Ci sono delle regole, secondo le quali in questo preview stagionale per i Miami Heat dovrei parlarvi delle variazioni del roster, del probabile quintetto base, probabilmente addentrarmi su questioni tecniche, come il ritorno in panca di Riley, o il ruolo di Walker (in quintetto come nei fortunatissimi playoffs, o in panchina come nella scorsa regular season), e tutto il resto
Beh, magari dopo.
E dico dopo non tanto per fare lanticonformista, ma perché secondo me qualsiasi discorso sui possibili successi degli Heat si esaurisce in un unico argomento: Wade.
Se la squadra riesce a giocare in regular season in maniera anche solo accettabile, tanto da classificarsi come 4-5, e se in quel periodo Wade non ha infortuni significativi, io credo che Miami non possa non vincere, indipendentemente dal ruolo di Walker, da chi siede in panchina, i chili di Shaq e la voglia di Payton.
Sto esagerando? Sono andato eccessivamente in fissa per questo giocatore (lo confesso, ho perfino comprato le sue scarpe, e trovo meraviglioso giocarci)?
Andiamo, è sotto gli occhi di tutti: il paragone con Jordan (ovvero, ricordiamolo, il più forte di tutti) è nato per un motivo, ed è che questo ragazzo riesce a vincere.
Mi spiego meglio: lui vince perché decide di farlo, perché strappa di prepotenza la vittoria allaltra squadra (anche se più meritevole), perché ogni volta che serve la giocata per vincere lui la fa; non solo, tutti lo sanno e cercano di impedirglielo, ma alla fine tutti (compresi gli avversari) sono convinti che lo farà lo stesso.
Dopo MJ, chi altri ha avuto questo dominio sul gioco?
Duncan? Completo, continuo, affidabile, tecnico, meraviglioso, ma ha questo tipo di dominio? Dellultimo titolo ci ricordiamo tutti il secondo fantastico secondo tempo della decisiva gara 7, arrivato però a coronamento di una serie finale sottotono, tenuta in piedi dallestro di Ginobili e dalle giocate di Horry più che dal dominio di Duncan.
Shaq? Senzaltro iper dominante, forse il più dominante di sempre, ma il suo arcinoto tallone dAchille ai liberi lo rende inutile (se non nocivo) nelle partite punto a punto.
Billups? Alcune sfuriate accecanti, però alla fine era solo la punta di diamante di una squadra molto forte, che aveva la sua forza soprattutto nel collettivo.
E Kobe? Già Kobe.
Rispetto a Wade è più tecnico, palleggia meglio, difende meglio, ha una visione e comprensione del gioco decisamente migliori, poi cè il tiro dalla distanza: nemmeno paragonabili.
E allora? Perché considero Kobe meno vincente?
A mio parere lobiettivo di Bryant è dimostrare di essere il migliore, e nel perseguire questo obiettivo spesso fa vincere la sua squadra.
Wade invece vuole fare vincere la sua squadra, e per fare questo spesso si mette in proprio.
Può sembrare una differenza da poco, però il risultato (parlando dei massimi livelli) può essere molto diverso: quando Kobe prende lultimo tiro, ha il problema di fare la bella giocata, il bel gesto atletico o tecnico, cè uno spiccato interesse per la parte estetica dellultimo tiro.
A Wade non importa niente di come la palla arrivi nel cesto: lunico problema è che ci arrivi, per poter vincere la partita.
O se preferite un altro esempio, in gara 3 di finale quando Wade si è visto chiuso, non ha avuto problemi a cedere gli onori a Williams (che poi ha riaperto per Payton, per il suo momento di gloria); Bryant avrebbe forzato per tirare lui, perché quello è il suo momento.
Ok ,come al solito sto dilagando, torno allargomento dellarticolo, cercando di continuare in maniera più ortodossa
[b]Quintetto[/b]
Confermatissimi Wade, Haslem e Oneal per i ruoli di 2, 4 e 5, i dubbi sono per le altre due posizioni.
Il point man dovrebbe essere ancora JWill, che pur non avendo convito definitivamente nessuno, con i suoi playoffs (e soprattutto con la perfetta gara 6 di Detroit) si è guadagnato almeno il diritto a essere rivisto.
Il posto sarà suo, anche se non dallinizio, in quanto sta ancora recuperando dallintervento al ginocchio.
Questo potrebbe costringerci allorrore di vedere un Payton 40enne, nellanno dopo il suo primo titolo, con minutaggio ampio e per di più ad inizio stagione. Preparatevi a prestazioni da far prudere le mani
Lala piccola titolare? Io sono per Posey, con le performance della finale se lè abbondantemente guadagnato, sta tornando ai livelli notevoli di 3 anni fa ai Grizzlies, e sembra destinato a crescere ancora: credo sia arrivato per Riley il momento di lanciarlo definitivamente.
Lalternativa ovviamente è Walker, per il quale continuo a auspicare un ruolo alla Horry, veterano senza paura da usare come arma tattica per cambiare le partite.
Ha dimostrato anche nella scorsa stagione che (oltre al fatto di essere del tutto incapace di difendere, indipendentemente dalla posizione di impiego) è del tutto discontinuo: può farti una partita da fenomeno (anche a livello di playoff) e quella dopo inguardabile. Addirittura il voltafaccia può avvenire nella stessa partita: usandolo come sesto uomo se ne possono prendere i vantaggi senza subirne i difetti (quando non è in serata, semplicemente lo si fa giocare meno).
