ROMA – A poche ore dalla notte di Hallowen, la Virtus Roma decide di far passare una serata da incubo ai propri sostenitori al cospetto della solita ordinata, precisa e lesta Bennet Cantù.
A dire il vero Matteo Boniciolli aveva avvisato l’ambiente che non sarebbe stata facile contro Cantù, un team quasi identico a quello dell’anno scorso e che avrebbe espresso un volume di gioco ai limiti della perfezione in fatto di tiri presi, paziente movimento del cuoio a cercare il momento opportuno per attaccare, difesa così ferrea da far girare al largo chiunque dalla zona colorata, frutto di un anno di bei risultati coronati da una semifinale scudetto ottenuta contro ogni pronostico.
E l’Urbe c’è caduta con tutti e due i piedi nella trappola canturina e senza diritto di replica. I ragazzi Trinchieri hanno avuto pazienza affannandosi in difesa e cercando di far andare a vuoto Roma, una Roma intenta a sverniciare il ferro dalla lunga (orripilante 1/18 come computo finale), a non capirci granchè in termini di lettura della difesa da scardinare, a rimanere di fatto con la testa alla vittoriosa partita di Charleroi di mercoledì in Eurolega.
Strano ma vero, nonostante Roma avesse molta presa vicino al canestro (54,8% globale ma ben 64% all’intervallo da 2), i suoi si divertivano a cercare la sorte da 3 punti nella fase iniziale della gara, fase che poi caratterizzerà tutto l’incontro in modo irreparabile, unico centro sui diciotto tentativi quello del giovane Djedovic nel secondo quarto, il tutto con profonda soddisfazione di Marconato & Co., che ringraziavano e scappavano senza essere mai più riavvicinati se non, nel terzo periodo, ad un timido -4. E se a questo aspetto si aggiunge che il computo globale dei rimbalzi vede alla fine prevalere Roma per soli 3 palloni raccolti in più (33 contro 30), ecco spiegata la chiave della gara, perchè oltre che a giocare, anzi, a non giocare, questa Lottomatica non va di buon grado a rimbalzo, soprattutto in attacco ed ecco che se le percentuali da fuori deficiono il resto è veramente duro ottenerlo.
Onore a Cantù che quindi ha tolto acqua e cibo a Roma con una condotta accorta, lucidissima, di grande carattere a dimostrare che Bologna era ed è stato un episodio. E’ stata, dicevamo, la vittoria della voglia e della determinazione canturina. E’ vero che la Lottomatica ha agevolato molto il compito di Andrea Ttrinchieri e della Sua Truppa ma non va sottaciuta la freddezza, nei momenti difficili, di Green e compagni a reggere l’onda d’urto Giallorossoblu, puntualmente infrantasi sull’ali delle geometrie disegnate da lui e da Leunen ma, soprattutto Ortner che in almeno due circostanze importantissime nel quarto finale ha prima recuperato un pallone d’oro per poi servire con un assist il tiro a uno-contro-zero di Micov che di fatto piantava i classici chiodi nella bara romana.
La gara è stata un calvario lunga 40 minuti per la Virtus: primo canestro, ad esempio, dopo 6 minuti di gioco e dopo che Cantù era già a +14, nessuno dei ragazzi di Boniciolli che capiva come scardinare la difesa bianco-blu con il particolare ancora più imbarazzante che le ben 26 palle perse di Cantù poco pesavano sull’economia della partita, incredibile ma vero !
Eppure Boniciolli aveva provato a sorprendere Trinchieri con Vitali playmaker al posto di D-Wash, quintetto quindi altissimo con Traore, Crosariol, Dasic e Smith (altra prova incolore per Il Ragno), mentre Trinchieri metteva subito Denis Marconato assieme a Green, Mazzarino, Leunen e Micov, ma la sorpresa doveva constatarla proprio il coach triestino nel vedere i tiri dalla lunga spegnersi sui ferri senza alternativa.
