Ricapitoliamo. Il palazzetto dello sport di piazza Apollodoro – quello che tutti inventandone il nome chiamano il PalaTiziano – è chiuso e probabilmente lo rimarrà fino all’estate del 2020. Altri impianti omologati per il campionato di serie A2 di pallacanestro a Roma non ce ne sono.
Perché omologati – altra cosa di cui in troppi si riempiono la bocca senza sapere cosa vuol dire – significa molte cose e non solo 2000 spettatori. Se chi scrive o parla si prendesse la briga di sfogliare le DOA, Disposizioni Organizzative Annuali emanate dalla Fip per la stagione 2018-19, al capitolo 4 troverebbe uno specchietto riassuntivo sull’impianto di gioco dove troverebbe che questo deve avere come requisiti minimi, tra gli altri: un campo di 28 metri x 15 e vabbè. L’altezza minima del soffitto deve essere di 7 metri ed una fascia di rispetto intorno all’area destinata all’attività agonistica di 2 metri.
Tra il campo di gioco e gli spettatori debbono esserci separazioni fisse o mobili o – in deroga – 10 addetti alla sicurezza riconoscibili con 2 coordinatori. Capienza: 2000 spettatori con tolleranza del 10% fino al termine della stagione 2018/19. Sala per il I° soccorso medico; sala antidoping; accesso per i disabili; spogliatoi per le due squadre; spogliatoio per gli arbitri e per la A2 maschile e la A1 femminile anche per gli ufficiali di campo. Inoltre deve esserci la connessione internet wifi. Ed anche altro, ma lascio il compito di leggersi le DOA a chi volesse informarsi (si trovano sul sito della Fip).
Ripeto: un impianto così a Roma non c’è. E non è così facile come si è visto in questi giorni tirarlo su dal nulla o adattare una struttura esistente. Dunque? Dove si gioca?
La pazza idea che è venuta al Direttore di All-around, Fabrizio Noto, al sottoscritto anche leggendo su FB le nostalgiche foto di molti lettori ed amici è questa: ma è davvero così impossibile pensare a riaprire il PalaLottomatica al basket? Ed alla pallavolo comprendendo la Roma Volley appena salita in serie A2?
I costi dell’impianto dell’Eur sono certamente inavvicinabili per una sola società. Ed allora perché non provare a dare un’immagine di forza ed unione dello sport romano che non sia il calcio chiedendo a Federbasket e Federvolley di unificare i calendari delle tre romane, Virtus-Eurobasket e Roma Volley, in modo da farle coincidere i loro turni casalinghi ed organizzare “la domenica dello sport romano?”
Ipotesi: domenica 7 ottobre (data forse di inizio del campionato di A2 di basket), alle 12:00 potrebbe giocare l’Eurobasket, alle 15:00 la Roma Volley, alle 18:00 la Virtus Roma o viceversa per quanto riguarda le due squadre di basket. Siamo nel campo delle ipotesi e delle fantasie perché ad ora non sappiamo nè quando inizia il campionato di basket nè quello di pallavolo.
E soprattutto non sappiamo se quello che stiamo dicendo sia anche solo lontanamente praticabile. Ho visto sul sito del PalaLottomatica le date che ad oggi, mercoledì 31 maggio, sono già impegnate con concerti od altre manifestazioni fino al 31 dicembre e lo spazio ci sarebbe, alternando magari un sabato alla domenica. Insomma nella nostra testa questa “follia” si potrebbe anche pensare. Ma ci rendiamo conto che magari non si può perché…perché…perché…Già perchè? Così solo per curiosità qualcuno potrebbe dirci perché?
Chiaro che servirebbe uno sforzo enorme da parte di tutti: Virtus, Eurobasket, Roma Volley, Ente Eur, di chi gestisce l’impianto, di Roma Capitale. Anche e soprattutto in termini di comunicazione per far sì che l’eventuale domenica diventi davvero una giornata di festa attrezzando il palazzo con mille eventi collaterali, punti di ristoro non cari arrabbiati al punto da dover prima farsi un mutuo, store delle società e non solo. Insomma una cosa seria.
Ma è solo un sogno, una provocazione che ci sentiamo di lanciare per cercare di dare un contributo al dibattito che sta avvolgendo la capitale intorno ad una domanda che mai ci saremmo aspettati, noi di All-Around, fosse così urgente e senza risposta: dove si gioca?
Eduardo Lubrano