FERRARA – Lo spareggio-salvezza di Biella è ormai solo un brutto ricordo. Lacrime di rabbia e delusione per i 500 tifosi ferraresi che credevano nel miracolo, lacrime di gioia per i biellesi che rimangono nell’olimpo del nostro malatissimo basket. Ora bisogna subito guardare avanti senza dimenticare come si è arrivati a questo punto.
Mercato estivo – Subito un passo indietro. La Carife è stata costruita da Giorgio Valli, con l’avallo del gm Alessandro Crovetti, con il dichiarato (e scontato) obiettivo salvezza, ma con la convinzione di poter disputare i playoff. E l’investimento è pari ed anche superiore a quello di altre squadre che hanno finito in gloria.
Sfumato per dannato infortunio il ritorno in bianconero del fenomeno Allan Ray, uno dei giocatori in assoluto più talentuosi mai venuti in Italia, c’è stato subito qualcosa da rivedere. Primi madornali e determinanti errori di valutazione: Sangarè, che l’AJ ha scaricato senza rimpianti, nel ruolo di play al posto di Collins; Joel Salvi, onesto lavoratore sui parquet di Lega2 e pallino di Valli come vice Jamison; una guardia con tanti punti nelle mani come Anthony Grundy, ed un’ala tiratrice al debutto in Europa, Luke Jackson.
Campionato – Parte malissimo la Carife, Jamison è l’ombra del giocatore visto solo sei mesi prima, Sangarè non va, i due americani si pestano i piedi, il presidente Mascellani si arrabbia, Sangarè è allontanato per tre settimane, poi rientrerà e si ritroverà come play Valerio Spinelli, fermo da troppo tempo. A Natale la società non concede permessi, alcuni giocatori non gradiscono, soprattutto Jamison, che sarà tagliato dopo alcune prestazioni irritanti. Si corre ai ripari, arriva nientemeno che Sharrod Ford, un miraggio estivo per molti team anche di rango. La squadra però stenta a crescere, si torna sul mercato ingaggiando (in clamoroso ritardo!) Sven Schultze, lasciato libero da Biella. Alla terza di ritorno c’è il primo scontro decisivo, a Cremona: la truppa di Valli vince sulla sirena, e ritorna a sperare, ma è sempre una sofferenza. Qualche buona prestazione non basta, Grundy è ai box (ufficialmente per infortunio, ma lui salta che è una bellezza, va in panchina ma non gioca, prende corpo l’ipotesi di sanzione disciplinare); contro Pesaro c’è la partita che potrebbe dare la svolta definiva alla stagione, ma è un crollo. Il presidente dichiara urbi et orbi che tutti si dovrebbero vergognare, giocatori e allenatore, e raccoglie la sfida del coach che si impegna a vincere quattro delle cinque partite ancora in calendario.
La scossa voluta dal Mascellani arriva subito. Primo miracolo a Cantù, poi vittoria contro Montegranaro, ancora un’impresa esterna a Treviso. Il sogno sembra realizzarsi, il popolo bianconero ci crede, ma contro la corazzata Caserta arriva una brutta scoppola che rimanda tutto al match spareggio di Biella. Il resto è storia recente, addio serie A.
Polemiche post partita – Il presidente ferrarese Roberto Mascellani rilascia dichiarazioni di fuoco, attaccando Federazione e arbitri, dicendo che Biella ha meritato di vincere la partita, che però Ferrara è stata penalizzata dall’arbitro Begnis, ma che in definitiva la scelta è stata più politica che sportiva.
“A queste condizioni, dopo undici anni non sono più disposto ad investire nemmeno un euro in uno sport gestito da dilettanti”, ha dichiarato il numero uno ferrarese. Scontate le successive polemiche, con replica di Meneghin e controreplica di Mascellani.
Il futuro – Chiuso dopo quattro anni il ciclo di Giorgio Valli, se ne chiude un altro con l’addio di Alessandro Crovetti, che ha ammesso senza problemi gli errori commessi in questa disgraziata stagione. Ma il popolo del basket ferrarese che ha sempre riempito il palasegest trema alla sola idea che la società sparisca del tutto. L’ipotesi in un primo momento non è poi sembrata così remota, la crisi economica colpisce ovunque, figuriamoci nella già disastrata Ferrara, cenerentola della regione.
Su facebook in due giorni è già nato un gruppo di sostenitori della Lega2, più di mille gli iscritti; alla prima riunione del cda si presentano tifosi di ogni età con striscioni d’affetto e con in cuore la speranza che l’avventura dei canestri continui.
Mascellani è irremovibile, e conferma al consiglio la sua decisione di non essere più disponibile, dopo 11 anni, a condurre in prima persona le sorti del basket Club. Tutto finito? No, impossibile, il cda ha già elaborato una proposta da presentare a istituzioni e forze economiche del territorio.
Un patrimonio sportivo e sociale di questa portata non può essere disperso solo per una retrocessione, la Lega2 è pur sempre un campionato professionistico di alto livello, a nostro avviso della dimensione giusta per una città come Ferrara, che ha sognato per due bellissimi e irripetibili anni. Mascellani ci ha abituato a messaggi anche sibillini, quella parole “non più disponibile in prima persona” hanno un significato preciso.
Riccardo Comastri