A fine gara egli stesso dirà che è prevedibile questa continua altalena tra belle e brutte prestazioni, che la situazione era preventivabile dopo tutti i problemi avuti nel pre-campionato ma “bucare” in campionato mentalmente la seconda partita di fila incomincia a diventare un pò troppo e questo lo sa benissimo. Frustrante vedere, ad esempio, perdere e male la palla decisiva che avrebbe potuto riaprire la gara non una ma tre, quattro, cinque volte e senza aver demeritato poi così tanto in difesa.
Una gara d’archiviare subito in casa Virtus, una gara da portare ad esempio in qualità di cattiva determinazione agonistica in Brianza e di precisione dal tiro da 3 (48,3% alla fine), con la speranza che, come l’anno scorso, la vittoria sul terreno di Roma possa essere nuovamente di buon auspicio per una nuova stagione di successi.
Sala Stampa
Andrea Trinchieri
Avevo chiesto ai miei di giocare in due modi: con umiltà, perchè Roma difende molto bene ed ha un impatto fisico notevole e se non sei umile le prendi. Poi di avere personalità. Bene, aldilà delle 26 palle perse, e garantisco che ci lavoreremo in settimana, credo che i miei ragazzi abbiano interpretato la partita in modo eccellente strameritando la vittoria finale. Abbiamo tenuto botta nei momenti difficili ed abbiamo meritato di vincere per questo ma non solo, anche se ci siamo disuniti un attimo con il loro rientro, stasera ci siamo ripresi ed abbiamo anche ripreso ciò che avevamo perso a Bologna, e questi sono punti d’oro, credetemi, quelli di stasera. Ma il campionato è difficile, ci vorrano due mesi per capire dove tira il vento, come avete visto ieri sera ed oggi a pranzo, questo campionato sarà molto difficile. La gara di Bologna ci aveva devastato, perdere la partita quando sei avanti di 16 con l’ultimo tiro ci aveva mandato al manicomio. Sì, Sono stupito da Leunen che con la caviglia che aveva, non si era mai allenato ed è stato chirurgico, complimenti. Ma Ortner è stato l’MVP “nascosto”, ha dato in momenti topici il meglio di se, ha girato la partita. Green ha fatto molto bene, sta lavorando molto per capire come deve giocare, è andato in tilt come freschezza e l’ho dovuto togliere ma è stato veramente bravo, complimenti anche a lui. Roma ha molti centimetri e chili, ed appena abbiamo smesso di lavorare bene in difesa Roma è rientrata molto bene. Volevo terminare a 14, 15 palle perse ma Roma è forte in difesa, abbiamo lottato bene sotto le plancie. Tabu ? Nessun problema, lo terremo ancora perchè abbiamo fiducia nelle sue qualità, poi vedremo. Non dobbiamo giudicare il ragazzo adesso, dobbiamo avere pazienza, lui è la prima volta che esce di casa e per lui è un fatto importante eppoi abbiamo vinto, questo ci permette di poter avere altri giorni per inserirlo.
