Treviso – Per analizzare la stagione della Benetton parto da due considerazioni di Repesa nel post Gara 3 dei quarti di Finale con Siena.
La prima (incontestabile) è che la squadra ha giocato bene solo per un mese e mezzo. La seconda (sulla quale si può anche discutere), è che difficilmente i Campioni d’Italia troveranno nel prosieguo dei PlayOff una squadra in grado di metterli in difficoltà più di quanto abbia fatto Treviso. Il combinato di queste affermazioni fa ben capire quanto deludente sia stata quest’annata e conferma un pensiero che io ripeto da tempo: nonostante difetti evidenti, c’era il potenziale per fare molto meglio.
C’era eccome! Ma fin dall’inizio, nonostante il progetto-bufala “Energia Verde” dovesse (meglio, avrebbe dovuto), prevedere un periodo anche non breve di rodaggio, si è preferito piangere per ciò che mancava, alimentando tensioni, incertezze (e perfino, ovvio, alibi per i giocatori), piuttosto che fare tesoro di quel che passava un convento, comunque ben più ricco di altri.
E la cosa più beffarda è che per arrivare ad un playmaker (la mancanza del quale è stata per mesi un constante motivo di lagne), e nemmeno chissà chi (Dixon), si è dovuti passare per l’acquisto frettoloso in estate di Kus (100% guardia), e Rivers (perché?).
Tutto ciò per arrivare alla fine, in un momento in cui (finalmente!), la dirigenza non poteva ormai più fare danni, a guardarsi in faccia e dire “Siamo questi, vediamo di fare il massimo”. O si vuole credere e far credere che la svolta (???), siano stati gli innesti dell’ultima ora di Taylor e Dixon (per altro positivi nelle ultime gare, tanto da meritarsi un 6 in pagella)?
La stagione nasce male, con il “pacco” di Kalnietis (ma questa rinuncia ha permesso di puntare su Motiejunas…). Prosegue peggio, con l’inopinata eliminazione dal preliminare di Eurolega per mano del modesto Orleans; risultato che probabilmente mette subito Vitucci sulla graticola. Ma il prosieguo fino alla sosta natalizia non è poi così negativo: la squadra fatica a vincere con continuità, a livello di gioco non incanta, ma siamo comunque lontani da una situazione da “allarme rosso”.
Ahimè, la società la vede in maniera diversa e così il coach veneziano (voto 6: mezzo voto in più per il pessimo trattamento subito) viene esonerato. A suo posto viene chiamato Repesa (voto 5,5: lo ha detto egli stesso che un mese e mezzo di buon basket non può salvare una stagione). Ed assieme all’allenatore croato arriva (non per colpa sua, si intende), anche l’angoscia di stare vivendo una stagione da dimenticare; lo sarà, in effetti, ma all’epoca c’era tutto il tempo per riprendersi.
Con Repesa la squadra non migliora ed anzi, giocando con sempre meno tranquillità addosso (per colpa di chi, se non della società?), peggiora il proprio record. Per un po’, in verità, si ha la sensazione che la squadra possa da un momento all’altro trovare la quadratura del cerchio, ma le tre sconfitte consecutive (Montegranaro, Cremona e Varese), affossano ogni speranza. Ed arriva la ciliegina sulla torta: il taglio di Gary Neal (voto 7,5: semplicemente un fiore in un letamaio, poco conta che la sua esperienza si sia chiusa tanto malamente), per un serata di festa a Milano: un peccatuccio, considerando che domenica al Palaverde va di scena la farsa napoletana. Non bastava una multa?
