progressione: 19-18; 35-33; 49-47; 63-64
Tabellini: http://www.euroleague.net/main/results/showgame?gamecode=124
MVP: Kenny Gregory griffa una gran partita. Glaciale dalla lunetta per i tiri che mandano in paradiso una Lubjiana così così ma meritatamente vincente. Applausi per Dasic, prova maiuscola da incorniciare, peccato che sia valsa a poco.
WVP: -1, -2, -5. No, non sono le temperature minime che ci ritroveremo in queste fredde serate d’inizio d’anno, sono la valutazione rispettivamente di Charles Smith (e non è una novita, purtroppo), Nemanja Gordic (prova decisamente abulica, logico e naturale passo indietro dopo Bologna e Siena), ed infine per Kevin Pinkney. l’ex-Biella e Cantù ne combina di ogni colore, che si sia visto il fratello gemello sfigato questa sera a Roma ? Imbarazzante.
Fabrizio Noto/FRED