ROMA – Con l’animo sollevato dopo la buona ma non esaltante vittoria di domenica in campionato a Teramo, la Virtus Roma riceve l’Unicaja di Malaga al Palalottomatica per il penultimo turno della fase a gironi della Turkish Airlines Euroleague Basketball edizione 2010-11.
Inutile spendere sinonimi o contrari, è una gara che alla luce della bella vittoria dell’Olympiacos di lunedì sera a Charleroi ha oramai sancito il passaggio della Lottomatica Virtus Roma alle Top 16 dopo un anno di assenza e di fatto perde di ogni significato intrinseco per il risultato finale.
Ma è bene che la Virtus ce la metta tutta per battere gli spagnoli, per una serie di valide ragioni.
Innanzitutto bisogna dare corpo alle positive impressioni suscitate domenica in Abbruzzo, doppiando questa volta la partita con una prestazione da Eurolega dove finora Roma ha certamente steccato alcune gare ma dove, con maggiore continuità rispetto al massimo torneo nazionale, ha mostrato maggior feeling con l’atmosfera che questa manifestazione reca con se, offrendo quindi prove più convincenti (eccezione fatta per la doppia sfida contro il Real Madrid di Ettore Messina, fortemente indigesta all’Urbe nell’accoppiamento in campo), in particolar modo contro le 2 formazioni che sulla carta erano alla sua portata, Charleroi e Bamberg.
Non bisogna poi dimenticare che all’andata la Virtus subì una pesante lezione per mano di Berni Rodriguez ed Uros Tripkovic in prima istanza ma coralmente da tutta Malaga, che giocò con una naturalezza ed una scioltezza impressionante rifilando ai Giallorossoblù addirittura 21 punti di scarto. Sarà difficile che i ragazzi di Boniciolli possano capovolgere l’esito del doppio incontro a proprio favore ma cercare di vincere con uno scarto importante sarebbe decisamente un bel segnale, trasferirebbe tantissimo ossigeno ad un gruppo che, nonostante ci si trovi al terzo mese esatto di stagione, stenta ancora ad avere una fisionomia ben definitiva, una propria anima caratterizzante.
In verità, chi segue la Virtus Roma dalla prima gara ufficiale ad ottobre contro Brindisi in campionato, ha già chiaro che al momento, senza cioè interventi potenziali sul roster (non del tutto esclusi viste le condizioni di Giachetti, per lui rientro previsto in Aprile), ci si trova al cospetto di una squadra che segna poco e che quindi dove disputare letteralmente ogni partita con la sciabola sguainata in difesa per vincerla. E la cosa stupisce un pò in quanto ad inizio stagione era difficile prevedere per la Lottomatica una media di 74,8 punti all’attivo a partita a campionato e di solo 71,3 in Eurolega, quote cioè basse per il potenziale offensivo del roster voluto da Boscia Tanjevic e Matteo Boniciolli. E non ci si stupisce affatto poi nell’osservare che Roma prende le imbarcate, come ad esempio proprio contro Malaga all’andata, se si difende con poca attenzione o male, concedendo troppi tiri comodi da 3 a chiunque perchè il talento palla in mano è ridotto, con conseguente frustrazione nella gestione del protrarsi della gara.
Non esiste il roster “perfetto” ma esiste il roster “possibile” su cui lavorare cercando di esaltarne i pregi e di diminuire i difetti, mercoledì sera contro Malaga quindi un passo ulteriore verso la definitiva stabilità anche emotiva di una squadra troppo umorale.
Ultimo buon motivo per vincere contro Malaga, ultimo sì ma non per questo il meno importante dei motivi esposti, è anche quello di rafforzare la propria autostima e convincersi che la squadra intrapresa sia quella giusta, magari aspettando qualcosa dal mercato per sostituire l’infortunato (come già accenato sopra), Giachetti o, perchè no, sostituire qualcuno che sta dando poco alla causa. Indiziati alla sbarra al momento Charlie Smith (non presente per il problema alla caviglia), decisamente deludente eccezion fatta per il canestro di Bamberg, e Josh Heytvelt, il cui impiego a Teramo è stato zero. Ok, per dare spazio e minuti di rodaggio al rientrante Gigli, ma solo per questo motivo ?
Cosa dire dell’Unicaja che non si sappia già ? Sarà una partita che gli andalusi vorranno vincere perchè c’è ancora per loro una tenue speranza di finire al secondo posto. Con McIntyre ancora fuori, attenti alla batteria dei tiratori da 3 e soprattutto a Freeland che viaggia ad una media di 14,1 punti a partita, autentico trascinatore dei suoi in attacco assieme ai soliti noti.
Fabrizio Noto/FRED