La Montepaschi è in finale, la seconda sua finale-scudetto, ed attende, stasera o al più tardi domenica, di conoscere l’identità della propria avversaria. Milano o Bologna incrocerà le armi contro i senesi che escono dalla serie contro Roma con molte certezze in più e con il morale altissimo.
Purtroppo per la Mens-Sana c’è l’infortunio a McIntyre, la cui gravità viene valutata in queste ore, a tenere sulle spine il popolo biancoverde. Ad onor del vero Stefanov ha fatto più del proprio dovere ed ha dimostrato di essere un professionista serio e pur sempre un gran giocatore ma è ovvio che rinunciare al MVP del campionato proprio nella serie di finale sarebbe un handicap non da poco per la Montepaschi.
Tornando alla gara di ieri sera c’è da notare come i giocatori romani abbiano risentito in maniera devastante della maratona di 2 giorni prima a Siena. Gara-3 conclusa dopo ben 3 tempi supplementari aveva lasciato scorie inevitabili nelle gambe di tutti i partecipanti a quella che resterà nella storia come una partita bellissima e, probabilmente, irripetibile, addirittura quella contesa aveva tolto di mezzo McIntyre vittima di un risentimento muscolare.
Se però la stanchezza fisica ha colpito tutti i giocatori dell’una e dell’altra sponda, l’impatto psicologico è stato diversissimo tra i giocatori senesi e quelli romani. I biancoverdi hanno tratto linfa vitale da una partita vinta al cardiopalma mentre i capitolini sono letteralmente franati sotto il peso di una sconfitta che potevano evitare e che invece si è rivelata fatale.
Se il tiro di Chatman al termine dei tempi regolamentari di gara-3 invece di ballare sul ferro per un paio di secondi e poi uscire fosse entrato nel canestro senese molto probabilmente ieri sera avremmo assistito a tutt’altra partita, ma così non è stato e i romani sono poi stati travolti in una gara-4 senza storia. La Lottomatica ha sparato a salve dall’arco (11%) ed è stata annientata sotto canestro (43 a 23 il computo di rimbalzi a favore dei senesi) laddove invece era sempre risultata vincente nelle partite precedenti della serie di semifinale, la valutazione totale di 82 a 45 fotografa benissimo l’andamento della partita.
Per capire lo sbandamento romano basterà pensare che la Lottomatica di gara-1 aveva segnato 46 punti all’intervallo mentre ieri sera ne ha messi in carniere 49 in tutta la partita. Hawkins un fantasma in campo incapace perfino di segnare in un contropiede 1 contro zero e in una penetrazione nella quale si fa respingere il pallone dallo spigolo basso del tabellone, Chatman più fumoso che altro, il pacchetto dei lunghi che non dona nulla alla causa capitolina, la panchina che non rende come in precedenti occasioni.
Un solo giocatore riesce ad issarsi dal grigiore generale romano: è lui, il Grande Dejan Bodiroga che tenta in tutti i modi di arginare la marea biancoverde, lotta, segna da tre, prende rimbalzi, arringa la folla chiamando il tifo di un Palaeur gremito ma presto zittito dalla supremazia senese. Da solo però neppure un Grandissimo come lui può sperare di girare una contesa che appare segnata fin dalle prime battute. Detto delle manchevolezze romane bisogna sottolineare la prtita perfetta dei mensanini.
Sato implacabile da 3, Forte a suo agio nel ruolo di play al posto dell’infortunato McIntyre, Eze e Baxter dominanti sotto le plance, Kaukenas e Stefanov vere spine nel fianco della difesa di burro dei romani. Siena tira col 50% da 2 e col 44,4 % da 3, segna 14 tiri liberi su 20 tentativi (Roma 9/19) e domina la partita dalla panchina (Pianigiani perfetto) al campo (Stoonerook vero allenatore in campo). Due parole anche sull’arbitraggio che tante polemiche aveva suscitato nelle partite precedenti di questa serie.
Coloro che vedono sempre complotti di palazzo (ma a che pro poi?), decisioni a tavolino per danneggiare questo e quello avranno avuto modo di ricredersi ieri sera. In una partita (ben arbitrata come lo erano state le precedenti della serie, nonostante ci sia chi la pensa in maniera diversa) in cui dopo 17 minuti i falli fischiati erano 15 contro la Mens-Sana e 5 soltanto contro la Lottomatica si assisteva comunque ad una superiorità biancoverde indiscutibile e nemmeno lontanamente scalfita da questa diversità numerica di attribuzione di falli.
Questo a testimonianza della mancata influenza arbitrale, ieri come nelle altre precedenti partite (Roma aveva sbancato facilmente il Palasclavo in gara-1 e nessun uomo in grigio aveva fatto nulla per impedirlo), chi merita vince, sempre e comunque.
THA PLAY OF GAME: i 2-3-4 o 5 minuti di ininterrotto battimani all’indirizzo di Dejan Bodiroga probabilmente alla sua ultima apparizione da giocatore. I brividi sono corsi sulla schiena di chiunque fosse presente al Palaeur, 11000 persone che hanno tributato il giusto omaggio ad uno dei più grandi talenti che si siano mai visti di qua dall’Oceano. Le lacrime di Bodiroga e l’applauso incessante del pubblico sono stati la cosa più bella della serie di semifinale.
LOTTOMATICA: Giachetti 1, Hawkins 1, Bodiroga 12, Stefannson 9, Lorbek 9, Garri 1, Chatman 10, Chiacig 2, Askrabic 4.
MONTEPASCHI: Forte 7, Baxter 15, Eze 5, Sato 15, Kaukenas 14, Stefanov 10, Stoonerook 4.
Repesa ha confermato la sua prosecuzione di collaborazione con Roma, ha fatto i sinceri copmplimenti alla Mens-Sana riconoscendone la superiorità e la maggiore freschezza mentale e fisica, ha concluso il suo intervento con un “in bocca al lupo” ai senesi per la serie finale.
Un raggiante Pianigiani ha parlato di gara perfetta, ha fatto i complimenti a Stefanov per come si è inserito nei meccansimi della squadra ed ha chiarito di non avere preferenze su chi incontrare in finale, Milano o Bologna sarà comunque durissima.