-Valencia- Il più classico dei risultati che non rendono merito alla partita e soprattutto ai vincitori. Milano si presenta a Valencia con la necessità assoluta di vincere per invertire un trend pericoloso di due sconfitte consecutive. Nel dopopartita di domenica contro Brindisi, Bucchi era preoccupato per le condizioni fisiche dei suoi, ponderando già di considerare la differenza canestri, ma oggi tutto questo non è servito, anzi il +11 finale sta quasi stretto a Milano.
L’inizio di partita mette in chiaro subito quali siano le pretese di Milano da questa partita e soprattutto chi sarà il protagonista assoluto del match, ovvero Jonas Maciulis che apre subito con quattro punti. L’attacco è incredibilmente fluido per Milano e ricco di soluzioni tanto variegate quanto efficaci e i canestri che si susseguono sono semplicemente la diretta conseguenza. Petravicius impressiona per l’attività fisica contro Javtokas che per tutta la partita non capisce assolutamente nulla di quello che il dinamico connazionale gli combina intorno. Diciamo che il primo quarto milanese ha chiaramente targa lituana con grande incisivtà ed intesa tra i due con la presenza tutt’altro che marginale di David Hawkins.
L’apporto del falco è quanto di più utile serva ai biancorossi. Pochi fronzoli, pochi isolamenti, tanta solidità, canestri e recuperi (ben 5 alla pausa) che lo rendono dominante anche in eurolega. E’ chiaro che quando riceve in movimento la sua efficacia aumenti esponenzialmente e soprattutto torni in gioco la sua strapotenza fisica in uno scontro dove Claver non ha capito nulla nè di lui nè della partita. Milano domina nel secondo quarto con l’innesto di Jaaber e un’accresciuta pressione difensiva, dilata la forbice fino al +16 della pausa con il pubblico Valenciano che ricopre di fischi la propria squadra.
I padroni di casa sono troppo brutti per essere veri. Cook è avulso dalla manovra, proprio lui che dovrebbe innescarla, Claver e Martinez sono totalmente dannosi e Savanovic è lontano parente del grande giocatore ammirato ai mondiali. E’ chiaro che, come si diceva in sede di preview, Valencia giochi prima contro se stessa e la sua incostistenza mista a mancanza di fiducia che contro gli avversari. Al rientro dagli spogliatoi ci si aspetterebbe la reazione dei padroni di casa ed invece è ancora Milano ad andare anche a +23 con Mancinelli e Petravicius sugli scudi. A metà terzo periodo non c’è già più partita, il pubblico rumoreggia e comincia ad abbandonare il palazzetto; l’unico sussulto d’orgoglio arriva in apertura di quarto periodo quando un 9-0 tutto firmato Richardson ha messo un minimo di indecisione nelle menti milanesi, ma mai e poi mai si sarebbe potuto perdere una partita così vastamente dominata ed infatti il +11 finale condotto in tranquillità nonostante qualche dabbenaggine di Finley nel finale, sta sicuramente stretto ed è uno dei minimi svantaggi che Valencia ha raggiunto dalla fine del primo quarto in avanti.
Prova corale, convincente e di qualità per una Milano che ritrova il feeling con la vittoria europea e può guardare al big match di settimana prossima contro il Panathinaikos senza l’acqua alla gola che sarebbe derivata da una sconfitta in terra spagnola. Sicuramente Valencia è un banco di dubbia attendibilità in questo momento, ma la bravura della truppa di Bucchi è stata sicuramente quella di mettere subito le cose in chiaro in modo quasi prepotente. Questo è uno degli aspetti che Milano ha migliorato moltissimo rispetto alle stagioni passate e che permette alla squadra di acquistare subito la fiducia necessaria per condurre partite autoritarie anche lontano dal Forum.
Nota d’onore per Jonas Maciulis che corona con la prova di questa sera un inizio di stagione a livelli altissimi sui due lati del campo. Sfrutta al meglio gli spazi che vengono creati dalla pericolosità di Hawkins e soprattutto quest’anno ci sono giochi che vengono largamente utilizzati per farlo ricevere nei comfort spots, dove lui difficilmente tradisce le aspettative.
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Simone Mazzola