Montegranaro – Si potrebbe cominciare questa preview raccontandovi del miracolo di Montegranaro, dell’attesa che c’e’ tra i tifosi per il secondo Play-Off della storia in serie A di questa piccola societa’, o raccontare di come questa squadra, pur inferiore per mezzi e decimata durante l’anno, quando ha rinunciato ad un americano e ad un europeo, e’ riuscita a raggiungere un traguardo insperato come la post-season oppure di come questo manipolo di ragazzi, per lo piu’ senza esperienza di alto livello abbia rovesciato il pronostico d’inizio anno che li vedeva sicuri retrocessi, purtroppo pero’ ci tocca cominciare, contrariamente a quanto solitamente facciamo su queste pagine, parlando di quella componente del gioco che non andrebbe mai nominata perche’ di solito piu’ si rende invisibile e piu’ ha ben operato, cioe’ gli arbitri.
Non e’ costume di chi scrive parlare dell’operato di chi dirige le partite ne’ queste pagine web ospitano lamentele o polemiche di basso profilo, nella ferma convinzione che questa sia la componente meno influente del gioco e nella consapevolezza che comunque qualche decisione errata nell’ambito di un match di pallacanestro e’ da ritenersi fisiologica. In questo caso pero’ ci corre l’obbligo, a malincuore, di parlarne e di farne l’argomento dell’articolo perche’ quanto successo alla Sutor nella partita disputata a Milano, sabato 23 maggio, ha dell’incredibile e neanche uno sceneggiatore horror avrebbe potuto scrivere qualcosa di simile.
Lo svolgimento dei fatti e’ stato sviscerato in ogni maniera su tutti gli organi di stampa grazie anche all’ausilio delle immagini televisive di Sky, si sono espressi in molti sulla questione ed anche il commissario degli arbitri Colucci ha voluto fare le sue giuste considerazioni sull’episodio e sul regolamento ma nessuno ha voluto pero’ rimarcare che, regolamento o no, una squadra e’ stata penalizzata pesantemente da tre arbitri che hanno prima confermato a Marquinhso, il quale aveva chiesto lumi in merito, che poteva tirare i famigerati liberi, salvo poi ritornare indietro e cancellarli dal tabellone.
Chiunque si sarebbe sentito preso per i fondelli e la Sutor di certo non fa eccezione, tant’e’ che aveva preannunciato ricorso nell’immediato dopo gara, salvo poi decidere , con molto senso di responsabilita’, di non percorrere questa via per evitare che il calendario dei Play-Offs, tra ricorsi ed appelli si fermasse, con grave danno d’immagine per tutto il movimento; ma la cosa triste e’ che molti tifosi e purtroppo anche qualcuno in societa’ , pensano che la Sutor abbia desistito per evitare ulteriori ritorsioni da parte della Federazione.
Ritorsione e’ una parola piuttosto pesante ma da quando la piccola Sutor ha vinto il ricorso per la ripetizione della partita Fortitudo-Sutor del Febbraio 2009, sono capitate una serie, come dire, di sinistre coincidenze.
Arbitraggi cervellotici, con diverse direzioni di gara incomprensibili e con episodi dubbi sempre e comunque a sfavore e sempre nei momenti decisivi: due infrazioni di passi inesistenti nel finale contro Roma in Regular Season; il passi inesistente di Ivanov a Biella con annullamento di un canestro da 3; la fantomatica invasione di campo contro Siena, del tutto inventata dai tre arbitri, quando foto ed immagini televisive dimostravano il contrario, con l’ultimo obbrobrio milanese che sembra la classica ciliegina su una torta che pero’ sta diventando fortemente indigesta.
La societa’ ha opportunamente diramato un comunicato ad acta affinche’ questa sfiducia non si tramuti in rabbia e non sfoci, domani sera, in episodi che nulla hanno a che vedere col basket e con la cultura sportiva di questo fantastico pubblico, che e’ passato, altra “anomalia” dall’essere il secondo migliore nello scorso anno, al piu’ cattivo in assoluto quest’anno, allorquando la societa’ ha versato 35.000 Euro circa in multe, e questo dato cozza con l’aria che si respira al PalaSavelli dove, occorre ricordarlo, gli avversari vengno salutati dagli applausi del pubblico durante la presentazione.
Si fa un gran parlare di programmazione, di nazionali, di movimento cestistico, ma qualcosa tra quel che si dice e come si opera non sembra congruo e lo sfacimento che c’e’ intorno a questo sport, che fino a qualche anno fa era secondo solo al calcio mentre oggi e’ relegato alla stregua del curling, e’ il risultato della gestione fallimentare di chi lo amministra e quanto successo sabato a Milano e’ lo specchio fedele ed impietoso dell’inadeguatezza della politica , intesa come federazione pallacanestro a gestire un movimento nel quale ci sono investimenti con cifre a 6 zeri.
Certa approssimazione dilettantesca e’ mal tollerabile in un torneo estivo sulla spiaggia figurarsi quando in ballo ci sono investimenti, soldi, posti di lavoro e sarebbe ora, anzi forse e’ gia’ tardi, che si cominci a fare sul serio ammodernando nei concetti gestionali, nella trasparenza e nella linearita’ quel carrozzone che risponde al nome FIP.
Sulla scorta di quanto sopra, purtroppo, la partita di oggi passa in secondo piano e quando succede che un evento di sport, che dovrebbe essere sinonimo di gioia, di aggregazione di condivisione di sentimenti viene oscurato da vicende tristi, quando non addirittura torbide, la sconfitta e’ di proporzioni immani ed i danni si vedranno, purtroppo, soltanto quando non ci sara’ piu’ tempo per rimediarvi.
Francesco Andrenacci