[b]Panchina[/b]
Squadra che vince non si cambia, e così la priorità estiva della dirigenza è stata quella di confermare tutti i partecipanti allultima crociata. Unico escluso Derek Anderson, che dopo aver detto a mari e monti ehi, guardate che se mi fate giocare io resto volentieri (e vorrei anche vedere!), non è stato degnato di uno sguardo nemmeno dal guardiano del parcheggio dellAAA, e si è visto costretto a spedirsi a un indirizzo nuovo.
Per il resto tornano Mourning e Payton, per quella che probabilmente sarà la loro ultima stagione.
Per Payton si prevede ampio impiego allinizio (per il già citato infortunio di Williams), poi letargo fino a maggio, per poi deliziarci con brevi ma significative apparizioni.
Per il mago di Zo invece potrebbe esserci un ruolo più rilevante: preservare le energie di uno Shaq sempre più in là con gli anni può essere un must, e se questa sarà davvero lultima stagione del centro da GeorgeTown, immaginiamo che voglia dare tutto quello che ha.
Altro sospettato di avere un buon minutaggio dovrebbe essere Shandon Anderson. Riciclatosi come specialista difensivo, è stato prezioso per gli Heat come cane da guardia, e Riley di certo non dimentica che dà il sangue per lui in difesa.
Completano il roster Doleac, ormai sempre più preso nellimitazione di Capitan America, quando i Vendicatori lo hanno trovato nellAtlantico in un blocco di ghiaccio, Wayne chissà se può giocare o no Simien, e il sosia di Stallone (Jason Kapono), Dorrel Wright, più tutta una turba di aspiranti giocatori recuperati dalle leghe estive (Miami non aveva scelte al primo giro questanno), per cui però difficilmente ci sarà grande interesse.
Unico punto di interesse per Riley (sfumato loltraggioso e insensato affare Bonzi) è quello che aveva a inizio estate, ovvero trovare un play di riserva affidabile, meglio se un veterano (magari meno venerabile di Payton), disposto a far legna quando White chocolate dovesse essere rotto, e Lord Payton dovesse ritenere la tenzone di scarsa rilevanza. Vedrete che prima o poi qualcuno arriva (anche perché giocare con i campioni non spiace a nessuno).
[b]Panchina (bis)[/b]
Intesa come allenatore. Si va sul classico. Riley ha provato a inizio estate a stare sul vago, per darsi un tono, ma alla fine ha confermato quello che tutti già sapevamo, ovvero che sarà ancora lui a guidare dal campo i suoi figli prediletti.
Nessuna sorpresa quindi, la sua forma-panchina è sembrata in continua crescita lungo tutti i playoffs. Lunica vera sorpresa potrebbe essere al training camp: il coach famoso per la durezza dei suoi camp, come si comporterà con una squadra che vanta tra le sue fila, nellordine: Walker Antoine, Williams Jason (vabbè, questo almeno è infortunato), Payton Gary e soprattutto tale Oneal Shaquille? Difficilmente saranno trasmessi in TV, ma fidatevi, gli allenamenti di questi Heat saranno la cosa più divertente (e degna di essere guardata) che Miami farà su un campo da Basket da qui a maggio.
[b]Shaq[/b]
Non mi voglio ripetere, quindi cito solo quanto ho già anticipato a fine stagione: con ogni probabilità questanno per Shaq sarà la prima stagione in carriera in cui non sarà raddoppiato sempre e comunque ogni volta che anche solo pensa di ricevere palla.
Da questo potrebbe derivare un significativo aumento della sua produttività offensiva (in termini relativi, perché la sua media partita probabilmente non salirà molto, a causa della riduzione del minutaggio).
Prepararsi quindi per uno Shaq in gran spolvero (almeno nelle partite che riterrà interessanti).
[b]Pronostico[/b]
Playoffs sicuri, e fin qui non era difficile.
Poi, se cè Wade, si va fino in fondo per il Repeat, con buona pace di tutti gli altri, e di chi diceva che questi Heat campioni sono stati solo una squadra fortunata.
A Miami tra laltro una buona dose di fortuna lhanno avuta, sotto forma di mondiali di basket: se prima dei mondiali cera il rischio (secondo me minimo) che Wade si fosse montato la testa e approcciasse la stagione con mentalità supponente, la lavata di capo presa in estremo oriente è buona garanzia che il ragazzo (abbastanza stizzoso, in realtà) inizi la stagione con la bava alla bocca, in cerca di giusta vendetta.
Auguri a tutti!
[b]Saluti[/b]
Angolo personale di amarcord.
Ho iniziato a seguire le sorti della franchigia della Florida un anno fa, quando con grande competenza sul gioco consigliavo a Riley la strategia migliore per vincere lanello: non cambiare assolutamente nulla e non rimuovere VanGundy dalla panchina per tornarci lui.
Come avete visto lui mi ha dato retta, e questi sono i risultati
Come rigurgito narcisista vorrei però anche invitarvi a rileggere il titolo di quel pezzo: La compagnia dellanello
Con un preview avevo cominciato, e con un preview finisco: per i soliti motivi legati al tempo tiranno, sono costretto a lasciare (per altro in sapienti mani) la pagina degli Heat, per dedicarmi a tempo pieno a No More True Point Guard (a proposito, quantè, 1000 anni che non scrivo un pezzo?).
Posso dire che è stata una bella avventura, del resto divertirsi con il materiale umano a disposizione non era difficile.
Una gita sulle montagne russe, fra lolimpo e il fondo dellNBA, fino al raggiungimento dellultimo traguardo, e alla consacrazione del mio giocatore preferito (non fate gli spiritosi, sapete che non è Kapono).
Posso solo ringraziarvi per lattenzione e salutarvi con un
Vae Victis