Matteo Boniciolli:
E’ chiaro che sono particolarmente amareggiato perchè posso accettare di perdere, lo sport è questo, poi nel basket quando vince solo uno….Figuriamoci, Cantù ha giocato una gara eccellente poi. Mi spiace solo che questa gara non ci aiuterà a crescere. Mi piacerebbe sempre uscire dal campo sia in vittoria che in sconfitta, con idee precise su come e perchè abbiamo perso o vinto. Ed ho questo punto interrogativo, abbiamo giocato ? No, la risposta è no. Poca attenzione, poca lucidità, abbiamo difeso per reazione e non con metodo. Abbiamo fatto troppa fatica, bisognerebbe indirizzare bene le proprie energie e non ci siamo risuciti. E questo è il dilemma che ci portiamo appresso giocando ogni tre giorni, ma noi continuano a lavorare, su questo non ci sono dubbi. Credo che sia un campionato molto equilibrato, bisogna crescere ed oggi non siamo cresciuti affatto. Siamo partiti con un quintetto alto, Datome sarà pronto tra due settimane così abbiamo cominciato con questo quintetto per essere pronti sino alle fine dell’anno, ed invece in due minuti eravamo all’inferno. E contro Cantù non te lo puoi permettere. Forse è un limite della gioventù, stamattina ho parlato con Tanjevic ed abbiamo fatto 45 minuti in palestra di una lucidità e di una qualità eccezionale. Poi veniamo qui e facciamo quello che avete visto. Dobbiamo crescere, ci vuole poco a mettere il broncio se le cose non vanno bene, ci vuole maggiore controllo dei propri nervi, siamo giovani e anche questo significa crescere. Mi auguro che il Real Madrid possa darci un alto come abbiamo visto un basso come quello di oggi. Eppoi la stanchezza non è mai fisica, è sempre mentale, sempre pronti con la testa, non è facile e dobbiamo insistere. Complimenti a Cantù comunque, ribadisco. Boscia mi trasferisce molta esperienza e non avendo fatto il precampionato ha detto che avremmo avuto questa altalena di rendimento e vi dico che avevamo pensato oggi ad un inizio difficile ma non così difficile. Bisogna avere molta pazienza e rendere i ragazzi consapevoli che possiamo avere chili, talento e voglia ma se la testa non è sul pezzo, non possiamo farci nulla, esempio il bravo Cassano che non riesce mentalmente a superare una certa soglia.
Rispetto a Pesaro non è cambiato molto, anzi nulla. Rispetto a Charleroi no, ma come a Pesaro questa sera abbiamo avuto identico approccio mentale negativo, però ribadisco, non posso commentare una partita mai giocata, che abbiamo dato molto ma nella direzione sbagliata. Siamo condannati a capire come muoverci per generare la nostra struttura. E’ vero, sostanzialmente la differenza è stata il tiro da 3 ma non dimentichiamoci che le percentuali buone derivano da buon gioco, buone spaziature, buon passaggio della palla, noi siamo alla ricerca di questa fluidità. Bravi loro ma anche molte nostre amnesie, troppe. Adesso più che la preoccupazione di questi alti e bassi è la consapevolezza che abbiamo cominciamo con l’handicap con tutti gli infortuni e non riesco a mentire. Il mio sforzo è quello di capire cosa accade alla squadra, sapevo che l’inizio sarebbe stato difficile ma non mi tiro certo indietro. Arriveremo alla quadratura, ed il paradosso è che siamo ultimi in Italia e primi nel girone in Eurolega. E sino al 24 dicembre che completa il girone per le TOP16 sappiamo che avremo il doppio impegno, e poi andremo avanti come spero, e trovare assieme il bandolo della matassa. E’ chiaro che l’episodio di questa sera non mi fa felice, per niente.
Lottomatica Virtus Roma – Bennet Cantù 66-78
Parziali: (8-19; 19-15; 14-17; 25-27)
Progressione: (8-19; 27-34; 41-51; 66-78)
Tabellini http://195.56.77.210/game/64171.html
MVP: Un applauso alla coppia Ortner-Green. L’austriaco lotta, corre e segna mettendo smessa la mordacchia ai lunghi romani ma soprattutto li costringe a difendere contro di lui con le unghie e con i denti, e lui smista a chi, come Markoshvili, Leunen, Micov e Mazzarino, può colpire da fuori. Il nuovo Green invece ha preso le redini della squadra, 6 assist ne sono la testimonianza ma anche scelte lucide per mettere in ritmo i compagni.
WVP: l’emblema dell’altalena Giallorossoblu è Luca Vitali. -4 di valutazione dopo aver fatto, mercoledì sera a Charleroi, una gara positiva.
Fabrizio Noto/FRED