Senza il suo uomo migliore, l’unico all’altezza delle aspettative considerando che quelli che dovrebbero essere i punti di forza della squadra, Wallace e Nicevic (le vere note dolenti della stagione: voto 5 ad entrambi) continuano (e continueranno), a essere brutta copia di loro stessi, Treviso vive un momento orribile, con il pubblico, esasperato, in rottura totale; e Repesa ha avuto anche l’ardire di fargliene una colpa, additandolo come una delle cause di alcune figuracce casalinghe. Eppure, nonostante un allucinante record di 7 sconfitte su 8 partite con le ultime 4 in classifica, la Benetton nel finale di stagione coglie importanti successi esterni (Siena e Teramo), che, complice la caduta libera di Avellino, la tengono in corsa per i play off. Il resto è storia recente: la bellissima partita casalinga con Milano e l’altrettanto pregevole serie di playoff con Siena.
Un finale di stagione in netto crescendo, che ha ricucito in parte lo strappo tra squadra e pubblico, ma che, appunto, non basta a salvare una stagione, che rimane ampiamente deludente. Repesa, riferendosi al blasone di questa società, ha detto che la squadra ha iniziato a girare quando i giocatori hanno capito dov’erano e cosa avrebbero di conseguenza dovuto fare. Il coach, confermato, intende allenare un gruppo di giocatori che meritino di giocare per la Benetton, che mostrino un adeguato comportamento dentro e fuori dal campo (esplicita frecciata rivolta dall’allenatore a qualche suo giocatore). Da qui si dovrà ripartire. Ma con chi?
Un’annata negativa è tanto più dannosa se si pensa che ha quasi sempre come conseguenza una rifondazione, che per ovvi motivi (più si cambia, più c’è il rischio di sbagliare), si presenta sempre complessa. Dell’attuale roster dovrebbero rimanere (il condizionale è d’obbligo), i due croati, capitan Nicevic e Kus (voto 5,5: inappuntabile per professionalità, è stato il classico uomo giusto nel posto sbagliato; il rendimento alterno è cioè dipeso in gran parte da fattori a lui estranei). Potrebbe essere concessa un’altra chance ad Hackett (voto 5: in rapporto all’ingaggio, un bidone; peccato perché quanto meno la voglia voglia al ragazzo non manca), mentre Renzi (s.v.), dopo un anno perso per infortunio, dovrebbe rimanere. Tutto è possibile (compresa l’ipotesi del prestito) per i giovani, De Nicolao (voto 7: gli manca un tiro affidabile, ma non certo il carattere), Sandri (voto 6,5: poco spazio, ma non ha sfigurato) e Gentile (voto 7: un talento cristallino, ma da tirare su a bastone e carota). Sono dati per sicuri partenti invece Wallace (comunque un peccato), Dixon, Taylor, Hukic (voto 5: poteva essere una pedina utile, ma non ha reso come sperato, anche per via dei frequenti infortuni) e Rivers (voto 6: cresciuto nel finale di stagione, altro esempio di uomo giusto nel posto sbagliato, che magari avrebbe meritato la conferma). Quanto a Motiejunas (voto 6: frutto di una media tra l’immenso potenziale e l’effettivo, non eccelso, rendimento), con ogni probabilità attraverserà l’oceano già in questa estate ma proprio in queste ore sembra deciso il contrario dal suo entourage, e pertanto certo che debba restare. Per Bjielica invece, che avrebbe dovuto sostituire il lituano con la valigia in mano forte anche di un quadriennale in mano, potrebbe essere lui elegibile al draft.
Ma le più grosse novità arrivano sul fronte della dirigenza.
Il General Manager, Enzo Lefebre, rimarrà in società, ma non più con questo ruolo. Anche Massimo Jacopini (ex idolo in campo e salutato con grande affetto dai tifosi all’ultima partita della stagione), lascerà la sua veste di assistant general manager. Giorgio Buzzavo dovrebbe infine occuparsi esclusivamente della gestione di Verde Sport. Per il sostituto di Lefebre il nome più credibile è quello dell’attuale DS di Caserta, Claudio Coldebella, mentre dovrebbero assumere ruoli di maggior responsabilità Andrea Benetton e Alberto Buzzavo.
Paolo Brugnara