Varese – All’ombra delle prealpi l’annata del ritorno in serie A si chiude con 20 punti (bilancio 11-17) ed il raggiungimento dell’obiettivo salvezza con una gara di anticipo sulla chiusura di stagione.
La permanenza nella massima serie era, ufficialmente, l’unico traguardo richiesto alla squadra anche se, sotto sotto, tutti avrebbero sperato di approdare in zona playoff.
In fin dei conti ad inizio campionato il roster varesino era giudicato di buon livello, con le riconferme della struttura portante della squadra promozione (Galanda, Childress, Cotani, Martinoni, Gergati, Passera) e l’innesto di gente con già una buona esperienza nella massima serie (Thomas, Slay, Morandais), oltre al 17enne Fabio Mian ed al bulgaro Zahariev.
La stagione
Bene, la squadra che ho elencato sopra è durata la bellezza di 2 gare, poi tutto è cominciato a crollarle addosso.
Per primo si è rotto Slay, completamente bloccato da 2 ernie alla schiena che l’hanno mandato dritto dritto sotto i ferri del chirurgo.
Poi è cominciato un can-can di caviglie distorte, dita incassate, attacchi febbrili e stiramenti muscolari che non avrei immaginato nemmeno nei miei incubi peggiori; il tutto condito dalla perdurante fascite plantare che ha afflitto Jobey Thomas per tutta la stagione…Ad un certo punto i comunicati stampa pre-gara sembravano un bollettino di guerra.
Nel frattempo arrivava Marko Tusek al posto di Slay e, dopo una serie di sconfitte (2W-4L), si ricominciava a vedere del buon gioco a partire dalla vittoriosa trasferta di Treviso, dove non si vinceva da gara 2 delle finali scudetto 1998-1999.
Neanche il tempo di riprendere fiato e si ferma Marco Passera, ufficialmente per una serie di ernie cervicali, ma era ormai risaputa l’insistenza di Pillastrini nel chiedere un supporto di altro livello per Randy Childress.
Il rinforzo arriva al volo con l’ingaggio di JR Reynolds, ma il colmo è che si infortuna al tallone dopo soli 10 minuti, rivelandosi solamente un peso economico nel bilancio della stagione; ben più gravoso il macigno che colpisce in testa la società pochi giorni dopo la trasferta in toscana, per aver ritardato di 4 giorni il pagamento di 73mila euro di contributi previdenziali, la mia beneamata Pallacanestro Varese subisce l’onta infamante della penalizzazione, cosicché per tutto il resto della stagione un vergognoso -2 l’ha accompagnata in tutte le classifiche ufficiali.
Il sostituto del sostituto della riserva di Childress (non è un errore di battitura, purtroppo), porta il nome di Donnie Mc Grath…non certo un campione, ma un ragazzo che fa la sua parte e non si tira indietro, come dimostrato al suo esordio nel derby vincente contro Cantù.
Mentre l’infermeria lavora a ritmo incessante si chiude il girone di andata col bilancio di 6 vinte e 9 perse; la ripresa dopo la pausa per le final-four di Coppa Italia non è favorevole a Varese che, non avendo potuto lavorare al completo non è riuscita recuperare il gap con le avversarie.
Nel frattempo si chiude finalmente il balletto del TAS di Losanna che, chiamato a decidere sul ritardo di Slay ad un controllo antidoping di maggio 2009, dopo ben 4 mesi di rinvii per i motivi più assurdi, lo assolve e contemporaneamente imprime una svolta alle scelte della dirigenza, fin lì bloccata sull’idea di tagliare o meno l’alona di Memphis.
Varese è sempre in linea di galleggiamento in classifica, anche se dalla 9° alla 21° giornata colleziona solo 4 vittorie e ben 8 sconfitte. Manco a dirlo è proprio il sorprendente rientro di Slay a riportare il sorriso al popolo di Masnago; Ron rimette piede in campo dopo soli 5 giorni di allenamenti e guida i suoi alla vittoria interna contro Treviso, ridando carica a tutto l’ambiente.
L’ennesimo cambio di assetto porta Pillastrini ad avere un squadra più sbilanciata verso l’interno, col rientro di Slay al fianco di Galanda, Tusek, Martinoni, Cotani e Antonelli (che da lì in poi non avrà più spazio sul parquet), mentre si accorcia nel reparto esterni, dove Passera è ancora fuori dai giochi e Reynolds deve sedersi in tribuna perché eccedente dalla quota stranieri; buon per Gergati, che rivede il campo con buoni minutaggi dopo esser stato “quasi bocciato” ed accantonato nella parte centrale della stagione.
Con questo assetto, più o meno, Varese va a disputare le ultime 7 gare della stagione, complicandosi la vita nella sconfitta di Ferrara, ma chiudendo prepotentemente i calcoli per la salvezza col 98-78 che stende Cremona e le assicura un’altra stagione in paradiso.
Qualche cifra in libertà
7-7 il bilancio casalingo, 4-10 quello in trasferta.
