Riparte l’Inter-rail europeo, dopo la prima tornata servita (solo) a scremare il gruppo delle prime otto cadute, e dopo la pausa natalizia con annesso sorteggio. Siccome nella vita a chiusura di ogni fase tocca redigere i bilanci e progettare il futuro, e soprattutto siccome me lo hanno chiesto a più riprese, evoco a braccio i più e i meno del primo tempo, provando addirittura a scuotere i sassolini ed azzardare qualche previsione per il secondo.
Vai col flop. Pochi dubbi: il tonfo dell’illustre vittima CSKA copre il brusio delle altre due eliminate eccellenti, il Khimki Scarioliano (ormai ex, appunto) e – ahinoi – l’Armani.
Il passaggio della fu Armata Rossa da dominatrice continentale (si vocifera siano già in produzione matrioske nostalgiche con Messina al posto dello Zar…) a zimbello del girone – anche se nell’ultima uscita ha mostrato una dignità altrove ignota – rappresenta certamente il peggio (sportivamente parlando, beninteso) della stagione. L’accoppiata con i connazionali del Khimki poi, con conseguente sparizione del vessillo russo dalle carte nobili del basket, potrà forse rivelarsi un caso fortuito, ma certo al momento sembra indice di un movimento che ha perso l’enorme forza propulsiva dei primi petrol-rubli investiti copiosamente nel basket: e del resto, anche la nazionale è passata da un glorioso titolo europeo ad un mondiale lontano dai fasti.
Il “single-flop”. Anche qui, pochi dubbi: la peggior esibizione singola è di gran lunga appannaggio dell’Armani. Vinci a Mosca, sbanchi Valencia (sperperando però nei minuti finali un vantaggio a posteriori rivelatosi decisivo: una qualsiasi squadra allenata da Pianigiani non l’avrebbe mai fatto…), dai paga all’Efes, e ti presenti all’ultima in casa con una doppia opzione: se vinci, passi; se perdi e limiti i danni, puoi sperare di passare. Perfetto, no? No, il patatrac: intanto “in casa” non è “in casa” ma ad un’ora e mezzo di auto, perché il pattinaggio ti sfratta e non hai un “piano B”. Poi…la squadra non comincia mai la partita, segnando qualcosa come 11 (sì, undici) punti nel primo quarto. Quindi salta il tabellone elettronico, con seguente congelamento dell’atmosfera – già non da party berlusconiano, ammettiamolo – e figuraccia in eurovisione. Si ricomincia, e continua ad esserci in campo una squadra sola, l’altra, fino ai minuti finali in cui c’è un riavvicinamento: pensi “ora giocano per difendere il +11 dell’andata”? Giammai: si sparacchia, si ri-busca il break e da -7 si sprofonda a -15. Bye bye, Europe.
(Nota a margine: anche la figura di Roma in casa col Real non ha generato caroselli euforici; ma il passaggio del turno porta a perdonare tutto…).
Dress-code. A dividere i flop ed i top, perché con nomination in entrambe le categorie, l’abbigliamento di Zelimir Obradovic. Il grande coach, solitamente impeccabile, si presenta a Milano, in casa Armani, in giacca blu elettrica e camicia tra il giallo e l’arancione (il colore della cravatta, a quel punto, diventa indefinibile). Insomma, qualcosa tipo “personaggio cinematografico turco imbucato in un matrimonio greco”. Un mito.
E al top… Perde la prima, anche male, e già si sussurra che quest’anno i gialli non balleranno fino in fondo. Poi…9 di fila, e ritmo “da paura”: attenti al Maccabi, col mio “pallino” Sofocle Schortianidis.
Single top. Lezioni di basket. Docente Pianigiani e la sua Mens Sana, alunno sculacciato il Fenerbahce: i Turchi si sono presentati a Siena per il primato del girone, ed anche per mettere in chiaro il loro ruolo. Beh, ripassare, grazie.
Back to the future.
E ora vai con la preveggenza. Nel girone E il buon Zelimir, giacca permettendo, non dovrebbe aver problemi a traghettare i verdi del sublime Diamantidis all’ennesimo play-off. Alle spalle della corazzata ateniese, derby spagnolo tra Unicaja Malaga e Caja Laboral Vitoria. Mi sbilancio: passano i bancari…
Nel girone F disfida Maccabi-Barcellona per il primo posto e conseguente vantaggio del fattore campo nei play-off; oggi forse meglio Maccabi per salute e stato mentale (Rubio, dove sei?), voglia (blau-grana un po’ appagati), minor impegno in campionato, e sconfinato affetto per Sofoclone. Come? Ci sono anche Roma ed Olimpia Lubiana? Seh, va bé…
Nel girone G le altre dovranno avere – e presumibilmente avranno – paura di Siena. A ragione, nonostante l’infortunio a Mc Callebb, che non potrà essere “turato” da Marco Jaric, ancora sontuoso ma totalmente diverso dall’esplosivo (e definitivamente esploso, cosa su cui pochi scommettevano) sostituto di T-Mac. Pepe su peperoncino, il ritorno di Jaric contro il Real e quel Messina che lo mise un po’ ai margini: neanche quotato il partitone di Kaukenas per l’occasione. Alle spalle del Montepaschi difficile ipotizzare chi la spunterà tra Efes e Real, con un Messina capace di guidare ovunque le sue squadre ma apparentemente alla fine del ciclo madrileno; forse una spanna indietro il Partizan, ma attenti all’effetto Pionir.
Infine, nel girone H, da non disprezzare il Valencia rilanciato da Pesic, guastafeste designato del cammino di Olimpyacos e Fenerbahce. Sorprese attese, in questo girone.
Ohi, l’ho fatto. Una preview-pronostico. Me ne pentirò, ah se me ne pentirò…
Maurizio Zoppolato