E inutile provare a nascondersi dietro ad un dito: il Barcellona è la grande favorita di questa edizione 2010 delle Final Four di Eurolega e come se non bastasse arriva per lundicesima volta alle Final Four, record per la manifestazione dal 1988, da quando cioè si decise a favore di questo nuovo ed entusiasmante format per assegnare il titolo della squadra di basket più forte del vecchio continente.
Una squadra compatta, forte, questo Barcellona dove la gioventù si sposa con lesperienza e dove latletismo si coniuga con i centimetri ed il peso, caratteristiche essenziali per vincere nel basket odierno, forse più di ogni altro periodo antecedente a questo.
Un mix impressionante dicevamo di fosforo, agilità e destrezza (Jaka Lakovic, Juan Carlos Navarro, Victor Sada, il Baso Nazionale ed infine El Nino Maraviglia, al secolo Ricky Rubio), di chili e muscoli (Terence Morris, Erazem Lorbek, Boniface Ndong,Jordi Trias e Fran Vasquez), ma anche di esperienza come Roger Grimau, Pete Mickeal e Lubos Barton (questultimo alle prese con un fastidioso problema che lo ha costretto da tempo ai box ma che sta tornando in auge), ultimi per modo di dire perché in realtà sono e e restano assolutamente primi in termini di concretezza e saldezza di nervi, annotare in caso di dubbi gara 1 contro il Real ove proprio Pete Mickeal realizzò quei canestri fondamentali per resistere alla trappola di Ettore Messina nel terzo periodo delle quattro, indimenticabili sfide per approdare a Parigi.
Erano anni quindi che non si vedeva in terra Iberica un così sapiente e ben assortito gruppo di giocatori, un encomio assoluto per Xavi Pascual alle prese con autentiche primedonne ma mai isteriche, mai alle prese con scottanti ed antipatiche dichiarazioni volte a sottolineare magari uno scarso impiego in termini di minuti. Ed era questa una sfida, la sfida che allalba di questa stagione ci si poneva proprio nei confronti del giovane enfant du pais un po sulla falsariga del nostrano Simone Pianigiani, capace di gestire bizze, gelosie, invidie malcelate e sorrisi di circostanza di tutti i componenti di questo pantagruelico roster che tutta Europa invidia.
Ma per sancirne definitivamente la maestosità dimostrata sinora, 2 sole sconfitte su 20 gare disputate in questa edizione (ed in Catalogna ancora fanno notare che la sconfitta di Belgrado nelle TOP16 grida ancora vendetta!), occorre vincere questo Trofeo conquistato, incredibile ma vero, solo una volta e nel lontano, anche se non lontanissimo, 2003.
Eh già, undici partecipazioni, quindi dieci fasi finale già disputate, ma solo una vittoria dicevamo, quella storica per il club catalano del 2003 con in campo gente come Bodiroga, De La Fuente, Fucka, Jasikevicius, Navarro, Varejao, sfatata quindi la maledizione di questa Coppa sempre così bramata e vinta contro la Benetton Treviso in una gara avvincente, dopo, come titolò il quotidiano MARCA all’indomani, Ben diciannove anni di frustrazione!
Appare perciò evidente come il casa blau-grana si sia preparata questa stagione per vincere questo Trofeo dopo altri sette, lunghi anni, con lamaro in bocca dopo leliminazione dellanno scorso per mano del CSKA a Berlino e che ritroverà sulla propria strada.
Sarà una sfida nella quale i catalani dovranno mettere il meglio del loro repertorio perché la corazzata moscovita non ha alcuna intenzione di abdicare. La chiave della gara sarà sulla capacità che avranno Rubio, Lakovic e Sada di mettere in ritmo le bocche da fuoco, possibilmente in velocità perché il CSKA ha mostrato di soffrire le partite con laccelleratore spinto al massimo. E se la partita avrà questa cadenza la vittoria non dovrebbe sfuggire, non può sfuggire perché i numeri danno indubbiamente ragione ai blau-grana.
Fabrizio Noto/FRED