Solo 5 i giocatori che hanno disputato tutte e 28 le gare stagionali, Thomas, Childress, Morandais, Martinoni e Cotani, seguiti Galanda con 26 e Tusek con 22 su 23.
4 gli uomini in doppia cifra di media, Slay (12.8), Thomas (12.1), Morandais e Galanda (10.6 per entrambi).
Il migliore nel tiro da 2 è stato Ron Slay (60.5%), seguito da altri 5 giocatori sopra il 50%, Galanda, Tusek, Childress, Martinoni e Cotani.
Nel tiro da 3 ha primeggiato capitan Galanda col 46.3%, che insieme a Thomas è stato l’unico sopra il 40%.
Con un sontuoso 38/39 totale Michel Morandais ha stracciato tutti nei tiri liberi, dietro al francese della Guadalupa si è piazzato Thomas, autore di un altrettanto notevole 43/45.
La miglior prestazione individuale è quella di Ron Slay nella gara d’esordio contro Milano, 33 punti, 14 rimbalzi e 46 di valutazione; l’unico altro biancorosso capace di segnare 30 punti è Childress, che li realizza nell’ultima partita casalinga contro Cremona.
Il bilancio finale
Sostanzialmente in pareggio, con tutti questi infortuni sarebbe stato un miracolo andare ai playoff.
Certamente anche a me sarebbe piaciuto vedere una squadra sempre aggressiva e col sangue agli occhi, come lamentato dal presidente Castiglioni, ma se in settimana non hai mai potuto allenarti al completo e le tue sicurezze in campo sono minate dalle precarie condizioni di 2-3 compagni…E’ capibile che nell’arco dei 40 minuti la squadra debba necessariamente avere dei cali d’intensità.
Pillastrini non a caso ha dichiarato che questa è stata la stagione più difficile della sua carriera, essendo lui un “coach da palestra” che ha bisogno di aver tutto il gruppo in mano per 5 giorni alla settimana, non come quest’anno, quando l’ha avuto sì e no per 5 giorni al mese quando gli andava bene.
Per almeno 5 mesi non si è mai avuta la certezza su chi sarebbe sceso in campo la domenica successiva, che altro aggiungere…
E allora prendiamoci questa salvezza, mettiamo da parte i rimpianti per [i]quello che avremmo potuto fare se[/i] e guardiamo avanti, a testa alta.
Il futuro
Per prima cosa c’è da ridefinire l’assetto societario; Vescovi e Ferraiuolo sono attivi già da diversi mesi per tentare di fornire un supporto consistente alla famiglia Castiglioni ed entro fine giugno si dovrebbero tirare le somme sull’effettiva fattibilità di tutta l’operazione.
L’idea dei due ex giocatori della DiVarese è quella di mettere nero su bianco l’impegno di un pool di imprenditori che, dopo lo scorporo della Pallacanestro Varese dalla holding Casti Group, riesca a dare più tranquillità di programmazione allo staff tecnico/decisionale.
Col prolungarsi della crisi finanziaria la famiglia Castiglioni non può più sostenere il salasso cadenzato delle ultime stagioni, da qui la necessità di coinvolgere maggiormente chi già è vicino alla squadra, come Cimberio e Sisal-Superenalotto, che si sono già dichiarate disponibili a sottoscrivere due importanti quote del progetto, ma soprattutto il bisogno di allargare il discorso a nuovi soci, in modo da andare a coprire almeno il 70% dei 4.2 milioni di euro spesi in questa stagione.
Tre nuovi imprenditori, contattati personalmente da Toto Bulgheroni (già giocatore, presidente e proprietario della società), dovrebbero sottoscrivere una terza quota di questo nuovo consorzio.
Contando queste 3 maxi-quote ed il rinnovo di tutti gli altri partner “minori”, il 50% della copertura finanziaria sarebbe garantito.
Restano altre 3 settimane per innalzare la quota prima di sedersi al tavolo con l’attuale proprietà, che a quel punto potrà decidere se aderire o meno al progetto (e a mio avviso non avrebbero motivi per giustificare un diniego) e su come impostare le stagioni venture.
Il budget di 4.2 milioni è ritenuto lo standard al quale Varese dovrebbe uniformarsi per le prossime annate, ma l’eventualità di allestire una squadra sui 3-3.2 milioni è un’ipotesi ancora in piedi e tutt’altro che da scartare.
Per l’anno prossimo sono già sotto contratto Thomas, Galanda, Mian, Antonelli e Pillastrini, anche se le possibilità di rivedere il coach di Cervia a Varese sono calate parecchio dopo il mezzo screzio col presidente Castiglioni e l’interessamento nei suoi confronti di altre società italiane (Avellino su tutte).
Legata alla permanenza del Pilla c’è anche quella di Childress, che dovrebbe comunque giocare un altro anno, mentre si sta già lavorando da tempo sui rinnovi contrattuali con Cotani, Slay, Gergati e Tusek, ovviamente lasciando le porte aperte ad un terzo anno di prestito per Martinoni da parte della Benetton Treviso.
Stefano Pozzi